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Le sconcertanti pietre di Ica: uomini su dinosauri, Atlantide e tecnologie avanzate migliaia di anni fa

Più di 20mila quelle raccolte dal medico Javier Cabrera in Perù. Dovrebbero avere migliaia di anni e rappresentano uomini a cavallo di pterodattili o che osservano il cielo col cannocchiale. Ma anche costellazioni, operazioni a cuore aperto e strani strumenti. Vere o false? Gli studiosi si dividono. Come e quando sono state scoperte

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   

La storia del ritrovamento delle famose pietre della località peruviana di Ica è destinata a lasciare aperte miriadi di discussioni e dubbi. Troppi i punti interrogativi in sospeso. Ma per comprendere meglio il tutto ripercorriamo dall'inizio la controversa vicenda.

Tutto parte dalla collezione raccolta in Perù dal medico Javier Cabrera Darquea che fondò anche un museo per esporla al pubblico: circa 20mila pietre di andesite di varie forme e grandezze, ricoperte da raffinati disegni di animali preistorici o sconosciuti, mappe, avanzate tecnologie e costellazioni.

L'inizio della storia

Si racconta che Cabrera, medico molto stimato, un giorno curò gratuitamente un povero contadino. Dopo qualche giorno questi si presentò da lui con una pietra finemente scolpita e gliela regalò in segno di gratitudine. Cabrera la accettò di buon grado e la utilizzò come fermacarte. Quando capitò sotto gli occhi di un esperto però tutto cambiò. “Dottore – disse l’uomo – come mai ha questa pietra? Il pesce che raffigura è estinto da milioni di anni, risale al tempo dei dinosauri”. Il medico fu profondamente sorpreso, intuì quanto quell'oggetto litico fosse prezioso, cercò il campesino che gliene aveva fatto dono e si fece rivelare il luogo del ritrovamento. Iniziò così una lunga ricerca destinata a dar vita alla sua nota collezione. Non solo, molti campesinos furono felici di cedere al medico molte Piedras diseñadas.

Ma da dove provenivano le enigmatiche pietre di Ica? Secondo una certa versione un’alluvione avrebbe spostato una gran massa di terra lungo un fiume rivelando una grotta. Due campesinos l’avrebbero trovata rinvenendo al suo interno cumuli di pietre magistralmente incise. Così alcune di queste cominciarono a circolare. Dopo qualche tempo, interrogati dalla polizia, i due avrebbero tuttavia dichiarato di averle scolpite loro. Da tener presente però che in Perù il traffico di reperti archeologici è punito molto duramente. I due contadini potrebbero aver mentito perciò per paura delle conseguenze del loro comportamento.

La faccenda insomma potrebbe risultare più complicata

Per ora diciamo che le immagini traslate su quei sassi risultano in effetti stupefacenti. Si va da uomini che scrutano il cielo tramite un cannocchiale ad altri che cavalcano pterodattili o appaiono al cospetto di dinosauri. Una cosa sconcertante, visto che simili animali si sono estinti, secondo la scienza accademica, prima dell’evento degli esseri umani. Ma non sono meno discutibili le raffigurazioni di altre varietà zoologiche sconosciute, di chirurghi intenti a eseguire interventi a cuore aperto o tagli cesarei, di derive dei continenti, mappe geografiche con rappresentazioni delle terre scomparse di Atlantide e Mu, costellazioni ed evidenze astronomiche acquisite solo recentemente dall'attuale genere umano.

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Falsi destinati ai gonzi per alcuni. Per altri si tratterebbe invece di incisioni realizzate da una civiltà presente sulla Terra milioni di anni fa. I rappresentanti di tale civiltà sarebbero stati la conseguenza dell’intervento di una razza aliena capitata sul nostro pianeta molte ere or sono. Una storia rappresentata dalle incisioni sulle misteriose pietre in maniera molto precisa, come affermava in uno scritto del 1991 un giornalista americano, dopo l’incontro col dottor Cabrera. Brad Steiger spiegò in quel frangente che le pietre parlano dei progenitori dei sapiens delineandone l’evoluzione: prima anfibi, poi rettili e da ultimo mammiferi. Le incisioni sarebbero opera insomma di un'antica razza poi scomparsa.

Secondo lo stesso Cabrera queste antiche ed evolute creature sarebbero nate da manipolazioni genetiche eseguite da esseri proveniente dallo spazio ed annientate, in seguito, da uno spaventoso cataclisma.

Ovviamente la vicenda è scioccante e inevitabilmente controversa. Se non altro perché nessun uomo preistorico, nel periodo indicato, poteva essere al corrente di informazioni come quelle incise sui ciottoli di andesite di Ica. Resta tuttavia la questione di fondo. Si tratta di vedere, cioè, se quelle testimonianze - nel caso antichissime - siano vere o false.

Le posizioni degli esperti a questo proposito sono contrapposte. Secondo alcuni gli inquietanti reperti furono riportati alla luce da un violento terremoto o, appunto, da una inondazione. Ma stando alla testimonianza dello studioso Yves Naud le pietre provverrebbero per lo più da sepolture e sarebbero state vendute, a Cabrera e ad altri, dagli indios”. L’esperto sottolinea che “nella zona non c'è famiglia di campesinos che non ne conservi almeno una. E sebbene gli scettici continuino a parlare di falso, è certo che i graffiti sono noti almeno dal XVIIº secolo, come testimoniano documenti d'epoca”.

