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Università di Haifa, premio per la Pace al cardinale Pizzaballa. Ugas: “Non stanno con Hamas ma neppure con Netanyau”

"Ora la pace tra i popoli pare un’utopia, occorre far diventare un’utopia la guerra": accorata lettera del noto archeologo Giovanni Ugas che compì importanti scavi a El Ahwat. “La stessa brama di Hitler spinge ora Netanyau ad occupare Gaza col sostegno Usa. I Palestinesi hanno il diritto di essere liberi in uno stato sovrano, così come gli Israeliani hanno il diritto di vivere serenamente”

di Giovanni Ugas   
L'archeologo Giovanni Ugas (Foto Tiscali)
L'archeologo Giovanni Ugas (Foto Tiscali)

Il professor Giovanni Ugas, noto archeologo, già direttore  nella Soprintendenza di Cagliari e Oristano, docente di Storia e protostoria presso l’Università di Cagliari e autore di fortunati libri come Shardana e Sardegna, I Popoli del mare, gli alleati del Nordafrica e la fine dei Grandi regni (XV-XII secolo a.C.),  è stato protagonista di importanti scavi nel sito israeliano di el Ahwat  insieme al collega Adam Zertal.  Di recente ha scritto una lettera (pubblicata sul quotidiano l'Unione Sarda) sulle azioni dell'Israele di Netanyahu e sulla posizione di realtà interne come l'Università di Haifa che dissentono. Gli abbiamo chiesto alcuni approfondimenti e chiarimenti e l'illustre studioso ha sintetizzato le sue riflessioni in questo scritto che pubblichiamo integralmente .

 

Le riflessioni del professor Giovanni Ugas

"Quando tra il 1997 e il 2000 le Università di Haifa in Israele e di Cagliari condussero insieme le campagne di scavi nel sito di el Ahwat sui rilievi del Monte Carmelo, in una zona strategica in cui Israeliani e Palestinesi sono confinanti, speravo che non ci sarebbe stata più la guerra tra i due popoli e speravo di vedere fianco a fianco nello scavo el Ahwat, oltre che studenti israeliani, sardi e di altri paesi del mondo, anche studenti dei vicini villaggi palestinesi. Per aver guidato gli studenti universitari cagliaritani nelle ricerche archeologiche in Israele, la prima missione scientifica dellUniversità di Cagliari nel Vicino Oriente, è stata considerata una colpa il fatto di che fossi amico dell’archeologo Adam Zertal direttore degli scavi di el Ahwat.

A sua volta Adam Zertal è stato accusato di essere un ebreo integralista, perché ha cercato di dare sostanza storica ad alcuni passi del Vecchio Testamento come quelli relativi alle vicende di Sisera  presso il rio Qishon o di Giosuè sul Monte Ebal. Niente di più falso e se in tutto ciò non ci fosse stata una bieca malevolenza avrei riso al pensiero che Heinrich Schliemann fosse malato di paganesimo perché cercava di dimostrare che nelle pagine dell’Iliade c’era un fondo di verità. Purtroppo, negli anni successivi i rapporti tra gli Israeliani e i Palestinesi sono peggiorati e per questo, e per altre circostanze, furono interrotte le ricerche in collaborazione tra le Università di Haifa e di Cagliari. Nel 2014 Adam Zertal ci ha lasciato, ma nell’Università di Haifa sono rimasti gli allievi come Shay Bar e altri colleghi che in qualche modo hanno cercato di far continuare la collaborazione con gli studiosi sardi.

