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Uno sguardo diverso sul Giudicato di Cagliari: il primo ad emanciparsi e il primo a cadere

Dopo una serie di vicende fu raso al suolo nel 1258 per mano dei Pisani. Oggi rimangono poche testimonianze di quel che fu un regno prospero

Fabio Marceddudi Fabio Marceddu   

C'è stato un periodo delle nostre vite, nella memoria storica dei primi approcci coi sussidiari, in cui il Medioevo, veniva indicato come il periodo dei “secoli bui”, in raffronto alla rinascita dell'anno Mille.

Ed era difficile da comprendere che il periodo “Alto” relativo a questi secoli bui, fosse il momento meno lucente, mentre quello basso, si avvicinava al periodo pre-splendente di quell'epoca che venne poi chiamata Rinascimento, epoca che per questioni storiche (eravamo sotto il potere della Corona Aragonese, prima e poi all'indomani del matrimonio con Isabella Di Castiglia e Ferdinando di Aragona, sotto quelle spagnola) a noi non ci interessò direttamente.

Evidentemente questi concetti di Luce e Buio non hanno riguardato la nostra isola, che si è mossa durante questi secoli in autonomia pur sempre all'interno di uno scacchiere internazionale che all'indomani della caduta dell'impero romano d'occidente (convenzionalmente nel 476. d.c) dopo la breve parentesi (90 anni) dei Vandali, nell'area Bizantina, ma essendo lontano dalla “madrepatria”, conobbe una autonomia che si espliciterà nella formazione di Quattro Giudicati che in tempi diversi agirono come veri e propri regni indipendenti, con Ambascerie attestate presso le corti Merovingie (ai tempi Sacro Romano Impero, una superpotenza dell'Alto Medioevo).

La Sardegna in questo “vuoto” storico ebbe la sua storia altra, fatta di autonomia e indipendenza attestata appunto dalla formazione di quattro Giudicati: Karalis (noto anche come Pluminos), Arborea (il più longevo legato fortemente alla figura di una delle sovrane più importanti del MedioEvo non solo sardo, e anche a livello generale al pari di Isabel di Castiglia o Elisabetta I di Inghilterra) Logudoro nell'area settentrionale, e Gallura (forse il più “italico” anche per questioni filologiche e linguistiche fra i Giudicati).

I Quattro regni entrarono in contrasto forse non solo per diatribe interne ma per interessi esterni, ma ben sappiamo che la storia la raccontano i vincitori e non i vinti, e che spesso anche le fonti sono suscettibili di interpretazione, o la storia stessa viene riscritta alla luce di nuove acquisizioni, e laddove mancano fonti ufficiali la Storia si avvale dell'epica che ha il sapore della leggenda ma che a volte rivela o anticipa nuove verità.

Se ci allineassimo al pensiero Vichiano espresso nella sua Scienza Nuova, la storia stessa, sarebbe un succedersi di corsi e ricorsi leggibili come segni o prodromi, ma non tutto può essere lineare o diacronico, spesso è nella sincronia che si trovano molte risposte.

Il primo Giudicato ad emanciparsi dal potere bizantino fu anche il primo a cadere, stiamo parlando del Giudicato di Cagliari. Dopo una serie di vicende fu raso al suolo nel 1258 per mano dei Pisani.

Oggi rimangono poche testimonianze di quel che fu un regno prospero: la chiesa di San Pietro dei Pescatori (all'interno di un “abitato” in viale Trieste”), e la doppia dedicazione della Cattedrale di Cagliari, Santa Maria di Castello, dedicata anche a Santa Cecilia, che nel suo evolversi si “declina” anche come Igia e Gilla (diverse evoluzioni del nome della Santa Cecilia).

Altri materiali di recupero (coperchi di sarcofago di epoca romana, e altri marmi) sono riutilizzati nel portale laterale della Cattedrale, quello ubicato in via del Fossorio. Una cosa è certa quello che per molti è indicato come il periodo dei secoli bui, per noi Sardi, e per la nostra isola, fu molto più luminoso di quanto possiamo immaginare.

Fabio Marceddudi Fabio Marceddu   
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