Opus Caementicium, il miracoloso materiale degli antichi romani capace di resistere ai secoli: l’ingrediente segreto
Questo conglomerato consentì la costruzione di incredibili strutture che hanno sfidato il tempo. Emblematico è il Pantheon, con la sua incredibile cupola, icona dell'ingegno umano. Ma ci sono anche grandiosi acquedotti ed anfiteatri
Nel variegato panorama delle innovazioni architettoniche introdotte dalla civiltà romana, l'opus caementicium rappresenta senza dubbio un monumento di ingegnosità e praticità. Questo particolare tipo di conglomerato, precursore del moderno cemento, ha rivoluzionato il modo di costruire degli antichi romani, consentendo la realizzazione di strutture in grado di sfidare i secoli. Emblematico è il Pantheon di Roma, con la sua incredibile cupola, che rimane un'icona dell'ingegno umano.
Ma cos’era questo miracoloso materiale?
L'opus caementicium era costituito da una miscela di calce, acqua e un aggregato di pietre o mattoni, chiamato caementa. Grazie alla sua eccezionale resistenza e versatilità, ha permesso di erigere edifici di dimensioni maestose, come i grandiosi acquedotti e gli imponenti anfiteatri, che tutt'oggi lasciano a bocca aperta studiosi e turisti.
L'ingrediente segreto
Uno degli ingredienti chiave del cemento romano pare fosse una cenere vulcanica chiamata pozzolana, proveniente per lo più dalla regione intorno al Vesuvio (Pozzuoli). Mescolata con calce e acqua, la pozzolana determinava una reazione chimica capace di produrre un legante resistente all'acqua. Questo legante, combinato con aggregati come macerie, pietre e mattoni, formava un forte materiale composito che poteva resistere alla prova del tempo. I Romani incorporavano anche altri additivi nelle loro miscele di cemento per potenziarne le proprietà. Uno di questi additivi si dice fosse l'acqua di mare, che reagiva con la calce formando ulteriori minerali che rinforzavano il cemento e lo rendevano più resistente all'erosione.
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L'innovazione permise ai Romani di costruire strutture come porti, ponti e acquedotti in grado di contrastare gli effetti corrosivi dell'acqua salata.
A quando risale
L’invenzione dell’opus caementicium risale al III secolo a.C. e rappresenta una vera e propria rivoluzione tecnica. Gli architetti romani, infatti, non si limitarono ad utilizzarlo per la costruzione di edifici di uso quotidiano, ma lo integrarono abilmente nella loro architettura per l'abbellimento degli spazi, utilizzandolo per creare forme fluide che parevano sfidare le leggi della gravità. Basti pensare appunto al Pantheon e alla sua cupola, vero capolavoro della Città Eterna di cui abbiamo già accennato.
Con il passare dei secoli, l'uso dell'opus caementicium declinò, ma le sue tracce riaffiorarono nel Rinascimento, quando gli architetti iniziarono a riscoprire e a reinterpretare le tecniche costruttive romane. Ancora oggi tuttavia, una certa eredità di questo fantastico materiale sopravvive nelle moderne tecnologie del cemento, testimoniando la duratura influenza e rilevanza delle innovazioni romane nel campo dell'edilizia.

















