L'orrore della guerra colpisce anche l'arte: a rischio Caravaggio e Santa Sofia
L’ambasciata ucraina presso la Santa Sede ha dichiarato che la cattedrale di Santa Sofia a Kiev è entrata nel mirino dei missili russi


La guerra è distruzione. Una distruzione a tutto tondo che non risparmia nulla di ciò che incontra. Distrugge città e società, le vite di chi si arma e di chi si trova suo malgrado abitante dei territori su cui la si combatte. Si spezzano sogni, si incrina la speranza e si getta un velo scuro e melmoso sull’innocenza dell’infanzia.
Esiste poi un’altra vittima innocente che uccisa colpisce con la sua assenza tutti noi indistintamente: l’arte.
Oggi l’ambasciata ucraina presso la Santa Sede ha dichiarato che la cattedrale di Santa Sofia a Kiev è entrata nel mirino della Russia ed è ora a rischio di bombardamento. Santa Sofia è una chiesa ortodossa con una storia millenaria, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1990. E’ il monumento più importante e conosciuto della capitale ucraina, simbolo dell’unità del paese.
Proprio per questo diventa simbolica anche la sua distruzione: un’azione violenta di prepotenza che sottolinea il non riconoscimento del valore di questa unità. Ma la possibile perdita di Santa Sofia non è solo una faccenda ucraina, anzi. Come tutto l’orrore di questa guerra, la distruzione sua e dei suoi tesori riguarda il mondo intero
SANTA SOFIA
Iniziati nel 1037 da Jaroslav I Vladimirovič detto il Saggio, i lavori proseguirono per circa vent’anni. Le 13 cupole oro e verde testimoniano ancora oggi l’amicizia tra la città di Kiev e quella Novgorod in Russia. A Novgord infatti sorge un’altra cattedrale di Santa Sofia, quella di Kiev fu costruita prendendone ispirazione. Un’ omaggio e un segno di gratitudine verso i cittadini che avevano aiutato il sovrano di Kiev nelle delicate fasi della sua ascesa al trono.
Oggi il complesso è diventato un museo alla cristianità ucraina.
CARAVAGGIO
In queste ore di crescente preoccupazione si teme per le sorti di un altro capolavoro, questa volta custodito nel Museo d’Arte Occidentale e Orientale di Odessa. Si tratta de “La Cattura di Cristo” meglio noto come “Il bacio di Giuda” dipinto da Caravaggio. Tela sfortunatissima, per anni ritenuta solo un copia, fu rubata nel 2008. Per portarla fuori dal museo i ladri tagliarono la tela in più parti, la arrotolarono e piegarono. Agli addetti del museo si presentò davanti una scena desolante: attaccato alla parete rimase solo il telaio con una porzione di tela. Ritrovato dopo due anni, ce ne vollero quasi altri 11 perché i lavori di restauro potessero iniziare e riportare il dipinto allo splendore iniziale.
L’ultima guerra mondiale ci ha lasciato in eredità il più grande disastro artistico della storia moderna, l’incendio della Flakturm Friedrichshain. Migliaia di opere, soprattutto pittoriche, furono distrutte tra il 5 e il 10 maggio del 1945, tra queste anche testimonianze di Caravaggio, Rubens e Goya.
Sono passati quasi 80 anni, il terrore rimane lo stesso. La follia umana rimane la stessa.