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Flo Nightingale, la ragazza che trasformò in missione il lavoro delle infermiere

Oggi è la giornata di chi assiste i malati in memoria di una inglese che nell'Ottocento dettò le regole in corsia. Prima norma: lavarsi spesso le mani

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
Flo Nightingale, la ragazza che trasformò in missione il lavoro delle infermiere

Era nata il 12 maggio del 1820 a Firenze. Per questo la chiamarono Florence. Florence Nightingale. A questa ragazza di ottima famiglia inglese, tempra d'acciaio e idee avanzatissime, dobbiamo l'invenzione dell'infermieristica moderna. Prima di lei le assistenti in ospedale - quasi tutte donne - erano considerate alla stregua di semplici vivandiere, o peggio sguattere. E invece Florence, detta Flo, restituì valore, dignità e centralità al ruolo delle nurse miscelando conoscenze mediche e dati statistici. Non a caso oggi è la giornata in cui si celebra la figura indispensabile delle infermiere e degli infermieri, la categoria che ha pagato un prezzo troppo alto durante la pandemia: almeno tremila vittime nel mondo. Figure iconiche nella lotta contro il virus. Le immagini dei loro volti, dei loro gesti, sono entrate di diritto nella storia del Terzo Millennio. I lividi della mascherina testimoniati con un selfie da Alessia Bonori, ospedale di Grosseto, la fatica di Elena Pagliarini crollata sul pc dopo giorni di turni massacranti a Cremona, la tenerezza di Katia Sandroni che bardata come un palombaro gioca con un neonato in rianimazione nel nosocomio di Ancona. Fino alla World Press Photo 2021, la foto dell'anno firmata dal danese Mads Nissen e scattata a São Paulo. Anche qui al centro c'è una nurse che abbraccia un'anziana paziente malata di Covid-19. Di loro, di queste operatrici che hanno messo l'anima nel loro lavoro, sarebbe fiera Flo.


Appassionata di teologia, profondamente religiosa, Nightingale preferì le durissime mansioni in corsia al matrimonio. Credeva nella parità tra sessi e per tale ragione con un manipolo di volontarie partì per assistere i feriti della Guerra di Crimea. E a Sebastopoli, in Turchia, riorganizzò l'ospedale da campo delle truppe inglesi denunciando l'indifferenza e le disattenzioni degli alti ufficiali nei confronti dei soldati lasciati senza acqua né cibo a morire sulle lettighe. Una scelta che le costò l'ostilità e il dileggio da parte dei vertici militari dell'Impero britannico che provarono in tutti i modi a contestarne il ruolo e i metodi, a boicottare l'opera di quella "donnetta troppo petulante". Lei non fece una piega e andò avanti nella sua missione: curare. Omaggiata dal cinema, dalla letteratura, in tv con un drama di recente trasmesso dalla Bbc, Flo resta il simbolo dell'assistenza, l'eroina inflessibile, tostissima, senza macchia né paura.


Un personaggio di snodo nell'Inghilterra vittoriana: tanto progressista nelle osservazioni scientifiche, quanto conservatrice e monacale nel privato. Lo zelo religioso, la disciplina ferrea, l'educazione affettata e la gestione verticistica furono i cardini della sua Nightingale Training School, la scuola di formazione per infermiere aperta a Londra nel 1860. In quello stesso anno pubblicò un manuale - Notes on Nursing - che resta ancora oggi uno dei testi chiave dell'infermieristica. In questo, la signora con la lanterna che vegliava i malati in corsia fino a notte fonda, fu davvero una pioniera individuando la relazione stretta tra patologie e ambiente. Ambiente che deve possedere almeno cinque requisiti essenziali per essere salubre: "aria pulita, acqua pura, sistema fognario efficiente, pulizia, luce".
A rileggerla oggi colpiscono l'acume, la lucidità, il formidabile intuito. Fu Florence, ben prima degli studi epidemiologici, a spiegare quanto fosse indispensabile l'igiene personale, soprattutto nei reparti di maternità e pediatria dove "è impensabile morire di parto". Scriveva: "Ogni infermiera deve badare a lavarsi le mani frequentemente nella giornata; tanto meglio, se si lava anche la faccia. Taglia corte le unghie, tienile scrupolosamente pulite". E ancora, per ribadire il ruolo della nurse: "Ricorda questa grande e tremenda peculiarità dell’essere infermiera, e specialmente infermiera d’ospedale, ovvero quella di trovarsi nell’unica situazione – le regine non fanno eccezione – in cui una donna è davvero la responsabile di molti uomini".
Oggi ricordando il compleanno di miss Nightingale, rendiamo omaggio a chi continua la sua opera con testarda pervicacia. A chi non arretra, a chi ha messo a disposizione il proprio cellulare per l'ultima chiamata di un anziano solo in una casa di riposo, a chi dona una carezza mentre negli ospedali si continua, ieri come oggi, a combattere mille guerre.

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
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