L'ultima follia di Massimo Cotto. Quando Leonard Cohen gli preparava le uova strapazzate
"Torna la voce di mio marito attraverso una piccola magia", racconta Chiara Buratti, moglie del giornalista e scrittore scomparso improvvisamente l'estate scorsa. E ci svela una storia incredibile

Massimo Cotto se ne è andato improvvisamente la scorsa estate eppure la sua voce unica, così evocativa nel raccontare per tanti anni alla radio migliaia di storie che si celano dietro ogni artista, continuerà a riecheggiare tramite un progetto che ha qualcosa di magico. Si chiama “Pictures of you” ed è una mostra composta da oltre 50 fotografie scattate da Henry Ruggeri di grandissimi artisti come Pearl Jam, Foo Fighters, Rolling Stones, Ramones, Madonna ma inquadrando ogni fotografia appariranno direttamente sul telefono dei visitatori in realtà aumentata i contributi video che erano stati realizzati appositamente proprio da Massimo Cotto, giornalista e scrittore, autore di oltre 70 libri tra romanzi, saggi e biografie di tanti protagonisti della musica, oltre che tra le voci più amate di Virgin Radio.
La voce di Massimo Cotto torna in modo magico
“È l’ultima follia di mio marito”, racconta Chiara Buratti, attrice, conduttrice e moglie di Massimo Cotto. “Sia Massimo sia Henry Ruggeri sono due narratori, uno attraverso le immagini, l’altro tramite le parole. E insomma si sono trovati; tra loro due negli ultimi anni è nata una fortissima amicizia sfociata in questa collaborazione che ora diventa un’esperienza immersiva. In pratica c’è un’applicazione, Notaway che ti permette, inquadrando l’immagine sul muro o sul libro, di vedere e sentire Massimo mentre racconta una storia legata all’artista raffigurato. La stiamo portando in giro e ora faremo un grande evento a Milano in uno spazio bellissimo che si chiama Parco, dal 22 al 23 marzo”.
Quando Leonard Cohen gli preparava le uova strapazzzate
E a proposito di Massimo Cotto e della sua straordinaria capacità di cogliere dettagli e sfumature e di descrivere caratteri e profondità insondabili dei grandi artisti che ci hanno illuminato il cuore, Chiara Buratti ci svela qual è tra le tante storie raccontate quella che divertiva di più Massimo. “Lui era molto attratto dalle storie tragiche, dalle ombre che si nascondevano dentro le anime più tormentate di grandi artisti. Siamo stati in quasi tutti i cimiteri dove riposano i vari Jim Morrison, Elvis Presley e così via. Ma mi piace raccontare una storia divertente che lui mi raccontava spesso per darmi l’idea di come le cose fossero cambiate nel mondo della comunicazione musicale. Oggi per intervistare un artista devi oltrepassare diversi filtri, tra segretari, agenti, case discografiche e uffici stampa. Anni fa invece era tutto molto più diretto e semplice. Così, quando gli servì mettersi in contatto con Leonard Cohen per un lavoro che stava facendo sulle sue canzoni, Massimo contattò la casa discografica. E quelli immediatamente gli diedero il numero di casa di Cohen. Oggi sarebbe davvero impossibile. Massimo fa il numero e dall’altra parte dell’Oceano Cohen risponde: “Hello…”. Gli diede appuntamento di lì a un mese e quando dopo 30 giorni Massimo andò in Canada e suonò il campanello, si ritrovò davanti Leonard Cohen ad aprirgli la porta. Non solo. Cohen lo ospitò a casa sua per una decina di giorni, "prenditi il tempo che ti è necessario, puoi stare qui da me quanto vuoi". E così Massimo si ritrovò in questa incredibile convivenza con uno degli artisti più grandi del mondo che, tra l'altro, ogni mattina gli preparava le uova strapazzate. Ti rendi conto? Massimo anche a raccontarlo faceva fatica a crederci. E tra le tante cose che Cohen gli raccontò, c’era un insegnamento di sua madre che poi Massimo cercò di fare suo. “Quando hai troppi pensieri per la testa, quando sei stressato e non trovi una via d’uscita, lascia perdere tutto e fatti la barba”. Io qualche volta ci ho provato con la corsa... Ma insomma di certo quella di Leonard Cohen era una mamma molto rock”.
