Cinquemila anni fa la misteriosa Jiroft rivaleggiò con la Mesopotamia: sviluppo delle prime civiltà da riconsiderare
Prosperò nella valle di Halil Rud, nel sud-est dell’Iran e potrebbe aver avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della scrittura. Le ultime scoperte regalano inattese sorprese

Avete mai sentito parlare della civiltà di Jiroft? Immaginate una civiltà fino a poco tempo fa sconosciuta. Per seguire questa storia occorre spostarsi, almeno col pensiero, nell’Iran sud-orientale, nella zona meridionale della provincia di Kerman, accanto alle rive del fiume Halil Rud, vicino all’odierna città di Jiroft. Ebbene qui, ai piedi degli imponenti monti Zagros, ebbe il suo culmine, nel III millennio a.C., una civiltà eccezionale. All’inizio si pensò non avesse una scrittura, poi vennero alla luce le prime tavolette con segni sconosciuti. Andarono ad aggiungersi a oggetti d’arte di grande bellezza, a vasi con disegni di strutture architettoniche di estrema raffinatezza e scene mitologiche con animali fantastici, esseri umani e ibridi, miti come il diluvio universale. Queste prove archeologiche uniche rivelarono al mondo l’esistenza della civiltà dell’Halil Rud, o, com’è ormai definita, la civiltà di Jiroft.
Una civiltà di 5mila anni fa
Si tratta di una società del bronzo risalente a oltre 5mila anni fa e contemporanea (qualcuno dice anche potenzialmente antecedente) alla civiltà mesopotamica come centro di origine della civiltà nel mondo orientale e, sicuramente, le scoperte che la riguardano potrebbero riscrivere lo scenario delle prime civiltà umane.
Gli esperti ritengono che Jiroft potrebbe aver avuto un ruolo fondamentale nell'evoluzione della scrittura, sfatando la credenza che solo la Mesopotamia fosse all’origine di questo sviluppo. Gli archeologi hanno rinvenuto delle tavolette d’argilla e pietre iscritte con caratteri primitivi considerate precorritrici del sistema di scrittura elamita.
L'ipotesi di Aratta
I reperti archeologici raccolti, in ogni caso, evidenziano il livello tecnologico e artistico del popolo Jiroft. Ma chi erano gli appartenenti a questa ancora enigmatica civiltà? Qualche decennio fa, l’archeologo Youssof Majidzadeh ipotizzò che la civiltà scoperta a Jiroft potesse essere rapportata alla leggendaria Aratta, citata nei poemi sumeri per la sua ricchezza. L'ipotesi fu però seppellita dallo sfavore accademico. In seguito qualcuno azzardò che, in considerazione dei riferimenti nei testi mesopotamici ai conflitti con un potente stato iraniano, potesse essere il regno di Marhashi.

Il mito del diluvio universale
Esistono sicuramente connessioni con le tradizioni mesopotamiche. Infatti l’iconografia di quella civiltà è ricca di raffigurazioni di creature mitologiche come tori e aquile. Cosa che evoca miti sumeri, come il re pastore Etana. Non mancano nemmeno, in alcune rappresentazioni, motivi inerenti a un diluvio universale. Appare certo comunque che la civiltà di Jiroft potrebbe aver raggiunto nel III millennio a.C. livelli di sofisticatezza simili a quelli della Mesopotamia. Cosa che costringe ad attribuirle grande rilevanza e considerare l’evoluzione storica antica sotto un’altra prospettiva.
Quella cultura sembra aver prodotto opere architettoniche e artistiche in grado di rivaleggiare con quelle delle città sumere del tempo, come Ur e Uruk. La scoperta di bastioni e terrazze in mattoni crudi presso gli enormi tumuli di Konar Sandal, indicano un sofisticato sistema di pianificazione urbana. E sulle colline artificiali di Konar Sandal sono stati scoperti i resti di un edificio di culto e di una cittadella fortificata.
Strutture architettoniche avanzate
Tra gli aspetti più notevoli i motivi architettonici rinvenuti su parecchi manufatti. Le ciotole cilindriche, per esempio, riportano immagini di facciate regolari con pilastri che formano alti plinti, mentre le camere adornate con porte e finestre sono sormontate da architravi flessi, suggerendo una complessa comprensione della progettazione strutturale. In particolare, molte di queste ciotole raffigurano strutture simili a ziggurat con tre o quattro piani gradualmente regrediti, che riflettono il concetto di ziggurat mesopotamico classico.
La datazione di questi vasi decorati a circa 3100-2600 a.C. fa pensare che le piccole strutture simili a ziggurat delle steppe persiane possano essere addirittura antecedenti agli edifici simili della Mesopotamia, anche se appaiono necessarie ulteriori ricerche per giungere a conclusioni definitive.

Un numero incredibile di reperti
Dagli scavi sul sito è emerso un numero eccezionale di oggetti in pietra finemente decorati di clorite, un materiale molto adatto per la scultura. Si tratta di vasi, ciotole, statuette e pesi, tutti ornati con elaborati disegni che riflettono la sensibilità artistica dell'epoca e sono stati raccolti in particolare dall’archeologo Youssof Majidzadeh, capo della ricerca ad Halil Rud. Ma l’aspetto più interessante della civiltà Jiroft è rappresentato dal suo sistema di scrittura proto-elamitico, risalente al IV millennio a.C.
Riconsiderare le origini della civiltà
Sono attualmente in corso appassionati studi per svelare i segreti di questa antichissima scrittura, ma le tavolette trovate in siti come Tepe Sialk e Tepe Yahya, inducono a pensare che l'altopiano iraniano potrebbe essere stato un centro di alfabetizzazione precoce.
In definitiva quella di Jiroft appare come una società tecnologicamente avanzata, ma anche ricca di espressioni artistiche. Le scoperte archeologiche fatte in quella zona rappresentano un capitolo significativo nella storia del passato dell'umanità. La civiltà di Jiroft rappresenta una testimonianza della complessità e della ricchezza delle culture antiche, e induce a riconsiderare le origini della civiltà stessa.