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La misteriosa mappa di Piri Reis con l’Antartide prima che fosse coperta dai ghiacci. Copiata da carte prediluviane?

Com'è possibile che esista un'antica carta geografica con la riproduzione di un luogo che all'epoca non era stato ancora scoperto? Da quali mappe antichissime è stata ricopiata? Com’è stato possibile riprodurre l'esatta conformazione di un Continente che risulta coperto dai ghiacci da almeno seimila anni?

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   

Ci sono oggetti che la scienza e la storia ufficiali faticano a spiegare. Uno di questi è la cosiddetta Mappa di Piri Reis che più di una discussione ha alimentato tra gli esperti, conducendo a ipotesi di vario tipo. La mappa fu rinvenuta in Turchia, a Instanbul, alla fine degli anni venti e si ritiene sia stata elaborata dal cartografo e grande navigatore ottomano intorno al 1513. Ma cos’ha questo documento di tanto particolare?

E’ una cartina geografica. Niente di eccezionale in definitiva, si dirà. Se non fosse che raffigura, oltre alle Coste dell’America, quelle dell’Antartide, prima che fosse scoperta.

Tutto torna alla luce quando un teologo, tale Gustav Adolf Deissman, viene incaricato dai governanti turchi, nel 1929, di eseguire delle ricerche per la classificazione dei materiali della biblioteca Topkapi a Istanbul.

Manovrando tra migliaia di libri e documenti l’esperto scopre in un pertugio due frammenti di una mappa, delle dimensioni complessive di 90 x 63 cm, disegnata su pelle di gazzella e - a uno sguardo appena più attento - particolarmente sorprendente. A Occidente della Spagna e del Continente Africano quel documento sembra evidenziare, infatti, le coste dell’America e poi dell’Antartide. Più in particolare il primo frammento sembra rappresentare una parte rilevante della costa est del Sud America, l'isola di Hispaniola e un tratto della costa antartica;  il secondo frammento, invece, sembra riprodurre in parte il Nord America.

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La domanda è però: come faceva una mappa realizzata nei primi anni del 1500 (e ritenuta autentica) a descrivere terre che ancora, a quell’epoca, non erano state scoperte?

La cartina sarebbe stata realizzata, come si diceva, da Ahmed Muhiddin noto come Piri Reis (Reis era la carica corrispondente a quella di capitano navale), marinaio e cartografo ottomano vissuto tra il 1465 e il 1553, che ha rivelato di averla disegnata sulla base di un’altra antichissima mappa (purtroppo perduta) donatagli da un prigioniero castigliano che – si dice - aveva fatto parte dell’equipaggio di Cristoforo Colombo. Inoltre Piri Reis avrebbe completato la sua opera attraverso informazioni provenienti dagli antichi re del mare. Ovvero, probabilmente, sulla base di altre antiche carte.

Il Reis cominciò a disegnare la sua incredibile mappa – stando a quanto risulta – nel 1511,  portando a compimento l’opera nel 1513. La cosa è avvalorata dal fatto che, stando alle risultanze, Piri Reis la presentò nel 1517 al sultano Solimano il Magnifico, guadagnandosi con ciò la nomina ad ammiraglio. Lo stesso marinaio-cartografo, nel 1521, pubblicò un portolano del Mar Mediterraneo aggiungendovi la storia delle spedizioni di un esploratore “chiamato Colombo, che salpò in cerca di Antilya - isola mitica dell'Atlantico - e la scoprì”.

Bisogna dire che della mappa originale è giunto a noi soltanto un terzo. Ma in quel terzo, diviso in due parti - come già accennato - sono evidenziate in particolare le coste dell’Ovest dell’Europa, del Nord Africa e di parti del Sud America, come il Brasile. Si vedono inoltre alcune isole atlantiche, in particolare le Azzorre e le Canarie, e quel che potrebbe essere il Giappone. Sono evidenziati anche molti fiumi attualmente conosciuti e caratteristici delle terre in questione.

L’aspetto maggiormente sorprendente della enigmatica cartina geografica è tuttavia la raffigurazione dell’Antartide. Questo continente, situato a ridosso del Polo Sud e opposto all'Artide, viene infatti disegnato senza ghiacci. E questa rappresentazione sembra corrispondere effettivamente alla topografia accertata a livello scientifico nell’epoca dei satelliti. Ovvero pare corrispondere veramente a come si presenta l’Antartide sotto la massa ghiacciata che lo caratterizza attualmente.

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Del resto la mappa di Piri Reis non è la sola mappa antica a riprodurre il Continente ghiacciato. Anche un francese, Philiph Buache, ispirandosi a mappe più antiche in suo possesso, disegnò la costa antartica nello stesso modo, così com’era intorno al 10.500 a.C. Buache con buona probabilità non vide mai la Mappa di Piri Reis, ritrovata solo nel 1929, ed è dunque evidente abbia utilizzato altre fonti. Il problema ovviamente è sempre lo stesso: quali?

Da segnalare che anche un altro cartografo e matematico transalpino, Orontius Finaeus, arrivò, per altre imponderabili vie, a riprodurre l’Antartide nel 1531 dandole la stessa identica conformazione.

E non furono gli unici. Gerardo Mercatore, un altro navigatore, rappresentò nel 1560, in una sua mappa, l’Antartide senza i ghiacci. Come ci era arrivato anche lui? Di quali documenti aveva potuto disporre? Il mistero resta, anche se ogni tanto qualcuno cerca di dissiparlo fornendo spiegazioni spesso ben poco convincenti o eludendolo.

La scoperta del Continente di ghiaccio

Non sarà male ricordare, a questo punto, che l’Antartide fu avvistata ufficialmente per la prima volta nel 1820 da una spedizione russa. Ma soprattutto che l’Antartide - stando agli esperti - risulta coperta completamente dai ghiacci da almeno 6mila anni. E allora la domanda torna prepotente: chi disegnò le antichissime mappe (qualcuno le definisce prediluviane) da cui successivamente attinsero informazioni i navigatori e cartografi del XVI secolo? (E ancor prima, secondo taluni, lo stesso Cristoforo Colombo). Un bellissimo, affascinante, dilemma su cui riflettere.

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