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I predatori del sesso a caccia di adolescenti on line: come salvarsi dalle loro trappole

Si intitola "La bambola di pezza" il corto con la partecipazione di Claudia Gerini che fa luce sul grooming, l'adescamento dei minori in Rete

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
I predatori del sesso a caccia di adolescenti on line: come salvarsi dalle loro trappole

Sono nascosti tra le pieghe del digitale, setacciano i social network, vanno a caccia, non hanno scrupoli e quando individuano la vittima scatta la trappola. Ogni giorno almeno 500mila predatori sessuali sono attivi in Rete: cercano soggetti molto giovani, tra i 12 e i 15 anni. Si chiama tecnicamente "grooming on-line", è adescamento a tutti gli effetti con l'obiettivo di sfruttare la ragazza e il ragazzo a livello sessuale o comunque di ridurre la "preda" in uno stato di soggezione, asservimento, perenne paura.

Di questo argomento mai troppo raccontato, dibattuto, ma che coinvolge migliaia di adolescenti tratta La Bambola di pezza, il corto presentato alla Mostra del Cinema di Venezia per la regia di Nicola Conversa che ha vinto il contest dedicato a un tema così scottante e drammaticamente attuale. Un progetto ampio, articolato, transmediale con il lancio di una multipiattaforma altamente innovativa, pensata per andare incontro e informare il pubblico dei teen, sempre più connesso. Quindi anche una serie di cinque puntate su podcast, un artwork realizzato da Fumettibrutti e altri due corti in Virtual Reality.
La Bambola di pezza è una storia raccontata con semplicità, proprio perché arrivi dritta agli interlocutori più giovani, ma che non tralascia alcuna delle complessità del fenomeno, soprattutto gli abissi dell'anima di chi finisce in una rete di prevaricazioni, ricatti, minacce, richieste sempre più pressanti, mortificanti, inaccettabili. La voce narrante è quella di Claudia Gerini, nella parte di una psicologa criminologa che racconta le tappe del grooming: la fascinazione, le promesse, le false identità, i mille complimenti, l'adulazione. Finché la preda ci casca, si invaghisce, crede a ogni bugia, si isola e si concede. A quel punto tornare indietro è un calvario.

La locandina firmata da Fumettibrutti

Mariasole Pollio interpreta Mia, 15 anni, che scrive un diario on line. Il predatore è giovane, bello: la spia, la studia e poi sferra il colpo. Sembra un principe azzurro, è affettuoso, presente, disponibile così tanto da confonderla: io sono tu, tu sei me. Lei è la bambolina di pezza che si fa fotografare per compiacerlo. Fino al drammatico epilogo.
Mariasole nella realtà ha 19 anni e le idee molte chiare. Dice: "Il primo consiglio che darei alle mie coetanee che confondono il virtuale con il reale? Ragazze, prendetevi il vostro tempo prima di dare fiducia a uno sconosciuto. Non lasciatevi incantare dalle belle parole, sono formule, sono copioni studiati a tavolino. Valutate bene e soprattutto non chiudetevi nella bolla. Il manipolatore sa come isolarvi, incantarvi, come pretendere il video hard, quello che diventerà l'arma del ricatto. Non vi fate intimidire, non pensate di essere sbagliate, troppo piccole e poco coraggiose, tanto lo fanno tutte, e che mai sarà una foto intima? Quando una richiesta incute timore, disagio, è il momento di alzare la guardia. Imparare a dire di no è il più grande atto di autostima, di tutela che dobbiamo a noi stessi. Non abbiate paura di deludere le aspettative altrui se vi suonano strane, minacciose". In "Bambola di pezza" Mia riesce a chiedere aiuto. Ma a chi? Come? Mariasole Pollio esce dal ruolo dall'attrice, parla di sé. Spiega: "Io mi rivolgerei alla mia famiglia, ma ho un rapporto forte e solido. Se non è così, dico ai miei coetanei, provate a parlarne a un amico a un'amica, confidatevi con qualcuno di cui vi fidate, rompete il vaso di cristallo in cui state annegando. E cercate di accettarvi: non siete sbagliati. Denunciare è un atto di coraggio grandissimo ed è anche una ferita, ma dal dolore non si sfugge. Qualcuno disposto ad aiutarvi esiste, c'è, alzate la testa, cercato lo sguardo vero di chi può tendervi una mano". Il regista Nicola Conversa aggiunge:"Oggi è troppo facile conoscere qualcuno on-line, fidarsi di lui, addirittura innamorarsi. Non sempre, però, chi si cela dietro uno schermo è chi dice di essere. E purtroppo lo si capisce quando è tardi. Molto spesso i ragazzi, le ragazze si sentono delle bambole rotte, alla disperata ricerca di qualcuno che possa amarli, ed invece si ritrovano con il cuore scucito, definitivamente rotto. Ma non bisogna aver paura di chiedere aiuto. Mai”.
La Bambola di pezza è un'opera forte e intensa, prodotta da One More Picturese con Rai Cinema: la troverete in esclusiva sulla piattaforma di Rai Play. Guardatela, fatela guardare ai vostri figli, se è possibile parlatene con i loro insegnanti perché venga proiettata nelle scuole. Abbiamo un unico dovere mentre i predatori ci deridono e vanno a caccia: ascoltare chi è più fragile, lanciare boe amorevoli, spezzare la solitudine di chi pensa di meritare solo ferite. Trasformare le bambole di pezze in carne viva, pulsante, giovani donne e giovani uomini capaci di guardare al futuro con un sorriso.

Daniela Amentadi Daniela Amenta   
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