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Gioielli, limousine, il jet privato e perfino un pezzo del divano: Elvis spolpato e venduto

Tra i cimeli battuti all'asta a Los Angeles il jet privato che regalò al padre, la celebre chitarra Hagstrom, una Harley. In vendita anche ciocche di capelli e un pezzo del divano di Graceland

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   

Il mito di Elvis Presley continua a far sentire forte la sua eco: sono passati 45 anni dalla tragica morte del Re del Rock'n'roll, il 16 agosto 1977, al culmine di una fulminante e straordinaria carriera come cantante e attore, e ancora oggi il suo nome smuove un esercito di fan giovani e meno giovani. E denaro, tanto: non si è fermata, dopo quasi mezzo secolo, la vendita di cimeli appartenenti al divo. La prossima occasione per accaparrarsi un plettro, un gioiello, uno scritto originale, persino una delle sue preziose chitarre sarà sabato 27 agosto quando la casa GWS Auction di Augura Hills, nella contea di Los Angeles, batterà 191 pezzi della collezione “The Lost Jewelry Collection of Elvis Presley and Colonel Tom Parker”. Si tratta di una serie di oggetti e gioielli che Elvis regalò a Tom Parker, suo manager dal 1955 fino alla morte del cantante, che per lungo tempo fu ritenuta perduta; pochi anni fa GWS riuscì a rintracciarla e acquistarla in blocco, e oggi la rimette in vendita con un'asta che si preannuncia ricca e animata.

Una vita di eccessi all'asta

Tra i pezzi più preziosi c'è la chitarra Hagstrom V-2 con cui Elvis si esibì nello show "1968 Comeback Special" trasmesso dalla NBC il 3 dicembre 1968, base d'asta 750 mila dollari; l'anello in oro con diamante con la sigla TCB reso celebre durante il tour di Ashville (da 500 mila dollari); la limousine Lincoln Continental del 1973 acquistata e guidata dal Re in persona (da 75 mila dollari) corredata dalla tv portatile Sony (da 1500 dollari); l'ultima sua motocicletta, una Harley Davidson con base d'asta da 150 mila dollari; il manoscritto di “Heartbreack Hotel” firmato nel 1955 da Mae Boren Axton per Elvis. Decisamente più ingombrante il lotto 13E, un Lockheed Jetstar acquistato nel 1976 per il padre Vernon, venduto da 100 mila dollari.

Non mancano anche i cimeli più piccoli ed economici: ci sono pass per il backstage dei concerti, tessere vip per accedere agli spettacoli, ricevute e lettere, persino una manopola per finestrino di una Cadillac da 170 dollari. Per i più feticisti c'è il lotto 94A: una ciocca di capelli che Norene Clark, amica della famiglia Presley, raccolse nel bagno di Graceland con il consenso del padrone di casa, da 500 dollari, insieme a un'altra ciocca avuta dal cugino Harold Lloyd da 575 dollari.

Un Re generoso tra acquisti e regali

Elvis era generosissimo con tutto il suo entourage, e familiari, amici, collaboratori, musicisti e maestranze varie lavoravano e vivevano assieme nella grande ed eccentrica Graceland, la casa che il cantante acquistò a Memphis nel 1957. E fu assai generoso anche con il suo manager Tom Parker, che in pochissimo tempo da giovane cantante di talento lo rese una star amatissima in tutti gli States non solo in campo musicale ma anche nel cinema e nei programmi televisivi. Le intuizioni di Parker, criticato dai fan della prima ora per i suoi modi spregiudicati e un atteggiamento troppo scaltro e venale, trasformarono le capacità e il carisma di Elvis in un fenomeno culturale e mediatico senza precedenti: 23 dischi in studio registrati in 21 anni, 8 album dal vivo, 31 film (tra cui parecchi b-movie che non oltrepassarono i confini americani), la prima esibizione trasmessa via satellite in tutto il mondo con lo show “Elvis: aloha from Hawaiï” del 14 gennaio 1973 seguita da oltre un miliardo di persone collegate da quaranta paesi (più di quelle che pochi anni prima avevano visto in tv lo sbarco sulla luna). L'abilità di Tom Parker nel vendere l'immagine di Elvis fu tale da monetizzare persino la sua partenza per i due anni di servizio militare e trasformare in spettacolo il suo ritorno a casa.

Un finale infelice

Per oltre vent'anni Elvis fu chiamato a cantare, suonare, comporre, esibirsi dal vivo in show sempre più originali, presenziare a programmi tv e recitare in film non tutti di qualità, gestire una famiglia e una quantità considerevole di collaboratori cercando di essere sempre all'altezza delle aspettative, condurre un'esistenza scintillante fatta di lusso, acquisti sfrenati ed eccentrici, il tutto accompagnato da un pubblico che amava alla follia il suo idolo. Il resto della storia non ha un fine lieto: Elvis, combattuto tra la depressione e la necessità di essere sempre al top, iniziò nei primi anni Settanta una pericolosa discesa verso la dipendenza da psicofarmaci. E fu proprio a causa di un abuso di barbiturici che quel 16 agosto di 45 anni fa il suo cuore smise di battere. Il Re del R'ck'n'Roll, sconfitto dalla sua stessa esistenza, continua a vivere unico e sfavillante nella nostra memoria collettiva.  

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
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