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X MAS e polemiche: cos’era e cosa fece la divisione del comandante Borghese che dopo l’armistizio si schierò con i nazisti

Si ispirava alla Legio X di Giulio Cesare. Dopo l'8 settembre divenne una delle milizie più feroci al servizio dei nazifascisti, contro alleati e partigiani, distinguendosi per rastrellamenti, fucilazioni, torture e saccheggi. Era comandata da Valerio Borghese che tentò un golpe nel 1970, visse in Spagna protetto da Franco e morì in circostanze ritenute da alcuni non troppo chiare

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   
La storia della X MAS è controversa
La storia della X MAS è controversa

Prima la maglietta evocativa dell’ex comico Enrico Montesano, indossata durante le prove del programma Ballando con le stelle. Poi, più recente, lo spot del generale Vannacci, per la candidatura (con elezione) al Parlamento Europeo, in cui invitava a mettere una decima sulla scheda elettorale. Il riferimento alla X MAS, l'unità militare nata sotto il fascismo, solleva sempre polemiche inevitabili. Insorgono le forze di opposizione e rispondono esponenti della maggioranza. I primi parlando di riferimenti pericolosi a un passato da non far ritornare, gli altri esaltando episodi di valore bellico o ponendo distinguo.

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Ma cos’era la Decima MAS (Motobarca armata Svan e in seguito Motoscafo armato silurante)?

E’ facile scoprire, tramite una veloce ricerca sul Web, come ci si riferisca alla Xª Flottiglia MAS (o anche Decima MAS, X MAS o semplicemente la Decima), l’unità speciale della Regia Marina italiana autrice di svariate imprese belliche, non sempre coronate dal successo (come avvenne col fallito attacco a Malta e la morte del maggiore Tesei).

Ma non basta dire questo. Sarebbe troppo limitativo. Anche perché la storia va spiegata in tutti i suoi risvolti.

Al servizio dei nazisti

Il problema è che “la Divisione Mas – come sottolineano molti storici ed esponenti politici - dopo l'8 settembre, divenne una delle milizie più feroci al servizio dei nazifascisti nella Repubblica di Salò". La X MAS, insomma, assunse un ruolo particolarmente oscuro negli ultimi due anni della seconda guerra mondiale, tra il 1943 e il 1945.

Va detto che la Decima ricoprì sovente un ruolo particolare. Nonostante facesse parte dell’esercito, si dice prendesse ordini direttamente da Mussolini e, successivamente, solo dal suo comandante (il Principe nero) Junio Valerio Borghese, esponente di una nobile, principesca, famiglia italiana. Uomo convinto del credo fascista che combatté da volontario anche in Spagna sotto le dipendenze di Francisco Franco. Mentre in Italia, dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43, scelse di stare con la sua divisione a fianco delle forze naziste.  L'attività della Decima fu forte e violenta contro alleati e partigiani, con rastrellamenti, fucilazioni, torture e saccheggi.

Alla fine del conflitto mondiale il comandante Borghese fu condannato per quelle azioni. Ma se la cavò con una lieve pena.

Valerio Borghese, Il "Principe nero"

Ma torniamo alla storia della Decima partendo dalla sua nascita

Nel 1939 venne creata un’unità speciale della Regia Marina militare sotto il comando del capitano di fregata Paolo Aloisi: la MAS. Due anni dopo (1941) questa assunse il nome di X Flottiglia Mas, ispirandosi alla legione di élite dell’esercito di Giulio Cesare: la Legio X Gemina.

Certe azioni della X MAS in territorio italiano vengono ricordate come particolarmente efferate. Tanto che lo stesso prefetto fascista di Milano, Mario Bassi, si sarebbe sentito costretto a inviare una lettera a Mussolini in cui si doleva dei “furti, rapine, provocazioni gravi, fermi, perquisizioni e contegni scorretti in pubblico”. Scrisse che “la X Mas terrorizzava la popolazione” e che i suoi atti “restavano impuniti perché gli autori erano protetti dai tedeschi”.

Una X incisa sulla schiena col coltello

Particolarmente cruente furono le azioni della compagnia O, comandata da Umberto Bertozzi, celebre per la sua abitudine di incidere col coltello una X sulla schiena dei malcapitati sottoposti a interrogatorio. Dopo la fine del conflitto mondiale Bertozzi, riconosciuto colpevole di eccidi e crimini di guerra, fu condannato a morte, ma venne salvato dall’amnistia. Morì da uomo libero nel 1964.

La lieve condanna di Borghese e l'ombra dei servizi

La X MAS venne sciolta nel 1945. I partigiani arrestarono Borghese. Ma, secondo una certa teoria, uomini dei servizi segreti americani lo protessero. Le cronache parlano, più specificamente, di presunti interventi dell’OSS (Office of Strategic Services) e di settori dei servizi italiani. Venne condannato a soli 12 anni con successivo condono di 9 anni.

Nel 1951 si iscrisse al MSI (Movimento Sociale Italiano). Ma la militanza durò poco. Quando organizzò un gruppo di volontari per liberare Trieste, retta allora da un governo alleato, il Movimento sociale si oppose. Così lui, considerando troppo debole quel partito, lo lasciò.

Il golpe Borghese

Nel 1968 fondò il Fronte nazionale e due anni dopo tentò il famoso golpe. Tutto giunse al culmine la notte tra il 7 e l’8 dicembre 1970, quando partì il piano per rapire il presidente della Repubblica Saragat, arrestare i dirigenti dei partiti comunista e socialista, uccidere il capo della polizia e instaurare un governo autoritario e anti-sinistra.

Tuttavia, mentre il colpo di stato aveva già compiuto i primi passi, lo stesso Borghese lo bloccò, regalando all’Italia un altro controverso mistero. In un documento (di cui non è mai stata accertata l’autenticità) trovato dopo la sua dipartita da questo mondo scrisse che “furono i servizi americani a bloccare il colpo di stato, a cui avevano inizialmente dato supporto, dopo aver constatato l’indisponibilità dell’onorevole Andreotti a guidare il nuovo governo”.

La morte in Spagna

Il Principe nero riparò successivamente in terra spagnola dove visse protetto dal dittatore Francisco Franco. Pare che in quegli anni si sia recato anche in Cile per incontrare l'altro dittatore Augusto Pinochet e, inoltre, Stefano Delle Chiaie, il cui nome risultò coinvolto nelle indagini su alcune stragi degli anni settanta in Italia. Valerio Borghese, rampollo di una nobile famiglia italiana, morì in Spagna nel 1974, ufficialmente per un malore durante una cena. Non mancò però chi sostenne che venne avvelenato per impedirgli di rivelare taluni pesantissimi segreti, come le complicità nel fallito golpe del '70. Ma queste ovviamente, come si tende a precisare spesso nel nostro Paese, sono solamente ipotesi o teorie complottiste.

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