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Trovato il sepolcro del Signore dei Cavalli: era intatto e nascondeva una ricca sorpresa

La tomba dove riposava il guerriero del popolo nomade che un tempo dominava vaste aree dell’Eurasia avrebbe più di duemila anni. Al suo interno armi a triplo taglio ed elaborate decorazioni per cavalli, ma anche oro e pietre preziose

di I.D. Tiscali Cultura   

Il signore dei cavalli riposava da più di duemila anni nel sepolcro rimasto intatto fino ai nostri giorni, all'interno della necropoli di Alkhan-Kala, nella Repubblica di Cecenia. Il ritrovamento della tomba, nei pressi di Grozny, è stato davvero importante per comprendere la civiltà del popolo degli alani. All’interno della sepoltura vi erano preziosi reperti, tra cui armi anche a triplo taglio ed elaborate decorazioni per cavalli, oro e pietre preziose.

Gli archeologi pensano che l’uomo lì sepolto fosse una figura di prestigio, un leader militare, del popolo nomade che un tempo dominava vaste aree dell’Eurasia.

I corredi funerari

Alla fine, gli scavi diretti dal dottor Azamat Akhmarov dell'Accademia delle Scienze della Repubblica Cecena, hanno portato alla luce un vero tesoro. Tra i reperti diverse finimenti per cavalli accuratamente decorati, briglie dal disegno intricato, armi bianche – tra cui un raro esemplare con tre lame – granati scintillanti, vasi metallici ed elementi in oro. La ricchezza e la qualità di questi corredi funerari mettono in risalto le avanzate conoscenze nella lavorazione dei metalli degli artigiani alaniani e indicano l'elevato status sociale e il valore militare dell'occupante della tomba.

Alcuni reperti trovati nella tomba (Accademia delle Scienze Repubblica Cecena)

Secondo Akhmarov "questa sepoltura completamente intatta offre una finestra unica su un'epoca di cui sappiamo molto poco", e ci permette di comprendere meglio la struttura sociale, le pratiche funerarie e i legami culturali degli Alani".

Il popolo degli alani

Ma chi erano gli appartenenti a questo gruppo etnico? Gli Alani, gruppo nomade discendente di antichi popoli iranici, erano rinomati signori dei cavalli che migrarono attraverso le steppe eurasiatiche, lasciando il loro segno dal Nord Africa all'Europa occidentale. La loro tradizione di decorare in modo elaborato i cavalli è chiaramente testimoniata dalle bardature ingioiellate e da altri accessori equini rinvenuti all'interno della tomba, alcuni ornati con splendide tormaline verdi incastonate in oro.

A sorprendere gli studiosi è stato il fatto che l’importante sito funerario sia rimasto intatto per secoli, una rarità in una regione dove molte altre tombe antiche sono state invece saccheggiate. Una vera fortuna per gli archeologi, visto che tale situazione offre ai ricercatori una preziosa opportunità di studiare quella società e i suoi rituali funerari in modo straordinariamente dettagliato, opportunità non sempre concessa agli studiosi.

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I reperti

I manufatti rinvenuti forniscono preziose informazioni sulla gerarchia sociale degli alani e sulle loro interazioni con le civiltà vicine. La presenza sia di oggetti di artigianato locale che di merci importate evidenzia come fossero componenti rilevanti delle reti commerciali regionali. La scoperta delle caratteristiche armi a triplo taglio ha portato a ipotizzare che l'individuo sepolto potesse essere stato un'importante figura militare, sottolineando ulteriormente gli aspetti marziali di quella cultura.

Mentre l'identità precisa dell'individuo sepolto rimane un mistero, la ricchezza e l'unicità delle scoperte stanno spingendo a rivalutare il ruolo degli alani nella storia eurasiatica e le loro interazioni con le società stanziali. Questo tesoro intatto promette di svelare ulteriori segreti su questo influente gruppo nomade e di contribuire in modo significativo alla comprensione delle antiche migrazioni eurasiatiche e degli scambi culturali dell'epoca.

di I.D. Tiscali Cultura   
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