Quelle mura sono impossibili per quei tempi antichi: chi le costruì davvero e quando?
Le opere di Sacsayhuamán e Ollantaytambo sono incredibili. Geopolimeri? Ma chi era in grado allora di plasmare l’andesite? E di portare quei giganteschi blocchi a tali altezze? Per di più si dice che quelle popolazioni non possedevano funi in grado di reggere simili pesi e non conoscevano la ruota
In Sudamerica, e in particolare in Perù, c’è un enigma che da tempo appassiona schiere di studiosi. Le mura impossibili, visibili in certi antichi siti archeologici, che non si comprende bene come possano essere state realizzate. In definitiva quelle opere risultano ancora oggi un mistero. Chi le ha costruite e con quale tecnica? Si tratta di un grattacapo non da poco.
Basta dare uno sguardo alle mura di cinta della Fortezza di Sacsayhuamán, oppure a quelle di Ollantaytambo o Machu Picchu, sempre nel Paese sudamericano, per rendersene conto.
La perfezione degli incastri
Si nota al primo colpo d’occhio la perfezione degli incastri, il materiale di ogni blocco che va a inserirsi in ogni curva o rilievo del blocco su cui poggia, facendo sì che le enormi pietre aderiscano perfettamente l'una all'altra, come se sia stato utilizzato un materiale plasmabile e gommoso. Tanto che i giganteschi massi risultano talmente contigui, nonostante le irregolarità, da impedire a una carta di credito di passare negli interstizi.
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E’ qualcosa di incomprensibile anche per i tecnici dei nostri giorni. Ingegneri ed architetti non riescono a spiegare come sia stato possibile, secoli e secoli fa, ottenere un simile risultato. Anche se non mancano le teorie a questo proposito. Prima tra tutte quella che ritiene tali pietre sintetiche.
E in effetti, allo stato, la cosa più probabile è che sia stato utilizzato un qualche procedimento chimico per costruire quei blocchi. Un trattamento in grado di produrre dei giganteschi mattoni malleabili, come quando si dà forma all’argilla, al cemento o alla plastilina e si attende che il materiale debitamente modellato asciughi.
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Si tratta però di rocce di andesite o simili
Ma c’è un problema. Le rocce di quei siti incredibili non sono di argilla o cemento, risultano composte da andesite o, in ogni caso, da rocce particolarmente dure. E qui le cose si complicano: vuol dire che i costruttori di quelle strutture sapevano “modellare” delle rocce di andesite come noi oggi modelliamo i vasi d’argilla.
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Chi erano davvero i costruttori?
Ma chi erano allora questi individui in grado di realizzare – in quella lontana epoca storica – dei geopolimeri che, una volta raggiunto lo stato solido, fornivano risultati identici alla andesite o alle altre rocce dure presenti in natura?
Quale popolazione di quel tempo aveva le conoscenze di chimica e di ingegneria tali da poter realizzare un procedimento capace di produrre una roccia del tutto identica alla vera andesite?
Quegli individui disponevano, evidentemente, di conoscenze tecniche che nemmeno noi, ai nostri giorni, abbiamo raggiunto appieno.
Come hanno fatto a costruirle a 3mila metri di altezza?
E non basta. Bisogna aggiungere che quelle rocce pesano spesso molte tonnellate e sono state piazzate, di sovente, a più di tremila metri di altezza. E tutto questo sarebbe stato realizzato a forza di scalpello e martello, da popolazioni che, stando a certe teorizzazioni ufficiali, non erano in possesso di catene o funi in grado di reggere simili pesi e non conoscevano la ruota. C'è qualcosa che - palesemente - stride.
Per cui la solita domanda aleggia prepotentemente nell’aria: chi ha davvero costruito queste meravigliose mura? Cosa dobbiamo ancora scoprire sulla storia umana che al momento non conosciamo?
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