Cinquant'anni e non sentirli: L’Esorcista fa ancora paura. Il film è ancora nella top ten degli incassi
Il film che ha cambiato per sempre il genere horror spegne 50 candeline. Era una scommessa su cui la Warner, la casa distributrice, non aveva puntato quasi nulla. E invece...

Quando fece il suo esordio, in un gruppo sparuto di cinema del Nord America, “L’Esorcista”, film di William Friedkin tratto dal libro di William Peter Blatty, era il 26 dicembre del 1973. Era una scommessa su cui la Warner, la casa distributrice, non aveva puntato quasi nulla: troppo assurdo, troppo strano, troppo di nicchia, troppo controverso. Ad oggi quel film è tra i dieci maggiori successi di incassi della storia del cinema.
Un terrore nuovo
Hollywood aveva costruito il suo gusto per il brivido attraverso cliché ispirati alla letteratura, come vampiri e mummie, che rispettavano un canovaccio narrativo e una contrapposizione netta tra bene e male. Il cattivo, il mostro, il nemico erano da subito evidentissimi e incarnavano, fisicamente e moralmente il pericolo. In questo film invece l’orrore si fa strada in modo inizialmente più sottile, con la scoperta in uno scavo archeologico in Iraq, di una statua raffigurante il demone Pazuzu. La musica, le inquadrature e le fattezze del demone bastano a insinuare già dalle prime scene una tensione destinata a crescere. Dalle profondità della terra il Male è stato portato alla luce.
Una pellicola all’avanguardia
Il film segna un cambio netto con tutto ciò a cui l’horror era abituato. Realizzato con una produzione faraonica in termini di mezzi meccanici ed effetti scenici, l’Esorcista stravolge i canoni del genere attingendo anche ai b-movie e alla violenza tipica dello splatter, entrambi notoriamente appartenente a delle nicchie per cultori. Ma questa non è l’unica novità, infatti quando la trama arriva al suo cuore, la possessione della dodicenne Regan ad opera di Pazuzu, il regista stabilisce un nuovo record: è la prima volta che sul grande schermo vengono mostrate analisi scientifiche di ultimissima generazione, come la pneumoencefalografia l’angiografia cerebrale ottenute con l’inoculazione di un liquido di contrasto. Vengono coinvolti chirurghi e psichiatri perché ogni dettaglio, sia medico che comportamentale, siano scientificamente perfetti e dunque rendano ancora più credibile la possessione diabolica. In questo modo il film divenne ispirazione per moltissime altre produzioni fino ai nostri giorni, inaugurando un filone oggi ben definito ma assolutamente all’avanguardia per gli anni ’70.
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Citazioni, remake e molto altro
L’Esorcista è tra le pellicole più citate, reinterpretate e trasposte: dalle rivisitazioni in chiave ironica come “Riposseduta” con l’attore Leslie Nielsen del 1990, fino a serie animate come Family Guy e i Simpsons. Segno che la grande forza di questo film non sta solo nel successo economico ottenuto ai botteghini ma proprio nell’esser stato in grado di influenzare il pensiero comune, evidenziando il forte contrasto tra scienza e superstizione, tra religione e magia, tra speranza e disperazione. Ma non solo, L’Esoricsta riporta a galla una paura antica, la lotta tra il bene e il male, e la rende ancora più inquietante perché calata in una società moderna e razionale in cui tutti ci riconosciamo, ne rende i confini labili ed evanescenti, instillando l’idea, terribile, che non siamo immuni e che quel terrore assoluto possa travolgere ciascuno di noi.