Un antico villaggio riemerge accanto al nuraghe Diana: perché gli antichi lo chiamavano Janna
La poderosa struttura, "patrimonio dell'umanità", col suo villaggio controllava il porto e le rotte marittime. E infatti Janna in sardo significa 'porta', ad indicare l'accesso diretto al Mediterraneo. Ben 38 gli insediamenti nel territorio. La campagna della Soprintendenza riprende in autunno.
Una importante scoperta è stata fatta di recente dagli archeologi nel Sud della Sardegna, sul litorale di Quartu Sant'Elena. Gli scavi della Soprintendenza archeologica al Nuraghe Diana, ripresi di recente dopo quasi 20 anni di stop, hanno riportato alla luce un villaggio nuragico che dà ulteriore conferma del ruolo strategico esercitato da questa porzione del territorio già diversi millenni orsono.
Situato in una posizione strategica a controllo delle vie di accesso dal mare verso l'entroterra, è inserito nell'elenco dei monumenti nuragici proposti all'Unesco come patrimonio dell'umanità.
L'obiettivo dell'amministrazione comunale di Quartu sant'Elena è di non limitarsi alla fruizione esclusivamente nel periodo estivo, ma espandere il periodo di visite e la frequentazione del complesso lungo tutto il corso dell'anno.
Sono 38 gli insediamenti nuragici nel territorio
Nel litorale quartese sono ben 38 gli insediamenti nuragici identificati e il Nuraghe Diana è senza dubbio il più suggestivo in considerazione della posizione strategica, ad appena 150 metri dal mare, delle sue peculiarità archeologiche e delle curiosità che custodisce. Fu costruito in piena civiltà nuragica per controllare il porto e le rotte marittime, e infatti la tradizione più antica lo chiama Janna, che in sardo significa 'porta', ad indicare l'accesso diretto al Mediterraneo. La struttura è costituita da una torre centrale, due torri frontali, un vano scala e un villaggio circostante ancora in fase di scavo. Durante la seconda guerra mondiale la sua sommità si è trasformata in una torre di avvistamento militare, integrata alla batteria antinave Carlo Faldi, di cui restano visibili percorsi sotterranei, bunker e postazioni per le armi.
Risultati eccezionali
Gli scavi recentemente realizzati sotto la direzione della Soprintendenza, interrotti giusto una ventina di giorni fa, riprenderanno in autunno. Ma già ora le indagini possono dirsi eccezionali per le evidenze archeologiche emerse. Hanno infatti permesso di riportare alla luce altri ambienti del villaggio che si caratterizzano per la tecnica muraria, differente da quella del nuraghe. I dati materiali ceramici e litici rinvenuti confermano tuttavia, che si tratta di strutture coeve alla costruzione del nuraghe: la diversità tra le tecniche deriverebbe quindi esclusivamente dalla volontà delle genti nuragiche che abitavano l'area.
"Era forte il collegamento tra quelle comunità e il mare"
"Le ultime campagne di scavo ci danno una prova di quanto fosse forte il collegamento tra il mare e la comunità nuragica che si era installata su quest'altura - spiega la funzionaria della Soprintendenza archeologica di Cagliari Gianfranca Salis - Sicuramente il Diana aveva un ruolo di controllo su tutta l'area costiera, in collegamento con gli altri siti megalitici, formando così un sistema territoriale che nel Bronzo Recente controllava e si rapportava con il mare. Gli scavi non sono finiti - precisa l'archeologa -; dobbiamo fare i restauri di tutte le strutture che sono emerse e soprattutto dei materiali, che sono integri, perché quello che c'era dentro le capanne era il risultato di un momento di abbandono. Tutto questo lavoro ci permetterà di acquisire tante altre informazioni e al termine dello stesso sarà anche possibile garantire la fruizione pubblica dei materiali".
La rassegna "Incanti"
Le nuove evidenze archeologiche troveranno sponda, dal 12 luglio e fino a ottobre, nella rassegna 'Incanti', un totale di circa 80 eventi, inclusi quelli che non verranno realizzati al Nuraghe Diana ma garantiranno visibilità all'altra area archeologica di grande interesse del territorio costiero quartese: la Villa Romana, in località Sant'Andrea.























