Buy Now - L’inganno del consumismo, il documentario che svela la verità dietro lo scintillante mondo dello shopping
Iper produzione, sfruttamento, inquinamento ambientale, condizionamento mentale sono la realtà in cui viviamo
Le cose nuove piacciono a tutti. Quel misto di eccitazione e frenesia nello scartare il pacco appena consegnato dal corriere, nel rimuovere il packaging che avvolge il nostro oggetto del desiderio e la scoperta che è proprio quello che volevamo. Presi dall’euforia non pensiamo alla plastica scartata né al viaggio che quel prodotto ha fatto per arrivare fino a noi e per un po’ viviamo in uno stato di grazia.
Ma questa sensazione di benessere finisce. Franco la Cecla ha scritto: “La moda rende felici, almeno per mezzora”, una frase tanto profetica quanto vera perché subito le proposte commerciali ci sommergono riempendoci di nuovi bisogni, invitandoci in così tanti subdoli modi all’acquisto da nascondersi in piena luce.
Un complotto in piena regola
“Buy Now – L’inganno del consumismo” è il documentario disponibile su Netflix che in modo molto chiaro spiega come le aziende abbiano perfezionato metodi e strategie per indurci a consumare in modo sempre più frenetico, rendendo indispensabili oggetti superflui. Quale è il lato oscuro che non vediamo?
Moda e tecnologia sono le attività più inquinanti in assoluto. Milioni di capi vengono prodotti ogni giorno e prima ancora di finire nei negozi sono destinati al macero in paesi in via di sviluppo che non riescono a smaltirli, con la conseguenza di avere ambiente e mare invaso di abiti. Con l’elettronica è anche peggio perché smantellare cellulari e pc senza adeguate protezioni espone a sostanze tossiche che causano malattie gravissime.
È un’intelligenza artificiale a guidarci alla scoperta dei trucchi del marketing attraverso la testimonianza di chi per le multinazionali citate come Pam, Amazon, Adidas e altre, ha lavorato per anni prima di realizzare il danno che stavano facendo all’ambiente.
Sfruttamento dei lavoratori, vessazioni in caso di lamentele, licenziamenti in occasione di scioperi e cause inflitte da chi ha enorme potere contro singole persone che difficilmente possono difendersi. E se questo ci sembra inaccettabile c’è perfino il danneggiamento sistematico dei prodotti alimentari invenduti e ancora buoni, in modo che siano irrecuperabili dai cassonetti per i senzatetto. Borse, vestiti, scarpe, mandati a smaltire appositamente strappati o squarciati per non essere riciclati.
Non tutto è verde come sembra
E sul tema riciclo salta fuori un altro inganno: la maggior parte dei prodotti che dice “riciclabile” di fatto non lo è e il destino di queste cose è di finire sotterrata (e inquinare le falde acquifere) o bruciata (liberando nell’aria sostanze cancerogene). Purtroppo ben poco può essere realmente riciclato e le aziende, con una pratica che si chiama greeenwashing, si limitano a dichiarare che lavoreranno per la protezione dell’ambiente senza di fatto cambiare nulla della loro produzione. A volte, banalmente, si tratta di ridisegnare grafiche e confezioni utilizzando il colore verde che il nostro cervello associa, in automatico, alla semplicità della natura. E così il gioco è fatto e la corsa all’acquisto si ripete all’infinito.
Purtroppo di infinito però non c’è più nulla sul nostro pianeta e se la politica non interviene in modo pesante e determinato su questa visione consumistica suicida non ci sarà, a breve, neanche un pianeta su cui abitare. Le nuove generazioni, in larga parte, se ne sono accorte e si son fatte carico di inscenare proteste, manifestazioni e atti coraggiosi per gridare a chi siede al potere che hanno diritto a un futuro.
La visione di questo documentario potrà forse aprire qualche mente, e aiutarla a comprendere l'importanza di questa lecita battaglia per la sopravvivenza.