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“Sotto la melma dello stagno di Cabras si celano 6 antichi nuraghi, uno è gigantesco e intatto con cupola e guglie”

A sostenerlo il noto geofisico Gaetano Ranieri, autore delle prospezioni a Mont’e Prama e mago del georadar, che ha scandagliato la laguna. Ma come si spiegano simili strutture archeologiche sotto lo stagno? Le possibili sconvolgenti risposte

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   

Se confermata la scoperta sarebbe di somma importanza per la storia della Sardegna e del mondo Mediterraneo antico. Assolutamente rivoluzionaria. Potenzialmente capace di rovesciare convinzioni scientifiche consolidate sulla origine della civiltà nuragica e perfino sulla storia umana. Sotto lo stagno di Cabras, a poca distanza da Mont’e Prama, dove sono tornati alla luce i famosi Giganti, ci sarebbero sei nuraghi, uno dei quali gigantesco e praticamente intatto. Lo sostiene Gaetano Ranieri - già professore ordinario di Geofisica applicata al Politecnico di Torino e poi all’Università di Cagliari, autore delle prospezioni sul sito del Sinis e mago del georadar - che a suo tempo avrebbe scandagliato lo specchio d’acqua utilizzando un avanzato strumento di rilevazione.

L'incredibile scoperta

Il racconto dell’esperto è appassionante. “Grazie all’aiuto dei pescatori di Cabras abbiamo indagato una superficie di 4,2 chilometri quadrati di stagno (lo stagno ne ha complessivamente circa 24, ndr) e abbiamo utilizzato un sub bottom profiler, uno strumento in grado di leggere il fondale marino che, per semplificare, funziona come un ecoscandaglio che va oltre il fondo del mare", racconta su La Nuova Sardegna. E i dati raccolti dallo scanner avrebbero palesato una realtà incredibile: sotto il fondale fangoso della laguna oristanese, a circa undici metri di profondità, riposerebbero sei antichi nuraghi, di cui almeno uno sostanzialmente completo, con tanto di cupola e guglie – spiega il geofisico. Il professor Ranieri parla di letture inequivocabili e rivela di avere “tutte le coordinate a disposizione per indicare dove si trovano”.

Del resto il noto studioso aveva accennato a un indizio anche in una nostra intervista parlando delle rilevazioni effettuate nell’ipogeo di San Salvatore del Sinis: "Sotto alcuni strati d’intonaco e altri disegni, è raffigurata una reggia nuragica con otto torri", aveva spiegato. Come mai? La scoperta segnalata potrebbe dare la risposta. E proprio da quell’indizio pare sia partita l’idea di scandagliare il fondale dello specchio d’acqua.

La prova che i nuraghi sono molto più antichi?

La grande e inevitabile domanda a questo punto è: com’è possibile che questi nuraghi siano finiti sul fondo dello stagno di Cabras? “Partendo dalla misurazione degli strati sedimentari, da 0,8 fino a 1,5 metri a millennio, un nuraghe che ha la base a undici metri di profondità, dovrebbe risalire al 6mila avanti Cristo”, spiega Ranieri. Ce n’è abbastanza per far sobbalzare gli studiosi sulle sedie.

Le cose sono due allora. O siamo davanti alla prova scientifica che i nuraghi sono molto più antichi di quanto finora si è creduto, oppure è successo qualcosa che ha fatto sprofondare quelli in questione sotto l’acqua e la melma dello stagno. Secondo Ranieri “l’archeologia ci dice che i nuraghi non sarebbero più vecchi di 4mila anni". Allora potrebbe darsi che quelli di Cabras “siano sprofondati a seguito di un cataclisma o di eventi climatici particolarmente forti e impattanti”. A parere dell’esperto “non è tanto strano nelle aree costiere, perché le alluvioni e le mareggiate combinate tra loro potrebbero tranquillamente causare lo sprofondamento di un nuraghe sotto la spinta del suo stesso peso”.

Variazioni climatiche

A ben vedere, del resto, i grandi cambiamenti climatici della storia della Terra "ci spiegano come tra il 1200 e il 1100 avanti Cristo ci sia stata una rapida impennata delle temperature, con una variazione che è arrivata fino a 4,5 gradi di media. Pensare che oggi ci preoccupiamo per la variazione di un grado e tutti speriamo che non arrivi a 1,5 – spiega ancora Ranieri – rende l’idea di quello che potrebbe essere successo allora”.

Sarà così, o è più facile che sia vera la prima conclusione? Vedremo cosa verrà fuori in base al prosieguo degli studi e ai dovuti approfondimenti che sarebbe un sacrilegio evitare.

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