Giovanni Ugas con Adam Zertal (Foto Ugas-Tiscali)

Alcuni giorni fa l’Università di Haifa, tramite il Laboratorio per gli Studi religiosi, prestigioso centro di studi sull’ebraismo diretto da Uriel Simonsohn, ha deciso di assegnare al Cardinale Pierbattista Pizzaballa il premio per la Pace, un premio di grande valore simbolico in questo momento particolare, perché il patriarca latino di Gerusalemme, seguendo il messaggio di Cristo, predica la pacem in terris. L’Università di Haifa, dunque è vicina a chi vuole risolvere le controversie tra i popoli col dialogo, non sta con i capi di Hamas e neppure con il governo di Benjamin Netanyahu. Considerare tutto il popolo di Israele colpevole delle atrocità del governo guerrafondaio di Netanyahu non aiuta il processo di pace e occorre, diversamente, dare sostegno a chi contrasta le azioni di tale governo.  

L’Università di Haifa non ha certo dimenticato l’orrendo olocausto patito dagli ebrei a causa della mania di grandezza e della brama di potere economico di Hitler, la stessa brama che ora spinge Netanyahu ad occupare il territorio di Gaza. Avvalendosi della forza superiore delle sue armi, ora è Israele ad assumere il ruolo di oppressore, e nonostante la ferita dell’olocausto sia ancora aperta, dimentica cos’è la sofferenza di un popolo.

L’azione dell’Università di Haifa indica, come tutti coloro che sono scesi in piazza a manifestare contro la guerra condotta in Palestina, che molti Israeliani non pensano allo stesso modo di Netanyahu che, prima, non ha voluto tessere i fili della pace e, poi, conduce una guerra che porta discredito allo stesso popolo di Israele. Palestinesi e Israeliani abitano in terre meravigliose, ricche di storia, e desiderano la tranquillità, non guide ipocrite che affermano che la pace si conquista con la guerra, con lo sterminio di altri uomini considerati “nemici”.

Gli abitanti di ogni lembo della terra hanno il diritto all’autodeterminazione, il diritto di decidere l’appartenenza a uno stato. I Palestinesi hanno il diritto di essere un popolo libero in uno stato sovrano, così come gli Israeliani hanno il diritto di vivere serenamente. I due popoli hanno ereditato dal passato situazioni precarie, come quella della città di Gerusalemme in cui vivono sia Palestinesi sia Israeliani; possono e debbono risolverle con rispetto reciproco, con spirito di convivenza e non di contrapposizione.

I governi degli Stati Uniti d’America, nella prima metà del secolo scorso si opponevano alle ignominie di Hitler e soccorrevano i popoli dell’Europa in difficoltà. Ma in seguito sono cambiati, avviando una serie di guerre distruttive in Vietnam, in Iraq e in Afganistan per arricchire i potenti degli Stati uniti e di altri paesi. Oggi Donald Trump, falso profeta di pace, invoca il riarmo, tradisce l’Europa e ha nuovi propositi coloniali. Il signore della Casa Bianca a Washington affianca Israele e ha il “mirabile” proposito di spartirsi con Netanyahu le spiagge di Gaza e coll’altro amico Vladimir Putin le terre rare dell’Ucraina! Che Israele, con l’appoggio degli Stati Uniti e dei Paesi Arabi petrolieri, si senta già padrone della striscia di Gaza è palese dalla sua azione di bloccare gli aiuti umanitari della Flotilla che opera in acque internazionali. Infatti, finora nessuno stato ha riconosciuto che Israele è padrone della striscia di Gaza.

Ciò che oggi avviene tra Israele e Palestina, così come tra Russia e Ucraina, è l’esito della prevaricazione dei loro governi, delle loro guide, sulla popolazione locale, prevaricazione che porta la guerra, le ribellioni e dunque i lutti e le distruzioni. Proprio l’Onu, che Trump vuole destabilizzare, deve esercitare un ruolo attivo, concreto, di arbitro imparziale di pace.  La sede dell’Onu non può stare in un paese che non rispetta la libertà e la sovranità di altri paesi.

Oggi la guerra non è una schermaglia di bambini e dietro l’angolo, come paventa chi ha un po' di senno, può esserci un’immane tragedia dell’umanità. La vita è la cosa più preziosa ereditata dal passato; il pensiero degli uomini di toglierla ad altri uomini è un filo nero della primordiale ferocia umana".

di Giovanni Ugas   
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