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L'enigma dell'italiano che ha rubato mille libri inediti ed ora è lui stesso protagonista di un romanzo

Filippo Bernardini fingendosi editor di successo ha frodato migliaia di scrittori facendosi inviare i loro manoscritti. Solo per il gusto di leggerli?

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
L'enigma dell'italiano che ha rubato mille libri inediti ed ora è lui stesso protagonista di un...

Venerdì 6 gennaio davanti al Tribunale Federale di Manhattan, presieduto dalla giudice Sarah Netburn, si è dichiarato colpevole. Ma non ha saputo spiegare le ragioni della frode telematica che ha messo a punto dal giugno 2016 fino al 5 gennaio 2022 quando è stato arrestato dalla Fbi all’aeroporto JFK di New York, dove era appena atterrato per una vacanza negli Stati Uniti. Ora, dopo aver pagato una lauta cauzione, è in libertà vigilata, controllato h24 attraverso un braccialetto elettronico e aspetta la sentenza definitiva fissata per il 5 aprile. Il protagonista di questa storia, che sembra la trama di un romanzo, si chiama Filippo Bernardini, ha 30 anni, viene da Amelia, in provincia di Terni e fino a un anno fa aveva un ottimo lavoro a Londra: dipendente del colosso editoriale Simon & Schuster che naturalmente l'ha licenziato seduta stante.

Filippo Bernardini sui social

 

Buona famiglia, studi di alto livello e una certa esperienza nel settore per farsi consegnare via posta elettronica oltre mille manoscritti inediti di autori famosissimi, da Margaret Atwood a Ian McEwan o Sally Rooney, ma anche di giovani, sconosciuti talenti. Per oltre sei anni si è finto editor, talent scout. Ha registrato "160 indirizzi email simili a quelli di persone esistenti nel mondo dell’editoria, cambiando solo qualche lettera" e si è messo a caccia. Ha dragato le vite di autori in Asia, Europa, America, li ha convinti di essere molto affidabile e ha rubato le loro opere. Il perché resta un mistero: Bernardini non ha chiesto riscatti, non ha pubblicato in Rete i manoscritti. Li ha tenuti dentro il proprio computer, li ha letti e basta. Voleva "solo" possederli prima degli altri? Non si sa. Era la sua una piccola prova di onnipotenza, gabbare il regno degli scrittori e farla franca? Non è chiara neppure questa ipotesi. Ma per farlo si è spacciato addirittura come titolare della Penguin Random House, altra celebre casa editrice, utilizzando il dominio “penguinrandornhouse.com” invece di “penguinrandomhouse.com”, mettendo “rn” al posto di “m”.

Agenti, redattori e giudici del Booker Prize sono stati tutti vittime di tentativi di phishing di Bernardini attraverso indirizzi e-mail dall'aspetto ufficiale ma leggermente alterati. In un'intervista a The Bookseller nel 2019 proprio Margaret Atwood ha confermato che c'erano stati "sforzi concertati per rubare il manoscritto" del suo libro, The Testaments, prima che fosse pubblicato. "Mi arrivavano richieste strane da più persone che mi pregavano di inviare loro anche solo tre pagine del mio romanzo inedito", ha raccontato la scrittrice. Anche Daniel Sandström, direttore dell'editore svedese Albert Bonniers Förlag, è stato preso di mira. All Bbc ha detto: "Non riesco a capire le motivazioni alla base delle richieste di Bernardini. Non ha ottenuto né soldi, né fama con la sua truffa. Credo ci sia un enigma psicologico alla base di questa storia".

E così deve essere, perché Filippo Bernardini non aveva ragioni particolari per trasformarsi in un "thief of books" come lo ha bollato la stampa americana. Era un professionista in crescita, con un curriculum di tutto rispetto. Scrive La Stampa: "Laureato alla Cattolica di Milano, master in editoria alla Ucl di Londra, poliglotta, traduttore dal cinese. I nostri editori lo conoscono bene, non solo per i contatti professionali: con Feltrinelli ha firmato la versione italiana di Noi siamo la rivoluzione, il libro del leader studentesco Joshua Wong, sulla lotta per la democrazia a Hong Kong, e per La Nave di Teseo il romanzo La nostra storia di Rao Pingru". E allora cosa è scattato nella testa di questo giovane uomo che rischia fino a quattro anni di carcere e una multa da 75mila dollari? Forse la chiave di volta è nel suo profilo Linkedin in cui cita «l'ossessione per la parola scritta e per i linguaggi» e il gusto per un lavoro che «assicura ai libri la possibilità di essere letti, tradotti e apprezzati in tutto il mondo". Un'ossessione appunto, che sembra lo abbia portato a inventarsi altre vite pur di accaparrarsi lo scritto ancora non pubblicato.

 

 


Se invece Bernardini voleva egli stesso diventare il protagonista di un libro, ci è già riuscito. La Compagnia editoriale Aliberti ha appena pubblicato Il ladro di libri - la spy story che ha fatto tremare l’editoria mondiale un testo a firma di Agente Italiano, pseudonimo dietro il quale opera un gruppo di giornalisti d'inchiesta che "propone un’ipotesi estrema, sulle tracce di un thriller fra Gutenberg e l’Intelligenza Artificiale. Un romanzo simultaneo, che racconta fatti veri proprio mentre accadono, e si serve anche della fiction come unico modo che permette di arrivare, paradossalmente, a un’ipotesi di verità". Basterà a soddisfare la compulsione del trafugatore di storie altrui?

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
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