Fenomeno audiolibri: siamo sicuri che ascoltare un libro invece di leggerlo sia proprio la stessa cosa?
Le domande di chi pensa che leggere sia un'attività intellettivamente più nobile. Spolier: è solo pregiudizio

In principio era il Kindle. Più di dieci anni fa sbarcò in Italia con la potenza dello tsunami il primo lettore elettronico di libri commercializzato da Amazon. Un piccolo schermo che senza affaticare gli occhi dava l’esatta sensazione della carta stampata. Le prima volta sembrava quasi una magia, accenderlo e vedere il disegno di benvenuto comporsi come se fosse fatto a mano sotto i nostri occhi. E poi la comodità, il prezzo ridotto dei libri in formato Kindle, la possibilità di avere tutta la Treccani in tasca o portarsi più e più libri da leggere sotto l’ombrellone in una sola mano.
To kindle, accendere, il potere evocativo del nome ci garantiva la capacità di accendere in noi un’emozione. Ci è sembrata la rivoluzione. Tra innamorati e scettici il dibattito è stato animato da chi trovava la rivoluzione digitale geniale e chi trovava troppo poco poetico leggere attraverso uno schermo. La carta però è stata più forte, il valore simbolico dell’oggetto, l’odore della libreria e la soddisfazione di riporre un libro nello scaffale del salotto ha retto il colpo.
Oggi, complice la pandemia e il lockdown, un nuovo modo di leggere e fruire i contenuti sta prepotentemente prendendo piede. Insieme a tamponi, zone colorate e restrizioni questi anni sono anche gli anni di podcast e audiolibri.
LE DIFFERENZE
Gli audiolibri non sono un fenomeno di oggi, in tutto il mondo sono attive case editrici che arrivano in libreria non con un volume di pagine da sfogliare ma con un cd. I migliori capolavori della letteratura vengono letti da voci esperte e profonde. Attraversando i tempi e i supporti, tra vinili e musicassette, molte delle voci più importanti del nostro panorama si sono cimentate nella lettura ad alta voce. Lo hanno fatto Paolo Poli con "I Promessi Sposi" e Anna Bonaiuto con "L’amica geniale", solo per citare alcuni dei capolavori più ascoltati. A differenza dei podcast che nascono esclusivamente per essere prodotti da ascoltare, l’audiolibro è la trasposizione di un prodotto stampato. Oggi però il successo degli uni e degli altri fa sì che i due fenomeni si avvicinino sempre di più: tanti i casi di podcast diventati poi libri veri e propri.
IL BOOM
Il cd, lo sappiamo, è un prodotto ormai ampiamente superato. Forse anche questo ha fatto sì che il mercato dell’audiolibro faticasse a decollare. La svolta però l’abbiamo avuta negli ultimi anni, con l’avvento delle grandi piattaforme di streaming. Audible (di nuovo Amazon) e Storytel hanno aperto le porte al fenomeno globale. Con il loro servizio in abbonamento stile Netflix poi l’audiolibro è entrato davvero nelle case di tutti.
MA ASCOLTARE E’ DAVVERO COME LEGGERE?
Come ogni volta in cui assistiamo ad una piccola rivoluzione delle nostre abitudini, viviamo anche fenomeni di resistenza e diffidenza. Ascoltare è davvero come leggere? L’attività di lettura classica, la concentrazione, il focus dello sguardo sui caratteri stampati non è da considerarsi un’attività intellettualmente più nobile? E soprattutto: è vero che quello che ascoltiamo lo dimentichiamo molto prima rispetto a quello che invece leggiamo?
No, sono solo pregiudizi.
Pensare che possiamo apprendere di più leggendo che ascoltando “equivale a credere che possiamo sapere di più di qualcuno dalla sua fotografia piuttosto che incontrandolo di persona” riporta un articolo del New York Times che ha svolto una ricerca sul tema. Per l’essere umano e la sua storia evolutiva del resto la scrittura è cosa giovanissima, appena seimila anni di storia, troppo pochi per sviluppare meccanismi cognitivi specifici. Quello che noi facciamo, quando leggiamo, non è altro che utilizzare, riadattandole, le capacità che ci consentono di apprendere e assimilare le informazioni che ci arrivano dal linguaggio orale. Dunque leggere o ascoltare sfrutta le stesse connessioni e produce lo stesso effetto.
Secondo una ricerca commissionata da Storytel è risultato che il 10% dei fruitori di audiolibri non era prima un lettore. Questo dimostra come il potere degli audiolibri abbia allargato il mercato della letteratura creando un nuovo tipo di fruitore. Non solo: chi ascolta audiolibri poi acquista più libri.
L’audiolibro dunque è un fenomeno che ci sta facendo bene. Fa bene a chi legge, a chi non leggeva e a chi di editoria ci vive. Cuffiette nelle orecchie e pronti a volare.