Issey Miyake: morto il "sarto del vento" che vestiva Bowie e creò l'immagine di Steve Jobs

Sopravvissuto di Hiroshima da subito manifestò una incredibile propensione per il design. I suoi abiti sono una sintesi perfetta tra moda, arte e tecnologia

Issey Miyake: morto il 'sarto del vento' che vestiva Bowie e creò l'immagine di Steve Jobs

Sentiremo la mancanza di Issey Miyake ‘il sarto del vento’, che ha vestito David Bowie e creato l’immagine di Steve Jobs, e che lasciato al mondo la sua visione della moda colma di bellezza autentica.

Da Hiroshima a Parigi e New York

Nato nel 1938 a Hiroshima, uno dei pochi sopravvissuti ai danni enormi causati dalla bomba atomica, che uccise invece sua madre. Nonostante le difficoltà Issey manifestò fin da piccolissimo una predisposizione per il design, filtrato dalla sua particolare visione della realtà. Si laureò alla Tama University of Fine Arts di Tokyo in Graphic Design e poi, come era d’uso fin dagli Cinquanta, si recò a Parigi, dove approfondì i suoi studi alla Chambre Syndicale de la Couture Parisienne, e da qui a New York, terra di sperimentazione e innovazione tecnologica.

Nessun posto è come casa tua

Nonostante le importanti collaborazioni professionali che non tardarono ad arrivare (Givenchy e Laroche tra i tanti), in lui forte si impose il desiderio di tornare alle origini, a quella pulizia formale che solo il Giappone conosce. Nel 1970 rientra dunque a casa e fonda il Miyake Design Studio portando proprio a Parigi la sua prima collezione appena tre anni dopo. La visione artistica di Issey Miyake è una sintesi tra moda, arte, design, artigianato e tecnologia. Un equilibrio perfetto dovuto alla purezza strutturale di ogni abito e alla costante ricerca di nuovi materiali. Celebri i suoi vestiti origami, che mescolano, architetture complesse a minimalismo cromatico. Dimensioni che giocano con le proporzioni del corpo e studio degli spazi rendono il suo stile inconfondibile. Altrettanto celebre la sua tecnica di plissettatura, tuttora in uso dal marchio, che risale agli anni ’20 e che conserva una eco raffinata degli elementi tipici della cultura giapponese. Questa visione così strutturata gli consentì di stringere amicizie importanti con un pilastro dell’architettura come David Chipperfield e fotografi come Irving Penn.

In cerca del nuovo

Considerato tra i padri fondatori dell’avanguardia giapponese (insieme a Arata Isozaki e Ikko Tanaka) Miyaki capì molto presto che l’innovazione tecnologica e la ricerca dei materiali non era solo importante per ottenere un design originale ma anche fondamentale, e qui veramente parliamo di avanguardia, per l’ecosostenibilità. Quando Miyake lavorava a modelli a basso impatto inquinante e inaugurava una metodologia di lavoro fondata sull’uso dell’essenziale, combattendo lo spreco dei tessuti si era agli albori degli anni ’90, molto prima che l’emergenza ambientale diventasse un problema globale. Questa capacità empatica e artistica di osservar ela vita gli valse riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui la nomina di Cavaliere della Legion d’Onore in Francia nel 1993, oltre a premi prestigiosi come il Compasso d’Oro, ottenuto nel 2014 per le lampade realizzate per Artemide che presentavano una straordinaria fibra riciclata in grado di risparmiare energia fino al 40%.  

Un’eredità in continua evoluzione

Miyaki Issey Foundation e Issey Miyake Reality Lab sono i luoghi dove questa ricerca prosegue senza sosta, il brand, dopo ventanni di carriera, è stato affidato dallo stesso Miyake al designer Naoki Takizawa, suo collaboratore.  Il 5 agosto, all’età di 84 anni, lo stilista Issey Miyake ci ha lasciato. Nessuna commemorazione o funerale per lui, come richiesto dallo stesso Miyake, ma solo un’eredità di arte senza confini di genere, dalle proporzioni fluttuanti, intrisa di delicata poesia.