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Tremate, le streghe sono tornate e il potere maschile ha paura: una storia di uomini contro le donne

Villa Reale a Monza ospita una mostra con l’allestimento ispirato al film “Suspiria” di Dario Argento. Il curatore Luca Scarlini: “La storia della persecuzione delle streghe è quella degli uomini contro le donne e ha elementi in comune con l’orrore dei femminicidi”

Stefano Milianidi Stefano Miliani   

 “Il termine strega viene a determinarsi dal mondo della Controriforma quando la donna è vittima di un sistema repressivo terrificante. È un’invenzione rinascimentale: il potere maschile vede nella donna un nemico, mentre la donna che ha potere ha radici in tempi antichissimi. La storia della persecuzione delle streghe è quella degli uomini contro le donne e, se volessimo leggervi una continuità, ha elementi in comune con l’orrore dei femminicidi. Ricordiamoci che in Italia il delitto d’onore come osceno modo di assoluzione è finito solo nel 1983”. 

Chi parla è Luca Scarlini. Intellettuale quanto mai versatile, toscano pungente, scrittore e critico in grado di spaziare agilmente dal teatro all’arte, dalla letteratura alla radio alla musica, interviene in veste di curatore della mostra “Stregherie. Fatti, scandali e verità sulle sovversive della storia”, in corso fino al 26 febbraio 2023 al Belvedere della Villa Reale di Monza.

Da Dürer a “Suspiria” di Dario Argento

Con un allestimento liberamente ispirato al film “Suspiria” di Dario Argento del 1977, tra “voci, sussurri e grida in dieci stanze” la rassegna raccoglie opere di Dürer, Goya o Delacroix, illustratori anonimi, trattati cinquecenteschi, manifesti cinematografici, amuleti, feticci e altri oggetti. Due le fonti principali dei pezzi prestati: il Museum of Witchcraft (il museo della stregoneria) di Boscastle, in Cornovaglia, e la collezione privata Guglielmo Invernizzi.

Clicca qui per “Stregherie”

Donne uccise in India, Ghana e da Boko Haram in Nigeria  

Quanto riferisce Scarlini ci immerge subito in un presente di cui pochi di noi hanno contezza: “La stregoneria è reato in molti paesi e molte donne vengono perseguitate. L’anno scorso nel mondo ne sono state eliminate ben mille come streghe. Paesi come il Ghana o l’India prevedono di perseguitare una strega o di affidarla al linciaggio popolare”. Non bastasse, la settimana scorsa nella Nigeria nord-orientale nel Borno State i jihadisti di Boko Haram hanno rapito e sgozzato 14 donne in un centro abitato e poi 12 altre in un altro paese. La ragione o, meglio, il pretesto? Il comandante del gruppo di terroristi, Ali Guyile, le ha sequestrate e accusate di essere streghe che avrebbero provocato la morte dei suoi figli.

Se in Europa non vediamo simili efferatezze, secondo Scarlini nelle posizioni di potere si vede comunque “una delineata disposizione degli uomini contro le donne. Pensiamo a quei governanti europei come Orban che hanno detto che le donne sono troppo indipendenti e moderne e l’Ungheria ha troppe laureate”. Dopo di che il curatore accenna a una dimensione privata, anzi privatissima e nascosta: “Considerato quante fattucchiere tengono i politici italiani di ogni orientamento politico, direi che non ne siamo indenni. Non se ne parla ma donne che interpretano il futuro sono ben dentro le corti del Paese”.

 

Copia del Malleus Maleficarum, trattato pubblicato nel 1487 dal frate domenicano Heinrich Kramer sulla caccia alle streghe, in un’edizione stampata a Venezia nel 1574 ed esposta a Monza. Fonte profilo Instagram di “Stregherie. La mostra”

 

Il rapporto con il potere quindi è spesso diretto. Basti pensare alle tre streghe del Macbeth di Shakespeare messo in versione operistica da Verdi: “Oltre a essere straordinarie anche per il fatto fonico (il curatore è un esperto notevole di lirica, ndr), in Verdi le streghe non a caso dialogano con il potere e annunciano una profezia a Macbeth. Tra le opere esposte abbiamo un incisore dell’area di Dürer, Hans Burgmair, il quale rappresenta Massimiliano d’Asburgo che cerca una istruzione e ha davanti un sapiente religioso, un sapiente laico e una strega: sono messi alla pari”.  

Clicca qui il Museum of Witchcraft and Magic di Boscastle (Gran Bretagna)

Tra lo slogan femminista e i romanzi 

Anche senza riprendere uno slogan così efficace del femminismo storico quale è  “Tremate, tremate, le streghe son tornate”, potremmo rilevare come il tema riaffiori periodicamente. L’appuntamento monzese cita un romanzo storico connesso alla storia locale, La strega di Monza, scritto da Giuseppe Bertoldi da Vicenza nel 1861. Chi era costei? “La Matta Tapina, Strega herbaria, che visse nel ‘Bosco Bello’, selva poi inglobata nel Parco di Monza”, riporta la nota stampa.
Nella narrativa italiana odierna la scrittrice Chiara Tagliaferri ha da poco pubblicato Strega comanda colore (Mondadori, pp. 252, 19 euro): è un romanzo descritto dalla casa editrice come una saga familiare e una storia di liberazione di una giovane che lascia la casa familiare nella Bassa Padana “dove una nonna feroce tiene in scacco la famiglia a colpi di umiliazioni e crudeltà” per cercare una sua dimensione a Roma dove troverà, dopo molte vicende, un suo percorso affettivo e di libertà.  

Tra Ovidio e la misteriosa Aradia 

Tornando a Monza, la storia “parte da un’antichità mitica” dove “la donna con un potere stregonesco” viene individuata in opere tra le quali le Metamorfosi di Ovidio, fa sapere sempre Scarlini. Il quale ricorda che “la figura delle signore adepte della grande madre esiste da tempi preistorici” ed evoca un’altra figura di cui pochi sanno: “Aradia”: “È una storia non conosciuta perché c’è censura. È l’unica forma di un Vangelo delle streghe scoperta dal folclorista americano Charles Godfrey Leland nel 1890 a Marradi in Toscana. Questo libro è il tramite tra il mondo antico delle streghe e il presente”.

Annotato ciò Scarlini commenta: “Molte streghe attuali sono femministe e si ispirano al culto di Aradia. Non sono personaggi pubblici, ne conosco alcune, devono stare nascoste”. La ragione? “Siamo nello stato vaticano, non se n’è accorto? – domanda al cronista - Lo si vede: se fai una mostra sull’occulto non è in un museo pubblico. Abbiamo interpellato vari musei pubblici e hanno risposto ‘picche’ perché sono temi non graditi. Non a caso tutte le opere in mostra vengono da collezioni private inclusa quella del museo in Cornovaglia”. L’idea di fondo su cui poggia “Stregherie”? “L’idea è dire che non è un fatto storico passato, lontano, bensì è molto presente, e deriva dalla produzione Vertigo Syndrome: mi ha chiamato per fare un lavoro sulla collezione Invernizzi, l’unica italiana sulle streghe, tema di cui mi sono occupato”.

Accompagna la rassegna un volume edito da Skira.

Clicca qui per la reggia di Monza

 

Stefano Milianidi Stefano Miliani   
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