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Compagnia Rossolevante, l'unica che gira il mondo facendo teatro in nome della sicurezza

E’ un unicum, in Sardegna e in Italia, e dall'Ogliastra è come un megafono che dà voce e risonanza a chi voce non ha

di F. Marceddu   
Compagnia Rossolevante
Compagnia Rossolevante

Prima che la nuova strada rompesse il suo isolamento geografico, una delle più affascinanti e variegate sub-regioni della Sardegna era difficile da raggiungere ma una volta arrivati, via treno - col famoso trenino verde descritto anche da Lawrence in Mare e Sardegna-, via mare con uno scalo notturno due volte alla settimana e via terra - con dei tornanti che “facevano restituire l'anima a Dio”-, la si apprezzava e ammirava ancora di più: l'Ogliastra, in sardo Ollastra, è collegata alla parola olivastro. Ventitré comuni sospesi fra cielo, terra mare e interno della Sardegna. E come capitale ideale negli ultimi lustri, Tortolì, che ha sottratto il primato ad altri centri un tempo vivi e molto più popolati e attivi del circondario. Questo suo isolamento ne ha per lungo tempo preservato alcune peculiarità, diventando un luogo dove è ancora possibile esplorare, creare e poi “esportare” il proprio “agire d'arte”.

È proprio in questo luogo che ormai da un ventennio ha fatto base, come in una “terra del ritorno”, la compagnia Rossolevante, tra le più internazionali delle compagnie nazionali. Fondata a Bologna nel 2002, ha ancora nel suo “corpus centrale” i suoi due fondatori, Juri Piroddi (Ogliastrino di nascita, di Lanusei esattamente) e Silvia Cattoi, originaria di La Spezia; intorno a loro gravitano alcune delle realtà del teatro di ricerca più significative italiane e non solo. La loro formazione ha avuto una vocazione internazionale, conosciutisi al Dams di Bologna, Juri è stato per anni uno dei quattro attori (attuanti) scelti nel 1999 a livello mondiale al Workcenter di Pontedera (creato da Grotowski e mandato avanti successivamente con la collaborazione di Thomas Richards) con e questo gruppo ha girato il mondo con performance in inglese: e Silvia che dopo una formazione teatrale e coreutica ha danzato con Roberto Castello nei circuiti più importanti della danza contemporanea. Da questi due artisti non sentirete mai la parola recitare, termine obsoleto e borghese, che nell'atto della creazione della compagnia hanno voluto disconoscere, per arrivare -almeno nelle intenzioni- a un teatro che, partendo da quello povero di Grotowsky, abbracciasse l'esperienza del cosiddetto Terzo Teatro (Odin theater) fino ad arrivare alle meraviglie contemporanee di Pippo Delbono e Danio Manfredini.

Nella loro ricerca il teatro è azione/cre-azione, come dicono loro: un modo per incidere la realtà, plasmarla, dare un significato utile all'arte. Certo, quel che si combatte a volte si rischia di diventarlo e gli stessi circuiti teatrali nati negli anni Ottanta in funzione anti borghese del teatro “classico” hanno finito per ricalcarne “meccanismi e decadenze”, ma anche solo il fatto di provare a trovare strade altre, li rendi unici nel loro genere. Se mai di genere si può parlare, Rossolevante è un ensemble di elementi che ha scelto di raccontare le altre differenze, il mondo del lavoro, il suo estremo deterioramento, la mancanza di rispetto della salute e della sicurezza del lavoratore, che si traduce nelle morti bianche, bollettino di guerra che quotidianamente ci ha abituati e anestetizzati. Dal 2002, quando hanno scelto di stabilizzarsi a Tortoli, hanno trovato la loro Arte, per un teatro che racconti il lavoro in sicurezza, per un teatro dappertutto, che ha varcato confini di fabbriche, stabilimenti petroliferi, raffinerie, ma anche scuole ospedali e molto di più. Un'arte al servizio della felicità, perché “Non di solo pane vive l'uomo, ma anche di rose” (citando un film di Ken Loach), che partendo dallo spettacolo Giorni rubati (che vede in scena, Giammarco Mereu, paraplegico in seguito a un grave incidente sul lavoro), ha raccontato in modo “buono e giusto”, senza fronzoli, il mondo della prevenzione sul lavoro e non solo, ha messo arte in quei racconti, ha condensato in un'ora, “alchemizzando” argomenti al limite del sopportabile.

Ad oggi sono una delle compagnie che ha recitato portando avanti le loro Azioni Creative in tre continenti e si apprestano a varcare i confini degli Emirati, con gli spettacoli tradotti e agiti in inglese. La magia del teatro è quella di essere un condensato di vita e chi lo fa può essere al contempo denunciante e denunciato, ma pone tutti di fronte a uno specchio da cui è impossibile sottrarsi. Rossolevante è un unicum, in Sardegna e in Italia, e dall'Ogliastra è come un megafono che dà voce e risonanza a chi voce non ha.

di F. Marceddu   
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