Non mancano, in definitiva, elementi di opacità in questa storia. In ogni caso molti altri studiosi hanno ritenuto le pietre autentiche dopo averle studiate a fondo. Secondo il geologo americano Ryan Drum, che le analizzò con un microscopio elettronico, esse non presentano tracce di manipolazioni.

Alla fine l’esperto ebbe modo di osservare: “Se le pietre sono genuine, allora hanno un incredibile valore; se sono uno scherzo, per il loro numero, la mole e l'accuratezza dei dettagli dovremmo studiare antropologicamente il loro autore...".

Allo stesso risultato sono giunte istituzioni, specie universitarie, che hanno condotto analisi su tali reperti.

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Va detto inoltre che le pietre sono migliaia e migliaia, ed è difficile che dei poveri contadini possano averne lavorate così tante. Solo la collezione di Cabrera sarebbe costituita da più di 20mila pietre e, secondo quanto da lui stesso evidenziato, ce ne sarebbero in giro almeno 50mila. E’ singolare poi che i campesinos vendessero queste pietre ai turisti ad un prezzo molto basso, non sufficiente neppure a compensare il lavoro che ci sarebbe voluto per realizzarle.

Certo, la domanda resta sempre e comunque quella: sono autentiche? E lo sono tutte o ne esistono di artefatte?

Per Joseph Blumrich, ex-esperto della NASA, seguace della teoria degli antichi astronauti, esse sarebbero assolutamente autentiche e rappresenterebbero una prova evidente del fatto che il nostro pianeta in passato è stato meta di visitatori extraterrestri.

Stupefacente? Ovviamente non tutti la pensano allo stesso modo

Secondo Federico Kauffmann Doig, affermato archeologo peruviano, il problema non dovrebbe nemmeno porsi. Basti pensare, fa notare lo studioso, che “nel 1967 è stato rintracciato uno degli autori di queste pietre: tal Basilio Uchuya che ha confessato di essere l'autore delle incisioni. Non credo che l'argomento meriti più indagini di quante non ne siano state già fatte". Va aggiunto che anche un altro campesino dichiarò di aver realizzato lui le pietre che aveva venduto.

Tutto risolto quindi?

Nemmeno per sogno. C’è infatti chi distingue tra pietre false (poche in proporzione) e pietre autentiche. Lo studioso francese Robert Charroux, a fine anni ’70, dichiarava per esempio: “Ho esaminato le pietre false incise da Basilio Uchuya e la differenza è palese, il tratto è pesante e grossolano. Non è possibile confondere questi disegni così maldestri con le magistrali incisioni autentiche. Vorrei sapere poi come ha fatto Basilio a realizzare, dal 1960 al 1967, ben 11.000 pietre”. Del resto pare che siano tantissimi i contadini peruviani che ne hanno venduto soprattutto a stranieri. Possibile che solo in due abbiano, dopo tanti anni, dichiarato di aver inciso di propria mano le pietre? Senza contare che esse sono di andesite, materiale antichissimo e durissimo, difficile da incidere. E ancora, se il fine era quello di produrre dei souvenir da proporre ai turisti perché sono state trovate pietre incise di mezza tonnellata? E da quali fonti dei campesinos per niente acculturati avrebbero copiato quelle immagini negli anni 60, visto che nessun testo le riproduceva?

Senza contare che nelle incisioni non sono mai state trovate tracce di metallo a seguito delle analisi. Come le hanno scolpite allora i campesinos in una maniera così raffinata? Che tecnologia hanno utilizzato?

Ma non è solo questa la questione strana. Simili pietre sono state trovate anche altrove. “In Colombia – fa notare ancora l’esperto transalpino – esiste una collezione analoga dell'archeologo dilettante Jaime Gutierrez Lega”. In pratica un centinaio di piccole pietre ma, tra queste, una parecchio particolare: quella che recherebbe incisa “la struttura microscopica dei geni e dei cromosomi".

Sconvolgente e affascinate, no?

Poi c'è anche dell'altro: analisi fatte da Università americane ed europee hanno stabilito che le ossidazioni sull’andesite dovevano avere almeno 12mila anni. La scienza ufficiale però ha sempre rifiutato tali conclusioni parlando di errori. Quelle pietre – si è detto in sintesi - sono false in quanto “presentano incongruenze antropologiche e paleontologiche”. Dunque, semplicemente, secondo la scienza ufficiale, non possono esistere. Insomma, costringerebbero a cambiare radicalmente la storia dell'uomo com'è stata finora raccontata .

Secondo studi fatti da una Università spagnola alcune pietre incise trovate durante scavi mirati in Perù, simili a quelle del dottor Cabrera, risalirebbero a circa 66mila anni fa, ed altre a circa 99mila anni fa.

Un’ultima notazione: il dottor Cabrera era convinto che le raffigurazioni di Ica fossero in qualche modo collegate alle linee di Nazca che presenterebbero spesso, in sostanza, gli stessi disegni.

Che dire? La verità ancora una volta si rivela incerta. A quando risalgono davvero le pietre di Ica e chi le ha incise? Sono un'incredibile truffa o un serio ed appassionante dilemma posto all’archeologia e alle scienze? Il dubbio, maestro di vita, per ora rimane. La ricerca, inevitabilmente, continua.

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