Vasco: "Dai politici favole favole favole. Non salvo nessuno. L'artista deve provocare per svegliare le coscienze"

"Meloni, Berlusconi, Salvini cosa dicono? Favole. Ma anche i comunisti e i 5 stelle, favole". "Boccio quasi tutti, della distinzione destra-sinistra non me ne frega un ca..."

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Il ruolo di un fenomeno come Vasco è anche quello di diffondere cultura e idee. Di far riflettere. Sollevare attenzione, scuotere le coscienze. "Io sono un provocatore. È questo il ruolo dell'artista: provocare le coscienze per mantenerle sveglie", afferma il cantante. Un cantante, insomma, può benissimo rivestire anche i panni dell'intellettuale. 

 Vasco Rossi è pronto a salire sul palco dello stadio Dall'Ara di Bologna per la prima delle quattro date che dopo otto anni lo riportano nella sua città d'adozione, "quella dove mi sono formato e dove tutto ha avuto inizio. Per me è un omaggio a questa città che mi ha adottato dall'età di 15 anni, ci sono cresciuto, ci ho fatto l'università, e mi sono formato culturalmente nei miei formidabili anni '70. Qui ho cominciato a scrivere le prime canzoni, qui ho fatto i primi concerti".

Dillo alla luna

La carica ai 40mila della combriccola (sold out tutte e quattro le date per 160mila persone - saranno 450mila alla fine del tour), come già nelle date zero a Rimini, lo dà con Dillo alla Luna, un invito a guardare in faccia la realtà. "Perché oggi nell'aria c'è una narrazione piuttosto edulcorata di quelli che vogliono raccontare che va tutto bene, perché in realtà si pensa solo al consenso - spiega il Komandante -. I politici dovrebbero occuparsi di risolvere i problemi veri, ma io sento solo favole favole favole".

In T'immagini fa nomi e soprattutto cognomi: "Meloni, Berlusconi, Salvini cosa dicono? Favole. Ma anche i comunisti e i 5 stelle, favole". "Boccio quasi tutti, della distinzione destra-sinistra non me ne frega un cazzo. Si salva solo Pannella, che non c'è più. I politici ormai non fanno gli interessi di questo Paese, ma i loro interessi personali. Adesso c'è una narrazione di grandeur dell'Italia che non è vera, solo per avere più voti. L'Italia non conta niente nel mondo. Siamo un Paese piccolissimo. È una grazia se siamo in Europa".

Farò concerti finché ho forza

Vasco - cappellino e camicia di jeans ("la mia stilista, la mia armocromista è la mia Laurina. Schlein? Credo l'abbiano messa in mezzo"), come da tradizione, apre la grande stagione dei live estivi. "A giugno, come sempre. E come sempre faccio la solita battuta: che me la godo per l'ultima volta. Ma finché avrò la forza e ci sarà questo entusiasmo che sento, i concerti li farò. Quest'anno salto San Siro, ma c'erano troppe superstar", scherza il Blasco che pungolato sui numeri non si tira indietro: "Dieci San Siro? Certo che li farei. L'anno prossimo ho intenzione di prenotarlo per tutto il mese. Chi ne fa uno solo? Be'.. ogni artista ha il pubblico che si merita - ironizza stavolta senza fare nomi -, però si dice che le misure contino...".

I dischi

Dischi in arrivo non ce ne sono ("ormai non si fanno più"), ma rivela che sta lavorando su un singolo: "Sto scrivendo, arriverà prossimamente". Qualcuno fa notare al signor Rossi da Zocca che in più di 40 anni di carriera può vantare più di 800 concerti alle spalle e circa 13 milioni di spettatori. Una serata del festival di Sanremo da solo. "Sono esterrefatto da tempo da tutto ciò. Comunque a Sanremo il microfono l'ho riportato, non ci torno".