San Giovanni? Un bipolare! Scifoni con "Anche i santi hanno i brufoli" racconta di suoi clown da paradiso
Giovanni Scifoni con il suo nuovo spettacolo ci insegna che c'è possibilità per chiunque. Non tutti possono diventare eroi o artisti, vincere il Nobel o avere successo. Ma tutti possono diventare santi
"I Santi? Molto spesso sono persone abbastanza sbrindellate, degli scappati di casa che si trovano per le mani un compito incongruo, totalmente superiore alle loro capacità e al loro talento. Eppure...".
Sorride Giovanni Scifoni a ripercorrere quelle gesta di cui va narrando di palcoscenico in palcoscenico. Attore, scrittore, regista, dopo il successo di "Doc" e il nuovo set di "Fosca Innocenti 2" (di cui sarà new entry nella prossima stagione), il 26 agosto sarà protagonista al XXIX Festival del teatro medievale e rinascimentale di Anagni (FR) con il suo one man show "Anche i santi hanno i brufoli".
"Che è come dire, sono persone assolutamente comuni", spiega l'attore, che in scena ha già portato - e riprenderà quest'inverno - anche il suo "Santo piacere". "Quando sbatti costantemente la testa su un tema vuol dire che per te è cruciale - riflette - Per me lo è il sacro, il Vangelo, queste biografie". Solo in scena insieme ai musicisti Maurizio Picchiò e Davide Vaccari, Scifoni prende così "in prestito" vita e opere di quattro grandi personaggi: San Giovanni Bosco, Sant'Agostino, San Giovanni di Dio e Santa Francesca Romana. E insieme a loro ripercorre racconti dimenticati, quando "nonna parlava e non aveva paura a mescolare realtà e leggenda".
"E' uno spettacolo che amo portare nelle piazze, tra la gente, anche sui sagrati delle chiese - dice - Come nella commedia di giro, quando il carrozzone arrivava in paese e tirava giù i lazzi. E la gente guardava: se piacevi ti tiravano le caciotte, altrimenti erano pomodori. E se eri troppo volgare, il parroco ti cacciava a pedate. Quelli che racconto - prosegue - sono personaggi che si trovano per le mani un compito incongruo. Per certi versi - sorride - assomigliano più al clown che all'eroe, più a Charlie Chaplin che a Napoleone. Io mi pongo con spirito un po' da narratore un po' da giullare, prendendo a piene mani da Dario Fo e Giorgio Gaber". Si ferma un attimo e ripercorre. "San Giovanni di Dio è un pazzo vero, oggi diremmo un bipolare. San Giuseppe da Cupertino è meraviglioso: prova a fare il ciabattino e lo cacciano dalla bottega perché non è capace. Allora va in convento dai francescani, ma anche lì mentre prega si distrae, porta scompiglio. E lo cacciano. Gli dicono che non è 'buono' ne' per la vita pratica ne' per la vita religiosa. E invece diventa il santo dalla scienza infusa, che quando prega arriva a levitare. La chiave dello spettacolo è che anche i santi hanno i brufoli, perché sono come noi, peccatori con le loro imperfezioni. Ma proprio questo li rende molto simpatici. E dimostra che c'è possibilità per chiunque. Non tutti possono diventare eroi o artisti, vincere il Nobel o avere successo. Ma tutti possono diventare santi".
Intanto, Francesco Arlan e Viola Rispoli, gli sceneggiatori di "Doc" il grande successo di Rai1 in cui Scifoni accanto a Luca Argentero indossa il camice bianco del dottor Enrico Sandri, sono "al lavoro chiusi in un bunker a scrivere la nuova stagione" per arrivare sul set "tra marzo e aprile". Sono invece terminate da poco le riprese ad Arezzo di "Fosca Innocenti 2", la fiction di Canale 5 con Vanessa Incontrada e Francesco Arca. "Non posso dire nulla ancora, ma il mio personaggio arriva da lontano e porterà un bel po' di scompiglio tra Fosca e Cosimo", rivela l'attore che ha già un nuovo testo ad attenderlo a teatro. Si tratta di "Beginning" del londinese di David Eldridge, al debutto dal 6 al 30 dicembre alla Sala Umberto di Roma, con Francesca Inaudi e la regia di Simone Toni. "Un testo di grande ironia - anticipa - che quasi spia dal buco della serratura un uomo e una donna, soli in una stanza, alla fine di una festa. Due mondi che si incontrano e si ribaltano fra loro".