Le streghe bruciate sul rogo? Ora gli Stati Uniti chiedono scusa e vogliono riabilitarne la memoria
Dopo trecento anni il Connecticut ammette “forse non erano streghe”. L’infamia della parentela con presunte streghe ha infatti accompagnato storicamente molte famiglie, suscitando biasimo e maldicenze
Il Seicento è stato un periodo nero per le donne in tutto il mondo. La paura della stregoneria e dei suoi adepti divenne una vera psicosi che portò alla morte centinaia di persone tra Europa e Nuovo mondo. Oggi lo stato del Connecticat, negli Stati Uniti, ha proposto di riabilitare la memoria delle vittime martirizzate nei processi alle streghe e porgere le scuse ai discendenti. L’infamia della parentela con presunte streghe ha infatti accompagnato molte famiglie, specie nei piccoli centri abitati suscitando biasimo e maldicenze. Il Connecticut non è il primo a chiedere giustizia, seppure fuori tempo massimo: anche lo stato del Massachussets. la Catalogna e la Scozia hanno varato provvedimenti per togliere questa patina oscura dal nome di tanti innocenti.
Altro che 8 marzo
Sono state soprattutto donne le vittime di processi iniqui e di torture (furbamente definite ordalie, cioè prove) che hanno condotto alla morte per impiccagione o sul rogo vedove, orfane, persone schizofreniche o con disabilità, persone con voglie o segni sulla pelle che l’accusatore di turno definiva marchio del demonio. Le fasce più povere e deboli della società erano il sacrificio ideale per una società puritana e isterica. Ma non solo. Donne con intuizioni o sensibilità particolari, o con qualche nozione scientifica o abilità medica erano malviste e spesso tacciate di avere stretto un patto col diavolo. A volte era sufficiente l’invidia di un vicino per una mucca in carne o il candore di un lenzuolo steso al sole per far puntare il dito al grido di “Strega”! Essere particolarmente belle o al contrario brutte era un chiaro indice di possessione diabolica. I processi servivano a mascherare una ferocia primordiale mal celata dalla parvenza di giustizia e terminavano tutti allo stesso modo, con la confessione sotto tortura della malcapitata e poi la morte. La follia di questa caccia divenne tale che perfino la Chiesa dovette intervenire per calmare le acque: interi villaggi furono spazzati via dalla furia omicida, celebre è il caso di Salem che vide imputate 144 persone, e dopo che le streghe vennero dichiarate sconfitte fu la volta dei giudici stessi, accusati di essere stati troppo a contatto con loro e quindi di aver assorbito influenza demoniaca.
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Streghe
Tremate, tremate le streghe son tornate
Questo uno degli slogan più noti della lotta femminista che ha infiammato il mondo tra la fine degli anni ’60 e i ’70. La strega diventò sinonimo di persona capace, potente, che rivendica la sua indipendenza e seppure generando ancora un certo timore, la parola cominciò ad avere una sfumatura apprezzabile in un momento storico caratterizzato da manifestazioni di piazza, collettivi e da una nuova consapevolezza femminile.
E oggi?
Oggi le pratiche magiche non godono certo dell’approvazione di tutti ma la libertà di culto ha garantito a chi sceglie di interessarsi alla magia almeno l’incolumità fisica se non il plauso sociale. Esistono persone che si dedicano principalmente alla magia bianca e all’adorazione della natura con riti pacifici e volti alla ricerca del benessere individuale. Nulla a che vedere con le messe nere e con l’immaginario nefasto e violento. La Wicca, nota anche come antica religione o neopaganesimo, ad esempio, riunisce parecchi accoliti in tutto il mondo e ha come scopo la celebrazione della natura e dei suoi doni. Ospita tradizioni e riti che spaziano da Occidente a Oriente e promuove una più stretta connessione con il pianeta e i suoi misteri. L’etimologia della parola deriva dall’inglese witch (strega) e da witchcraft (stregoneria) ma con un significato positivo, riferito alla conoscenza della natura, delle erbe, della psiche.
Nessuna scusa ufficiale potrà attenuare l’orrore perpetrato dall’uomo a danno di tante innocenti, ma riconosciamo nel provvedimento formale almeno la volontà di portare l’attenzione su situazioni sociali che ancora oggi, per motivi diversi, tante persone subiscono, vittime di pregiudizio ingiustificato.