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Chi sono gli agostiniani di cui il nuovo Papa fa parte e cosa fecero Leone Magno e Leone XIII ai quali sembra ispirarsi

Leone XIV fa parte di un ordine improntato alla vita in comune, alla ricerca della verità attraverso la carità e alla difesa degli ultimi. Il nome Leone – visti i precedenti dei due grandi pontefici - rimanda al coraggio, alla fermezza dottrinale, ma anche all'impegno sociale e alla mediazione per la pace, sulla scia di Papa Francesco

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   

Robert Francis Prevost, il nuovo Papa, che ha scelto il nome di Leone XIV è nato a Chicago nel 1955. Dicono sia un ottimo tennista, ami la lettura e abbia le doti per tenere unite le anime della Chiesa mantenendosi sulla scia di Francesco. Appartenente all’Ordine agostiniano, missionario per lunghi anni in Perù, è stato fatto vescovo proprio da Bergoglio. Sue le cariche di prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l’America Latina. Prima di lui altri Papi, lontani e recenti della Cristianità, hanno portato il nome di Leone. Eredi di Pietro di grandissimo spessore. Vediamo allora chi sono i grandi pontefici che possono averlo ispirato e chi sono gli agostiniani cui Leone XIV appartiene.

Papa Leone XIV e Papa Francesco (Ansa)

Gli agostiniani

Gli Agostiniani sono un ordine religioso cattolico che trae ispirazione dalla Regola di Sant'Agostino, vissuto tra il IV e il V secolo, uno dei più influenti Padri della Chiesa. Il loro nome ufficiale è Ordo Sancti Augustini (O.S.A.). La loro missione ruota attorno alla vita in comune, alla ricerca della verità attraverso la carità e alla predicazione del Vangelo. Sorti nel XIII secolo con l’unificazione di diversi gruppi eremitici sotto l’impulso di Papa Innocenzo IV e poi consolidati da Papa Alessandro IV, gli Agostiniani si sono distinti nel tempo per la loro spiritualità profonda, l’impegno culturale e l’attività missionaria. Molto attenti alla formazione teologica, all’evangelizzazione e alla cura delle anime, annoverano tra i loro membri figure come San Tommaso da Villanova, Gregorio di Rimini e il celebre frate agostiniano Martin Lutero (ovviamente prima della sua rottura con la Chiesa).

La scelta di chiamarsi Leone

Per comprendere il senso che il nome di Leone XIV potrebbe avere, anche in termini di rievocazione ed eredità di intenti, è utile riferirsi alle preponderanti figure di Leone I e Leone XIII, due papi che hanno segnato profondamente la storia della Chiesa. Il nome Leone, da tal punto di vista, è carico di significati: rimanda al coraggio, alla fermezza dottrinale, ma anche all'impegno sociale e alla mediazione per la pace. Ecco perché Papa Leone XIV potrebbe aver voluto inviare un messaggio chiaro. Preannunciare di volersi occupare della giustizia sociale, della difesa dei poveri e degli ultimi e di voler lavorare per la pace nel mondo. La scelta di quel nome potrebbe dunque essere una sorta di dichiarazione programmatica, una continuità ideale con due papi fondamentali nella storia come quelli citati.

Leone Magno e Leone XIII (Wikipedia, pubblico dominio)

Papa Leone I, detto Magno

Ma vediamo più nel dettaglio di chi stiamo parlando. Leone I, detto Magno, è stato uno dei più grandi pontefici della Chiesa antica, governando il trono di Pietro dal 440 al 461, in un periodo di forti pressioni esterne e interne, tra invasioni barbariche ed eresie. È uno dei soli due papi ad avere il titolo di Magno (insieme a Gregorio Magno) ed è Dottore della Chiesa. Fu promotore del primato romano, contribuendo alla definizione dell'autorità del Vescovo di Roma sulla Chiesa universale.

Si distinse per la difesa della dottrina cattolica contro eresie come il pelagianesimo e il monofisismo. Tra i segni storici più importanti da lui lasciati nella dottrina occorre citare la Formula dogmatica di Calcedonia. La sua lettera a Flaviano, patriarca di Costantinopoli, fu infatti adottata come testo dottrinale al Concilio di Calcedonia (451), affermando la doppia natura, quella umana e quella divina, di Cristo.

Leone Magno e l’incontro con Attila

Leone Magno tuttavia è rimasto celebre nella storia soprattutto per aver fermato l’invasione degli Unni, dimostrando l'autorità morale del papato anche sul piano geopolitico. Nel 452 infatti andò incontro al re Attila e lo convinse a non saccheggiare Roma, guadagnandosi con ciò fama imperitura di coraggiosa autorità spirituale.

Papa Leone XIII

Leone XIII (1878–1903), al secolo Vincenzo Gioacchino Pecci, è stato un papa molto importante per la modernizzazione del pensiero cattolico in rapporto al mondo contemporaneo. È spesso ricordato come il Papa dei lavoratori che, con visione profetica, affrontò le sfide del mondo moderno e industriale. Fu il primo pontefice a proporre una vera e propria Dottrina sociale della Chiesa. Una posizione ben espressa nella Enciclica Rerum Novarum del 1891, che rappresenta il testo fondante della Dottrina Sociale della Chiesa, parla dei diritti dei lavoratori, di giustizia sociale, di responsabilità dello Stato e di datori di lavoro. In definitiva denuncia le ingiustizie sociali, difende i diritti di chi lavora e chiede leggi giuste a tutela degli oppressi.

Papa Leone XIV (Ansa)

Il dialogo con la modernità

Leone XIII cercò anche di conciliare la fede con il progresso scientifico e culturale, favorendo l’apertura della Chiesa alla filosofia tomistica. Un rilancio in pratica del pensiero di San Tommaso d’Aquino, secondo il quale “sebbene la verità della fede cristiana superi la capacità della ragione, tuttavia i princìpi naturali della ragione non possono essere in contrasto con codesta verità”. Cercò inoltre di ricostruire legami tra la Chiesa e gli Stati moderni dopo la rottura seguita alla presa di Roma (1870) e si spese per la pace tra le nazioni, in un contesto di forti nazionalismi.

Una nuova alleanza con gli ultimi?

Aver scelto il nome Leone XIV, per Papa Prevost, potrebbe significare dunque voler mettersi in continuità ideale con i due grandi predecessori, con un orientamento preciso: essere pastore forte e guida spirituale in tempi difficili come Leone Magno; seguire la via della difesa degli oppressi, essere costruttore di pace e voce dei lavoratori e dei poveri come Leone XIII.

In un mondo segnato da diseguaglianze, conflitti e cambiamento climatico, Leone XIV potrebbe insomma rappresentare la Chiesa che – sulle orme di Francesco - cammina con gli emarginati, parla di giustizia globale, difende i migranti, i poveri, la dignità del lavoro e custodisce il creato.

Del resto gli Agostiniani, con la loro eredità di pensiero critico, spiritualità comunitaria e azione evangelica, offrono un contesto fertile per la riflessione sul processo di rinnovamento. In questo scenario, Papa Leone XIV potrebbe segnare una nuova primavera della giustizia cristiana, un richiamo potente alla radicalità del Vangelo vissuto tra gli ultimi, in continuità con l’insegnamento di papa Bergoglio. Sarà davvero così? Solo il tempo potrà dircelo, ma ci sono solidi presupposti per sperarci.

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   
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