Il relitto di una nave dell'età del bronzo: la scoperta che costringe gli archeologi a riscrivere la storia
Lo scafo del 1200 aC apparteneva ad antichi popoli del mare. E' stato trovato al largo di Israele. Finora si diceva che in quel periodo la navigazione avveniva solo in prossimità delle coste. I resti ritrovati si trovano a 90 chilometri da esse
Per chi cerca di portare alla luce la verità sulle reali capacità di navigazione dei Popoli del mare nell’antichità può essere un passo decisivo. Quello scoperto a 90 chilometri dalle coste settentrionali di Israele, a 1800 metri di profondità, è un relitto della massima importanza. Un ritrovamento fondamentale. Rappresenta infatti una prova inoppugnabile del fatto che nel Mediterraneo c’era chi navigava in mare aperto, senza bisogno di restare a contatto visivo delle coste, migliaia di anni prima di Cristo, nell'età del bronzo. lo scafo potrebbe inoltre rivelare altri dati su quel periodo e confermare ulteriormente evidenze ormai sempre più assodate. Potrebbe rivelarsi perfino uno scafo shardana, visto le frequentazioni continue che quel popolo aveva con quelle regioni nell'epoca del bronzo.
Ma partiamo dall’inizio.
Il più antico del Mediterraneo
Quello di cui parliamo è il relitto più antico mai scoperto nel Mediterraneo. Ma è soprattutto, come si diceva, la prova che i marinai dell'epoca sapevano navigare con perizia in alto mare orientandosi, probabilmente, grazie ai corpi celesti.
I resti di quella nave testimoniano in maniera straordinaria non solo le abilità di navigazione di uomini vissuti più di mille anni prima di Cristo, ma anche l’esistenza di regolari commerci tra i popoli di quel bacino marittimo. All’interno delle stive ci sono infatti centinaia di oggetti e anfore intatte - antichi vasi di conservazione - che si ritiene abbiano almeno 3.300 anni.
Gli esperti dell'Autorità israeliana per le antichità (IAA) hanno dichiarato alla Bbc che la scoperta suggerisce che i marinai dell'epoca erano in grado di navigare utilizzando il sole o le stelle.
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"Il presupposto accademico"
Secondo gli studiosi israeliani il relitto affondò con molta probabilità durante una tempesta o in seguito a un attacco di pirati. "Questa scoperta ci rivela come mai prima d'ora le abilità di navigazione degli antichi marinai", ha affermato Jacob Sharvit, capo dell'unità marina dell'IAA e dimostra che i nostri antenati erano in grado di attraversare il Mar Mediterraneo "senza una linea di vista verso alcuna costa". Da questo punto geografico, infatti, "tutt'intorno è visibile solo l'orizzonte".
Fino ad ora invece, "il presupposto accademico era che il commercio a quel tempo si effettuava svolazzando in sicurezza da un porto all’altro e restando a contatto visivo con la costa”, ha spiegato il capo dell’Unità marina dell’Autorità israeliana per le antichità. “La scoperta di questa barca ora cambia la nostra intera comprensione delle abilità degli antichi marinai: è la prima ad essere trovata a una distanza così grande senza linea di vista verso alcuna massa continentale”.
Una nave da trasporto
Quel "tipo di nave è stato progettato come mezzo efficiente per trasportare olio, vino e altri prodotti agricoli come la frutta - ha spiegato Sharvit - La presenza di un carico tanto considerevole denota significativi legami commerciali tra il paese da cui proveniva la nave e l’antico Levante". Allo stato attuale non è possibile determinare l’origine e l'esatta storia del natante, anche se Sharvit afferma che “sembra essere affondato in una situazione di crisi, a causa di una tempesta o di un assalto piratesco, evento ben noto nella tarda età del bronzo”.
E' importante tuttavia che il relitto risulti al sicuro in modo da poter essere studiato in futuro. "Fortunatamente - sottolinea l'esperto - il luogo dove si trova l'imbarcazione nel profondo blu l’ha protetta dalle onde, dalle correnti e dai subacquei, che colpiscono e danneggiano i relitti in acque poco profonde". Di conseguenza, il corpo della nave è rimasto ben conservato per tre millenni e mezzo, con le sue travi di legno sepolte al sicuro nei sedimenti del fondo del mare. “C’è un enorme potenziale per la ricerca”, ha detto Sharvit. “La nave è preservata a una profondità così grande che il tempo si è congelato dal momento del disastro”.
Avvistato da sommergibili robot
Il carico è stato avvistato da sommergibili robot appartenenti a una società di esplorazione petrolifera alla ricerca di potenziali nuove fonti di energia al largo delle coste israeliane. Solo due delle anfore sono state rimosse utilizzando strumenti appositamente progettati, in modo da non danneggiare gli altri reperti.
Un relitto che cambia la storia
Solo altri due relitti con carico della tarda età del bronzo sono noti nel Mar Mediterraneo, entrambi ritrovati relativamente vicino alla costa turca utilizzando una normale attrezzatura subacquea. Anche per questo l'ipotesi accademica, fino ad ora, era che il commercio in quel periodo avvenisse veleggiando in relativa sicurezza da un porto all'altro, tenendo sempre d'occhio la costa. Ma la scoperta di questa imbarcazione cambia completamente la nostra comprensione delle abilità degli antichi marinai dell'età del bronzo.
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