Scoperti nella foresta insoliti siti d'arte rupestre: appartengono a un'antica cultura sconosciuta
Gli archeologi hanno individuato una serie di disegni in ocra rossa sparsi sulle rocce e sulle scogliere del Parco nazionale di Canaima, in Venezuela. Le affascinanti teorie su queste opere. Il paradiso dove si trovano ospita anche la cascata più alta del mondo

Un ritrovamento archeologico di estrema rilevanza è stato fatto nell'intricata foresta sudamericana. Alcune serie di opere d’arte rupestre potrebbero conservare infatti la testimonianza di un’antica cultura finora sconosciuta.
Le prime tracce di questi importanti segni furono individuate nel 2009. Da quel momento una squadra di archeologi guidata dal ricercatore José Miguel Pérez-Gómez dell'Universidad Simón Bolívar di Caracas e finanziata dalla Fundación Manoa ha catalogato ben 20 siti preistorici che mostrano particolari e insoliti motivi. Tali siti sono tutti situati in aree di difficile accesso nel vasto Parco nazionale di Canaima, in Venezuela. In particolare uno dei disegni, realizzato sul soffitto del rifugio rupestre di Upuigma, ha una forma a scala e, per eseguirlo, l'artista si è dovuto arrampicare per 22 metri.
Pittogrammi in luoghi inaccessibili
Si tratta di pittogrammi disegnati con l'ocra rossa, oppure impressi nella roccia come petroglifi (incisioni rupestri). In genere le immagini si trovano su pareti rocciose e massi, in luoghi remoti e persino in mezzo alle rapide dei fiumi.
Dopo aver documentato la loro esistenza gli esperti stanno cercando di determinarne la datazione. Un'arte simile trovata sul suolo venezuelano, comunque, è quella risalente alla prima parte del periodo arcaico della storia sudamericana, tra il 10.000 e il 3.000 a.C. Secondo gli archeologi le immagini rupestri presenterebbero inoltre forti connessioni con l’arte più recente del vicino Brasile, della Colombia e della Guyana. Però, in quest’ultimo caso, si tratta di qualcosa di unico. "Siamo di fronte a una nuova cultura – ha spiegato a History il responsabile del team Pérez-Gómez - Ci sono tutti gli elementi".
L'ausilio delle nuove tecnologie
Il luogo dove si trovano le enigmatiche opere, il Parco nazionale di Canaima, è una zona difficile da penetrare, con le sue montagne a picco che si ergono per centinaia di metri sopra giungle e savane. Per fortuna le ultime tecnologie, come il telerilevamento e la realtà virtuale, possono dare una mano e favorire la scoperta di insediamenti antichi. Così il team, con l’ausilio dei moderni strumenti tecnologici, ha identificato i siti e li ha poi raggiunti con un elicottero. Un metodo particolarmente vantaggioso, altrimenti, a piedi, ci sarebbe voluto un viaggio (di andata e ritorno) di diverse settimane. Inoltre, sul posto, sono stati utilizzati droni per delineare la topografia e il paesaggio che ha caratterizzato l’esistenza del misterioso popolo di cacciatori e artisti.

Luogo di stupore e meraviglia
Il luogo del ritrovamento è una specie di paradiso terrestre. Le montagne del Parco nazionale di Canaima, risultano a picco sul mare, e la zona, con i suoi 30.000 km quadrati, ospita, tra le altre meraviglie, il Salto Angel, la cascata ininterrotta più alta del mondo (980 metri), conosciuta dagli indigeni Pemon come Kerepakupai Merú. Un affioramento isolato, posto al centro di una valle di Canaima, il rifugio roccioso di Upuigma, appunto, custodisce i principali pannelli di pittogrammi. I simboli, che vanno da semplici punti e linee a motivi a forma di stella e a rappresentazioni di bastoni e foglie, si ripetono in circa 20 siti.
Cosa significano quei segni?
Ma cosa significano quei segni? "I motivi sono molto difficili da interpretare", ha spiegato Pérez-Gómez, ma gli studiosi ne indicano la probabile origine in attività rituali. Ritengono, per altro, che potrebbero essere stati realizzati in uno stato di coscienza alterato da allucinogeni, per cui gli artisti potrebbero aver rappresentato forme che entravano nel loro campo visivo, ma con una definizione astratta. Probabilmente ispirate da fenomeni entoptici, ovvero effetti visivi all'interno dell'occhio.
Le rappresentazioni di arte rupestre - secondo Pérez-Gómez - erano con buona probabilità un modo per "collegarsi al mondo soprannaturale". In tale contesto, i massi potevano essere considerati "come chiese”. Gli abitanti del luogo sarebbero “tornati lì per centinaia, o migliaia, di anni per entrare in contatto con i loro antenati". Inutile dire - come ha ipotizzato ancora Pérez-Gómez presentando i risultati nel corso di una conferenza nella Valle Camonica, in Italia - che gli artisti potrebbero anche essere “stati influenzati dalla bellezza dell'ambiente”.
Il linguaggio geometrico dei disegni di Canaima risulterebbe, inoltre, “quello da cui sono originati altri, rappresentanti tipi di arte più complessa, individuati in altri luoghi del Venezuela”. Si potrebbe affermare perciò che l'arte rupestre di Canaima, “è - probabilmente - il punto di partenza culturale di un intero stile regionale”.