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A Brera il Cenacolo di Leonardo, Crespi: “Sono molto felice”. I sindacati: "Siamo molto preoccupati"

Il direttore: "Aumenta la forza del progetto. L'affidamento a Brera crea un polo importante". Il segretario Fp Cgil Cesare Bottiroli : "Non si capisce quali saranno le ricadute dal punto di vista organizzativo e di fruizione. Carenze di personale"

di Tiscali Cultura   

Con la modifica del decreto ministeriale sull’organizzazione dei musei inviato agli organi di controllo il Cenacolo di Leonardo da Vinci entra a far parte di Brera. Alla Pinacoteca vengono affidati anche la Biblioteca Braidense e Palazzo Citterio. Se da una parte l’operazione viene vista molto positivamente, dall’altra esistono forti perplessità.

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Il punto di vista del direttore

Secondo il direttore di Brera Angelo Crespi, “nella prospettiva di una Grande Brera e in considerazione di una rinnovata alleanza tra Pinacoteca e Accademia, riportare il Cenacolo nel suo alveo storico non può che aumentare la forza di un progetto che avrà importanti riflessi positivi sia sul sistema museale lombardo sia su quello nazionale”. 

Il direttore spiega come “la novità dell'affidamento a Brera del Cenacolo Vinciano - che finora era il cuore del polo museale lombardo di cui fanno parte fra gli altri la Certosa di Pavia e le Grotte di Catullo Sirmione - sia inserita nelle modifiche al decreto ministeriale inviata agli organi di controllo il 25 settembre. Un allegato elenca gli 'istituti e luoghi della cultura e altri immobili e/o complessi assegnati ai musei e ai parchi archeologici e agli altri istituti e luoghi della cultura dotati di autonomia speciale’, che prevede la riorganizzazione dei 14 Uffici di livello dirigenziale generale, cioè dei musei dotati di autonomia".

Per quanto riguarda Brera prevede, appunto, l'arrivo del Cenacolo vinciano.

Le preoccupazioni dei sindacati

La scelta tuttavia ha molto sorpreso i sindacati che si dicono preoccupati da un lato dal depotenziamento degli altri siti del polo museale lombardo e dall'altra della carenza di personale (su cui hanno già indetto uno sciopero dei lavoratori di Brera per il 7 dicembre, quando sarà inaugurato Palazzo Citterio, l'ala dedicata all'arte del Novecento della Pinacoteca).

Il comunicato

Dal canto suo Crespi sottolinea in un comunicato di essere “molto felice di questa assegnazione che innanzitutto deve essere un'assunzione di responsabilità nei confronti di un sito patrimonio dell'umanità sotto l'egida dell'Unesco e di un'opera, come L'ultima cena, tra le più importanti del mondo e conosciute della storia dell'arte".

Il direttore osserva poi che “una unione era già stata pensata da Giuseppe Bossi - primo direttore generale della Pinacoteca -  poi sancita con un decreto reale nel 1882, quando la Pinacoteca venne disgiunta dall'accademia e messa nella stessa gestione con il Cenacolo e l'Arco della Pace. Il Cenacolo è diventato museo affidato allo Stato grazie a Ettore Modigliani, direttore di Brera dal 1908 al 1937; il restauro del Dopoguerra è stato voluto da Fernanda Wittgens, anche lei direttrice di Brera dal 1940 al 1957; l'ultimo restauro è stato voluto da Carlo Bertelli e concluso da Pietro Petraroia e Pietro Marani, sempre di Brera; a fine anni Novanta, quando si cominciava a ragionare sulle autonomie dei musei, l'allora Sovrintendente Bruno Contardi avrebbe voluto che Brera e Cenacolo rappresentassero insieme il polo museale milanese. Di certo l'affidamento del Cenacolo a Brera crea un polo importante: lo scorso anno L'ultima cena è stata visitata da circa 500mila persone con un incasso di 5 milioni 600 mila euro, al diciassettesimo posto nella classifica dei musei statali, seguita al diciottesimo proprio da Brera”.

Le perplessità sindacali

Il segretario Fp Cgil Cesare Bottiroli tuttavia esprime perplessità e preoccupazione perché – a suo avviso - non si capisce quali saranno "le ricadute dal punto di vista organizzativo e di fruizione dei servizi per l'utenza". Inoltre "se è la somma di due identiche carenze di personale – aggiunge - di certo i problemi non si risolvono ma si raddoppiano. E valorizzare l'eccellenza significa dimenticare pezzi meno importanti? Con che ratio si depaupera il polo museale?". 

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