Nel canale uterino e nel torace le prove di un orribile parto: studiosi scioccati dopo l'analisi della mummia
Analizzando gli antichi resti di una giovane partoriente i ricercatori fanno una scoperta terrificante. Il corpo risultava coperto da una grande quantità di sale. Un feto decapitato ed un altro nella cassa toracica. La morte atroce della ragazza
Gli archeologi hanno fatto in Egitto una scoperta scioccante, facendo tornare a galla una orribile storia di millenni fa. In realtà la vicenda è emersa quando gli esperti hanno riesaminato, con le moderne tecnologie, una mummia venuta alla luce nell’oasi di Kharga, all’interno del cimitero di El Bagawat, nel 1908. Si trattava dei resti di una giovane mamma di 14-17 anni, morta a causa di uno straziante parto alcuni millenni prima.
Il corpo risultava coperto da una grande quantità di sale, che lo aveva completamente essiccato, e risalente a un periodo tra il 404 e il 343 a.C.
Gli esami eseguiti di recente hanno evidenziato un elemento terrificante ma molto interessante dal punto di vista scientifico: l’antico corpo conteneva i resti di un feto e di una placenta nella zona pelvica. Successivamente però è giunta la sorpresa: vi era un altro feto all’interno del torace.
Evidentemente la giovane partoriente stava per dare alla luce due gemelli ma qualcosa andò storta conducendola alla morte. Una morte tragica e terribile.
Gli esperti pensano infatti che durante il travaglio la testa di uno dei bambini sia rimasta incastrata nel canale uterino ponendo le basi per un'epilogo fatale per i nascituri e la loro mamma.
La misteriosa presenza di un secondo feto
A tale conclusione si è giunti dopo l’utilizzo della tomografia computerizzata (TC). E' stato un gruppo di ricercatori della George Washington University a individuare nella cavità toracica della ragazza la presenza del secondo feto. Non solo, i ricercatori hanno anche accertato che al primo bimbo mancava la testa. Approfondendo l’analisi hanno poi stabilito che questa era ancora incastrata nel bacino della povera partoriente. Ne hanno dedotto, quindi, che il feto è rimasto decapitato nel corso del travagliato tentativo di parto.
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La decapitazione fetale
Il bambino sarebbe stato vittima - in sostanza - di una decapitazione fetale traumatica, rara conseguenza di un parto in posizione podalica, ovvero quello che si ha quando i piedini del nascituro risultano posizionati in avanti, invece della testa.
Lo studio, con le immagini della mummia, è stato pubblicato sull’International Journal of Osteoarchaeology.
E’ la prima volta che, nella Terra delle piramidi, viene rinvenuta la mummia di una donna morta in questo modo.
E’ strano poi il ritrovamento di un secondo feto nella cavità toracica. L’unica spiegazione è che gli imbalsamatori non se ne siano accorti prima della mummificazione. A parere di IFL Science, il gemello potrebbe anche essersi spostato dall’utero alla cavità toracica quando il diaframma della giovane è stato consumato dal tempo.
L'incantesimo
Una cosa è certa comunque: il parto a quei tempi era un evento molto più pericoloso di oggi.Tanto che si trattava di un momento fatto oggetto di preghiere, riti e invocazioni. Non per nulla un incantesimo scritto in un antico papiro diceva: “Noi (le faremo) concepire figli maschi e femmine. La terremo al sicuro da una nascita di Horus, da una nascita irregolare e dal parto di gemelli”. A testimoniare i timori che destava questo tipo di nascite, ritenute irregolari e, dunque, a grande rischio.
Nota sulle FOTO a e B
(a) Scansione TC della mummia. Il cranio, le costole e le ossa del feto nella cavità toracica. (b) Altro feto alloggiato nel torace della mummia. (International Journal of Osteoarchaeology)