Enigmatica città scoperta sotto il mare in India: avrebbe 9500 anni e potrebbe essere una metropoli prediluviana
Lo rivelerebbe la scansione sonar che ha segnalato nel Golfo di Cambay forme geometriche di notevoli proporzioni, a 36 metri di profondità, entro un’area di 5 miglia di lunghezza per 2 e mezza di larghezza. Le analisi al carbonio. Il dibattito
Un’antica e sconosciuta città risalente a ben 9500 anni fa sarebbe stata individuata dagli archeologi subacquei al largo delle coste indiane. Il ritrovamento sarebbe avvenuto con l'ausilio di un’apparecchiatura a scansione sonar che ha rilevato forme geometriche non naturali di notevoli proporzioni. L'agglomerato interesserebbe un’area di cinque miglia di lunghezza per due e mezza di larghezza. Singolare che l'incredibile scoperta sia stata fatta durante le riprese del programma di Graham Hancock Underworld - Flooded Kingdoms of the Ice Age.
La fine dell'era glaciale
I misteriosi resti giacerebbero sotto le acque del Golfo di Cambay, sulle coste occidentali dell’India. Secondo il noto scrittore e ricercatore scozzese, autore di vari best seller, "la fine della grande era glaciale" avrebbe "modellato il pianeta in cui viviamo oggi”. Occorre considerare che quando “le calotte glaciali si sono sciolte e il livello del mare è salito di 400 piedi, una enorme quantità di acqua si è riversata nei mari". Di conseguenza “le inondazioni hanno inghiottito le migliori regioni costiere del mondo e tutte le tracce degli umani che vivevano in quelle zone sono scomparse sotto le onde”.
Potrebbe allora essere questo il drastico evento alla base dei tanti miti sul diluvio presenti nelle culture di tutto il mondo. E molte potrebbero essere, per questo, le città e le testimonianze archeologiche nascoste sotto le acque del pianeta.
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Strutture geometriche a 36 metri di profondità
Per quanto riguarda la città trovata sotto l’Oceano in India, starebbero emergendo sempre più prove scientifiche a sostegno della teoria che la stessa sia particolarmente antica. L’insediamento è molto esteso e si trova a 25 miglia dalla costa a una profondità di 36 metri. Cosa che, se confermata, contribuirebbe a rivoluzionare tutte le conoscenze ufficiali sulla origine delle civiltà e costringerebbe gli archeologi a rivedere le teorie finora elaborate.
In quel sito oceanico ci sarebbero mura e piazze gigantesche e le analisi al carbonio, per ora fatte sui resti e i manufatti rinvenuti, sancirebbero che si tratta di rovine antiche all'incirca 9500 anni. Come dire che si tratta di costruzioni urbane antecedenti di circa 5mila anni quelle che si credevano le prime città edificate dall'uomo.
Si potrebbe parlare, insomma, di una città scomparsa alla fine dell’era glaciale, probabilmente appartenente a una civiltà spazzata via dalle inondazioni rapportabili al mito del diluvio. Una scoperta dall'importanza storica enorme su cui, ovviamente, non tutti sono d'accordo.
I pro e i contro
Gli esami sarebbero stati eseguiti su materiali da costruzione, ceramiche, parti di pareti, perline, sculture e ossa umane, ma le conclusioni alle quali si è giunti sono controverse. Prima di tutto perché i materiali esaminati sarebbero stati recuperati con operazioni di dragaggio, e dunque alcuni studiosi sostengono che i manufatti non possono essere collegati con certezza al luogo del ritrovamento, in quanto potrebbero essere stati portati lì dai fiumi che si riversano nel Golfo. Sulla base di tali obiezioni è stato respinto dagli archeologi, per esempio, il risultato dell'analisi su un pezzo di legno recuperato nel sito e datato a circa il 7.500 a.C. Due gli enti di alta affidabilità scientifica che hanno fornito il loro responso: l'esame eseguito dal National Geophysical Research Institute (NGRI) ha segnato la data del 7190 a.C. e un altro del Birbal Sahni Institute of Paleobotany (BSIP) ha fornito la data del 7545-7490 a.C.
Scoperta rivoluzionaria
Di certo serviranno altri approfondimenti e analisi per stabilire la verità. Se tutto dovesse essere confermato, però, si tratterebbe di una scoperta davvero rivoluzionaria. Confermerebbe l'esistenza di civiltà antecedenti al diluvio, o, per lo meno, a un grande sconvolgimento naturale avvenuto nel mondo antico. Del resto alcuni ricercatori indiani, analizzando i Rig Veda - i testi sacri della religione Indù - avevano parlato, in tempi non sospetti, dell’esistenza in quel luogo (in un lontanissimo passato, ndr) di due grandi città scomparse dislocate alla foce di due grandi fiumi.
Strutture regolari e anomale
E’ quanto mai significativo, allora, che nella zona circoscritta il tracciato sonar abbia rivelato strutture estremamente regolari e anomale rispetto al restante ambiente naturale. Strutture che hanno attirato, a ragione, l’attenzione di numerosi studiosi richiamati sul luogo indicato.
Esiste dunque la possibilità che sotto le acque oceaniche vi siano costruzioni appartenute a una civiltà pre-Harappa (questa civiltà viene datata tra il 2.600 e il 1900 a.c.), cosa che giustificherebbe l’alto livello tecnologico e architettonico della civiltà Harappa, appunto, considerata finora come nata dal nulla. L'esistenza di una civiltà di molto precedente spiegherebbe infatti l'arcano: c'è stata una evoluzione nel tempo che ha portato al livello di civiltà successivo. Sicuramente, comunque, l’individuazione di questo sito sta facendo traballare molti dei dogmi finora stabiliti dall’archeologia ufficiale. Ancora una volta, insomma, emergono prove per cui la civiltà umana potrebbe essere molto più antica di quanto non si pensi e dica. Non resta allora che aspettare i risultati delle opportune verifiche, che sicuramente dovranno essere effettuate, per poter dire l'ultima parola.
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