Trovato il Tempio di Poseidone che si cercava da un secolo: è più imponente di quanto si credeva
E' molto più monumentale di quanto si immaginava. Era situato proprio dove l’antico storico Strabone posiziona il famoso santuario di Poseidone nel suo ottavo libro. La vasca in marmo e la placca in bronzo
Nuovi scavi condotti dagli archeologi dell'Accademia austriaca delle Scienze e del Ministero della Cultura greco a Kleidi-Samikon, nel Peloponneso occidentale, hanno rivelato che il tempio scoperto nel 2022 era più monumentale di quanto si pensasse in precedenza. La ricerca archeologica inerente era finanziata dalla Fondazione Gerda Henkel e dall'Istituto archeologico austriaco dell'Accademia austriaca delle scienze. Si svolgeva in stretta collaborazione tra il Ministero della Cultura greco e la filiale di Atene dell'Istituto Archeologico Austriaco.
Il santuario
Prima gli archeologi austriaci e tedeschi, supportati da geofisici di Kiel e geoarcheologi di Magonza, hanno individuato il santuario di Poseidone di Samikon, sulla costa occidentale del Peloponneso, dopo quasi un secolo di ricerche. Poi hanno scavato un grande tempio, riesumando i muri di fondazione dell'imponente edificio nel 2021.
Era situato proprio dove l’antico storico Strabone posiziona il famoso santuario di Poseidone nel suo ottavo libro. Questo era il centro religioso ed etnico dell'importante confederazione delle città trifilie. I ricercatori con la partecipazione dell'Accademia austriaca delle scienze (ÖAW) hanno ora scoperto l'intera lunghezza dell'edificio e hanno fatto anche nuove scoperte.
Dal 2022, l’edificio è stato sistematicamente studiato dall'Istituto archeologico austriaco presso l'Accademia austriaca delle scienze e dall'Eforato delle antichità dell'Elide. Quest'anno la grande struttura è stata messa in evidenza. Misura 28 metri di lunghezza e quasi 9,50 di larghezza, e risulta caratterizzato da due grandi ambienti interni, con due sostegni interni centrali, e un vestibolo ciascuno con due colonne in antis.
Incerta la funzione delle due stanze
Non è ancora certa la funzione delle due stanze. Secondo Birgitta Eder, ricercatrice presso l’Istituto archeologico austriaco dell’Accademia austriaca delle scienze, che dirige anche la filiale di Atene, potrebbe trattarsi “secondo le conoscenze attuali di un doppio tempio arcaico che risale probabilmente al VI secolo a.C. Il tetto fu smantellato intorno al 300 a.C. e depositato all’interno dell’edificio”.
Ad avviso della direttrice dell'Euforia dell'Elide Erofili Iris Kolia “nella seconda metà del IV o nella prima metà del III secolo a.C., il tempio arcaico del VI secolo a.C. fu rimaneggiato. Le vecchie tegole sono state applicate uniformemente come sottopavimento per il nuovo pavimento. Servivano come isolante contro le acque sotterranee e per stabilizzare il pavimento. Qualcosa che funziona ancora oggi. Là dove mancano le piastrelle, il terreno è umido e fangoso”. Queste date corrispondono ai ritrovamenti di ceramica, che possono essere assegnati ai periodi arcaico e tardo classico fino al primo ellenismo.
Un tempio arcaico
Secondo le conoscenze attuali si tratta di un tempio doppio arcaico, che risale probabilmente al VI secolo a.C., e il cui tetto fu depositato all'interno dell'edificio negli anni intorno al 300 a.C. Secondo i risultati della campagna di quest’anno, è probabile che l’edificio sia stato demolito e abbandonato in quel periodo. Nella seconda sala sono conservati i frammenti di una vasca marmorea arcaica (perirrhanterion) del diametro di circa 1 m giaceva sul pavimento.
La vasca in marmo e la placca in bronzo
I ricercatori hanno trovato anche frammenti di un'imponente vasca marmorea arcaica del diametro di circa un metro, il cosiddetto perirrhanterion. Importante anche la scoperta di una grande placca di bronzo originariamente attaccata a uno dei muri di mattoni di fango del tempio. L’iscrizione che vi è contenuta sarà tuttavia leggibile solo dopo un ampio restauro".
Mura d'altri tempi
Quando l'area a nord del tempio fu ripulita dalla fitta vegetazione, fu documentato anche la presenza di un possente muro a doppia conchiglia. Questo muro, che forse delimita l'area sacra di Poseidone, fu menzionato per la prima volta dal tedesco Wilhelm Dörpfeld (1853–1940) all'inizio del XX secolo.
Foto: ÖAW-ÖAI/Marie Kräker