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L'incredibile storia di Louis Wain, l'artista che svelò l'anima dei gatti

L'illustratore inglese conquistò la fama nell'Inghilterra dei primi del Novecento con i ritratti e scenette di gatti

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
L'incredibile storia di Louis Wain, l'artista che svelò l'anima dei gatti

Non tutti i gatti possono vantarsi di avere dato ispirazione a un artista, e certamente in pochissimi possono dire di aver contribuito a cambiare per sempre la percezione della razza felina agli occhi dell'uomo. Nessuno poteva immaginare che la carriera di Louis Wain, pittore e illustratore inglese nato a Londra nel 1860, sarebbe cambiata proprio dopo l'incontro con Peter, un micio bianco e nero di pochi mesi che si trovava a vagare solo nelle campagne alla periferia della capitale.

 Un gatto da compagnia

Nell'Inghilterra di fine Ottocento, mentre i cani di piccola taglia erano già accomodati nei salotti delle famiglie benestanti, i gatti erano spesso relegati nei fienili per cacciare i topi; la moda dei gatti da compagnia era ancora poco diffusa, e solo nel 1871 Londra ospitò la prima esposizione felina mentre iniziavano a nascere associazioni per preservare e diffondere le varietà feline domestiche; in Italia dovremo attendere il 1934 per conoscere la prima associazione nazionale felina. Quando Luis e sua moglie Emily Richardson, ex istitutrice sposata pochi anni prima, incontrano il micio a cui danno nome Peter, tenere in casa un gatto da compagnia era ancora una bizzarria. I due sposi vivevano allora un momento molto triste: Emily aveva appena saputo di essere malata di tumore al seno ed era consapevole che presto avrebbe lasciato questo mondo; Louis, il fratello maggiore di sei sorelle, manteneva con il suo lavoro di illustratore tutta la famiglia caduta in disgrazia dopo la morte del padre. Quel gattino avrebbe certamente alleviato quei giorni di angoscia.

I gattini di Natale

Louis, che si era specializzato in ritratti di cani e altri animali, iniziò a disegnare Peter per gioco. Erano schizzi a matita, in bianco e nero e colorati, realistici o più astratti. Peter e i gatti divennero una presenza fissa nella produzione di Wain, tanto che la moglie gli suggerì di pubblicare i disegni. Non visse abbastanza per vedere realizzato quel progetto, ma Louis ottenne l'incarico di illustrare 11 tavole con i suoi gatti antropomorfi nel 1886 per il numero natalizio di Illustrated London News. Fu un successo senza precedenti: da quel momento i disegni firmati Louis Wain entrarono nelle case degli inglesi e i gatti iniziarono a essere visti con uno sguardo nuovo, come animali simpatici e buffi e molto più vicini all'essere umano di quanto si pensava fino ad allora, impegnati in azioni quotidiane mentre prendevano il té, suonavano strumenti musicali, leggevano libri e giornali e sorseggiavano un drink seduti al bancone di un bar. I gatti di Wain divennero cartoline illustrate, libri per bambini e stampe e conquistarono una grande popolarità e diffusione.

La svolta americana e il ritorno a Londra

A 47 anni l'artista lasciò il vecchio continente per New York: la città gli regalò grande fama e successo per le sue illustrazioni pubblicate dal gruppo editoriale Hearst, ma Wain non amava la Grande Mela e non riuscì comunque a raggiungere la stabilità a causa di alcuni investimenti sbagliati. Tornò presto nella sua amata Inghilterra dove continuò a dedicarsi ai gatti, ormai protagonisti esclusivi delle sue creazioni. Fu impegnato attivamente anche in diverse associazioni benefiche animaliste, e per diversi anni fu presidente del National Cat Club. 

Un artista povero e una fama postuma 

Nonostante il successo, Louis Wain, che continuò con i suoi guadagni a mantenere la famiglia, visse sempre in ristrettezze economiche. Raccontano che gli ultimi anni della sua vita furono particolarmente tristi: la sua mente era in preda ad allucinazioni e visioni dovute probabilmente a una schizofrenia, e nel 1924, a 64 anni, le sorelle lo fecero ricoverare in un ospedale psichiatrico. Le misere condizioni in cui era trattenuto attirarono molte polemiche, tanto che diverse personalità della cultura, tra cui lo scrittore inglese H.G. Wells, si spesero per trasferirlo in uno spazio più confortevole: trascorse gli ultimi anni della sua vita al Napsbury Hospital, a nord di Londra, una struttura immersa nel verde che ospitava una colonia felina, dove morì nel 1939 circondato dagli amici di una vita. 

Se in Inghilterra il nome di Wain risuonò ancora a lungo molti anni dopo la sua morte, fuori dal Regno Unito i suoi lavori erano poco noti: verso la fine degli anni Settanta il cantante e musicista australiano Nick Cave rimase affascinato dalla sua arte e iniziò a collezionare illustrazioni e disegni, scoprendo che anche un suo caro amico e musicista, David Tibet, ne aveva una collezione consistente. Cave organizzò la prima mostra dedicata ai gatti di Wain in Australia, contribuendo così a farne conoscere l'arte in tutto il mondo.

Non stupisce dunque che Nick Cave sia stato invitato a recitare un cameo nel film "Il visionario mondo di Louis Wain", film biografico diretto da Will Sharpe e approdato sul grande schermo lo scorso autunno: il musicista australiano compare verso la fine nel ruolo di H.G. Wells mentre lancia un accorato appello per dare un sostegno a Louis Wain, ormai vecchio e sofferente. Lo scrittore inglese amava dire che Louis "Ha fatto proprio il gatto. Ha inventato uno stile felino, una società felina, un intero mondo di gatti. I gatti inglesi che non prendono esempio e non vivono come quelli di Louis Wain si vergognano di sé stessi”.

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
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