Le inspiegabili linee di Nazca, formano disegni precisi e non si intersecano mai: chi le realizzò davvero e come?
Ci sono 13mila linee, anche di 200 metri, che compongono oltre 800 figure: animali, umani e forme geometriche. A cosa servivano quei disegni? Come hanno fatto gli antichi abitanti del luogo a realizzarle? E’ ancora un enigma
Uno dei tanti misteri dell’archeologia riguarda le Linee di Nazca, in Perù. Ce ne sono circa 13mila che compongono oltre 800 figure. Disegni di animali e forme di tipo geometrico, alcune delle quali ricordano le piste degli aeroporti. Queste raffigurazioni sono visibili solo dall’alto e furono individuate per caso, nel 1926, da un pilota che sorvolava la zona. Si estendono su un’area di 450 metri quadrati e alcune raggiungono i 200 metri di lunghezza. Un altro gruppo di geoglifi (figure realizzate sul terreno) è stato individuato nel 2019. Altri 143 disegni di animali (scimmie, balene, ragni, lucertole), persone e oggetti. Molti sono giganteschi e superano i 100 metri.
Gli studiosi datano questi disegni tra il 300 a.C. e il 50 d.C. e li attribuiscono alla locale cultura Nazca del I sec d.C. sorta sulle sponde del fiume Aja, nella regione di Inca.
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La tecnica utilizzata
La tecnica utilizzata per realizzare le linee è semplice: è stato rimosso lo strato superficiale del terreno creando solchi profondi fino a 30 centimetri. Essendo la superfice del terreno composta da ciottoli rossastri, la rimozione ha lasciato spazio alla sabbia sottostante di colore chiaro. E’ stato possibile così comporre le figure che si sono conservate intatte grazie al clima arido e all’assenza di rilevanti correnti d’aria.
Domande senza risposta
La prima domanda cui non si è ancora trovata risposta è però questa: a cosa servivano quei disegni? Molte le teorie in proposito. Da quella che parla di opere a scopo di culto, a quelle che le vedono correlate a funzioni astronomiche o legate alla segnalazione di risorse d’acqua sotterranee.
Più intriganti le teorie che vi vedono i segni lasciati in un luogo di sbarco e decollo di antichi astronauti, provenienti da altri pianeti. Una tesi alimentata anche dal fatto che in quelle regioni sono stati trovati teschi dal cranio allungato.
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Un altro quesito riguarda la loro realizzazione. Come è stato possibile per dei popoli che non conoscevano il volo avere una visione d’insieme dall’alto, che è l’unica che consentirebbe di tracciare con la necessaria precisione quelle linee? La risposta non è semplice. In genere si è fatto riferimento alla possibilità che i disegni siano stati prima realizzati in scala e, solo in seguito, riprodotti sul terreno con l’ausilio di lunghe corde.
Ma questo non spiegherebbe un altro enigma che le linee di Nazca presentano: come mai le figure sono state disegnate tracciando un’unica linea che non si interseca mai con se stessa? E, ancora, qual è il significato di quei disegni?
Insomma, il mistero resta.