Perché uomini e donne del neolitico usavano i piercing: lo rivelano le tombe di Boncuklu Tarla
Gli studiosi hanno portato alla luce monili che denotano la perforazione delle orecchie e del labbro in scheletri di oltre 11mila anni a Boncuklu Tarla. Forse si trattava di un rituale di passaggio alla età adulta
A quando risalgono i primi piercing della storia? Una risposta potrebbe provenire dal sito archeologico di Boncuklu Tarla, nel sud-est della Turchia, dove gli studiosi hanno individuato le prove più antiche conosciute di perforazione di parti del corpo in scheletri risalenti a ben 11mila anni fa.
Visto che la pratica riguarda solo individui adulti, si è dedotto che potesse essere legata a un rito di passaggio all’età matura. In ogni caso, quanto portato alla luce dagli archeologi, getta nuova luce sul ricorso a modificazioni corporee nelle prime comunità sedentarie.
Ma cosa è stato trovato, più precisamente?
La squadra dell’Università di Ankara ha recuperato, tra il 2012 e il 2017, più di 100 ornamenti da tombe risalenti ad almeno 11mila anni fa.
Tali ornamenti - realizzati prevalentemente in pietra calcarea, ossidiana, clorite, rame o ciottoli di fiume - sono stati trovati accanto alle orecchie e al mento degli scheletri e il tutto fa pensare che fossero concepiti per i piercing all’orecchio e al labbro inferiore (labret).
Video
L'usura sugli incisivi
Non per nulla l’analisi dei resti scheletrici ha evidenziato molti casi di usura sugli incisivi inferiori, come accade a seguito dell’utilizzo di labret in varie culture passate ed attuali.
I piercing, tra i componenti del gruppo di Boncuklu Tarla, erano utilizzati sia tra gli uomini che fra le donne. Tuttavia solo da individui adulti, come si diceva in precedenza. Non è stata trovata infatti alcuna testimonianza di utilizzo di ornamenti simili nelle sepolture dei bambini.
L'importanza del ritrovamento
La docente di Preistoria all'Università di Ankara, Emma Louise Baysal, una delle maggiori esperte di ornamenti personali neolitici, ha sottolineato come il ritrovamento fatto in quel sito costituisca la prima prova di perforazione del tessuto corporeo nel Sud-Ovest asiatico. Inoltre, ciò mette in discussione le narrazioni precedenti che collocavano le prime pratiche di perforazione del corpo intorno alla metà del settimo millennio a.C.
Gli esempi dell'Asia sud occidentale
Gli ornamenti alle orecchie e al labbro risultano ampiamente utilizzati nell’Asia sud-occidentale nel periodo neolitico. Esempi di questa abitudine sono stati accertati nell’Anatolia occidentale e nell’Egeo ma nessuna evidenza è stata individuata - almeno per ora - nelle regioni neolitiche dell'Anatolia centrale.
L’equipe di ricercatori guidati dalla professoressa Baysal ritiene che questa scoperta aiuterà a chiarire i significati e lo scopo che circonda questi manufatti e aprirà la strada a una rivalutazione dei dati neolitici esistenti in quella zona del Sud-ovest asiatico.
Video
Pratiche molto più antiche di quanto si pensava
“Ciò dimostra che le usanze, diffuse ancora al giorno d’oggi, erano già sviluppate nel periodo importante di transizione in cui le persone iniziarono a stabilirsi in villaggi stanziali nell’Asia occidentale più di 10.000 anni fa”, ha spiegato la professoressa Baysal.
Quelle popolazioni "avevano pratiche di ornamentazione molto complesse che coinvolgevano perline, braccialetti e pendenti”. Con ciò esse esprimevano “un mondo simbolico molto sviluppato".
Per cercare di avere più informazioni gli archeologi continuano i loro scavi a Boncuklu Tarla. I risultati attuali sono stati pubblicati sulla rivista Antiquity.
Per il resto bisognerà aspettare gli sviluppi delle ulteriori ricerche sul sito.
VEDI ANCHE
Gli elmi cornuti trovati in Danimarca non sono vichinghi, appartengono agli antichi shardana
Scavando trovano una vampira nella tomba: la prova dell'esorcismo nella bocca. Ricostruito il volto
I Neanderthal si baciavano (e non solo) con i Sapiens e sapevano curarsi con medicine naturali
Mont’e Prama, a caccia di giganti col georadar: le incredibili scoperte del professor Ranieri
Lo studioso mago del georadar: “Non solo Giganti, sotto Mont'e Prama c'è un mistero che va svelato”
Cronaca di una passeggiata con Giovanni Ugas sul sito del nuraghe di Monte Urpinu a Cagliari























