Francesco Guccini in viaggio tra le culture: “Io esperto di osterie? Solo una leggenda”
Perché "Bella ciao"? E' diventata misteriosamente internazionale. Non solo è nella serie "La casa di carta" ma è anche diventata il simbolo della protesta della donne iraniane contro la teocrazia iraniana. Volevo fare un omaggio a loro"
Che sia diventato un maestro della canzone d'autore italiana nessuno lo discute. Che abbia un ruolo importante nella cultura del Paese è assodato. La questione è che continua comunque a stupire. Il nuovo viaggio discografico di Francesco Guccini comincia dalle note di Bella ciao, intonata dal Coro Alpino Orobica, in occasione della presentazione dell'album Canzoni da osteria all'Università Statale di Milano.
La scelta di Bella ciao
Bella ciao è poi anche la canzone che apre il disco, in uscita per Bmg, solamente in versione fisica. "Ho scelto Bella ciao perché è diventata una canzone misteriosamente internazionale. Non solo è nella serie La casa di carta ma è anche diventata il simbolo della protesta della donne iraniane contro la teocrazia iraniana. Volevo fare un omaggio a loro".
Naturale prosecuzione di Canzoni da intorto, vincitore della Targa Tenco per la categoria 'Interprete di canzoni' e album fisico più venduto del 2022, oltre che il lavoro che ha riportato in scena Guccini a dieci anni dal precedente progetto in studio, Canzoni da osteria è una raccolta di canti popolari e brani ispirati al repertorio nazionale e internazionale. Il tutto rivisitato in chiave personale.
Esperto di osterie? Solo una leggenda
"Quella che mi descrive come esperto di osterie - ha detto Guccini - è solo una leggenda. Ne ho frequentate poche ma a cominciare dagli anni dell'università, in quella Bologna di allora dove si incontravano studenti americani, greci e di altre nazionalità. Poi capitava anche di incontrare Lucio Dalla e la sua banda, così come tanti altri".
L'intervista da Fazio
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Il viaggio sonoro
Un viaggio sonoro, quello di Guccini, lungo 14 tracce che profumano cultura, tradizioni nascoste e storia, tra la Resistenza italiana e il Sud America con 'Jacinto Chiclana' e 'El caballo negro', ma anche l'amore in ogni sua forma di 'Amore dove sei', il brano bilingue '21 Aprile' e tutte le altre in scaletta.
Tra i titoli che il cantautore di Pavana ("oggi non ci sono più osterie ed è solo una fila di case con i cartello vendesi") ha inserito nell'album, c'è anche 'Hava nagila', in ebraico.
"Quando ho inserito la canzone nella scaletta - ha commentato Guccini - non era ancora cominciata questa orrenda guerra. Ho amici di Medici Senza Frontiere che sono stati in Israele e in televisione vedo solo persone che si dividono in tifoserie per una parte o l'altra, dimenticando chi sta nel mezzo e soffre".
Gli arrangiamenti di 'Canzoni da osteria' sono di Fabio Ilacqua, che ne ha seguito anche la produzione artistica affiancato da Stefano Giungato. Un'ampia varietà di strumenti e sonorità accompagna invece l'inconfondibile voce di Francesco Guccini, tra lingue e generi musicali differenti, dal catalano fino al bolognese.
E l'Italia di oggi? "Non è ancora una teocrazia - ha detto Guccini - ed è già una bella cosa. Nel testo di 'Bella Ciao', poi, ho cambiato la parola invasor con quella di oppressor. A 83 anni, non mi metteranno in galera".
L’esperienza immersiva
Da venerdì 10 novembre e in occasione della pubblicazione del nuovo progetto discografico, fino a domenica 26 novembre nell'ambito della Milano Music Week, a Milano lungo Via Dante sarà possibile prendere parte all'esperienza immersiva di 'Ma ho fatto anche il cantautore - Francesco Guccini: oltre il palco'.