Tiscali.it
SEGUICI

Si sgretola un dogma dell’archeologia: altro che 70mila anni, l’uomo abitava le foreste pluviali moltissimo tempo prima

Un nuovo studio pubblicato su Nature dimostra che gruppi umani vivevano nelle foreste in Costa d’Avorio molto prima di quanto si ritenesse finora. Utilizzate tecnologie innovative. Il sito distrutto subito dopo dalle attività minerarie

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   

Ancora una volta le nuove evidenze fornite dalla ricerca di settore, coadiuvata dalle moderne tecnologie, sgretolano un'altra convinzione monolitica, un dogma imperante nel mondo dell’archeologia. Quello per cui le foreste pluviali del Pianeta sarebbero state disabitate fino a tempi relativamente recenti. Si diceva, infatti, che tali polmoni verdi avevano rappresentato delle invalicabili barriere naturali all'insediamento umano. Ora si è scoperto, invece, che l’uomo ha abitato le foreste pluviali africane fin da - almeno - 150mila anni fa.

Lo studio rivoluzionario

Un nuovo studio pubblicato su Nature - finanziato dalla Max Planck Society e dalla Leakey Foundation - dimostra in effetti che gruppi umani vivevano nelle foreste della Costa d’Avorio molto prima di quanto si ritenesse finora. Tanto da costringere gli studiosi a rivedere le conoscenze sull’evoluzione umana. L’uomo sarebbe nato in Africa 300mila anni fa, ma proprio i contesti ecologici e ambientali della sua evoluzione sarebbero, insomma, ancora poco chiari.

Ma ecco cos'è accaduto con maggior dettaglio

Tutto ebbe inizio negli anni '80, quando il professor Yodé Guédé dell'Università Félix Houphouët-Boigny (Costa d'Avorio) condusse una missione di ricerca ivoriano-sovietica. In quell'occasione salì alla ribalta un sito estremamente stratificato, ricco di utensili in pietra, nell'area dell'attuale foresta pluviale. Con un problema però: l'età degli utensili e dell'insediamento non poteva all'epoca essere determinata con precisione.

Foresta pluviale (Ansa)

Fu subito evidente, tuttavia, che quello era il posto migliore per scoprire da quanto tempo gli esseri umani abitano le foreste pluviali. Come ha sottolineato la professoressa Eleanor Scerri - responsabile dell'Human Palaeosystems Research Group presso il Max Planck Institute for Geoanthropology e autrice principale dello studio in questione – “diversi modelli climatici recenti suggeriscono che questa zona è stata un rifugio nella foresta pluviale anche durante i periodi secchi, quando le foreste esistevano solo in frammenti".

Di conseguenza una squadra di ricercatori si è trasferita in Costa d’Avorio e, con il supporto del professor Guédé, ha individuato il sito originale, con la possibilità di esplorarlo stavolta tramite  “una tecnologia non disponibile all'epoca”, come ha spiegato il dottor James Blinkhorn, ricercatore presso l'Università di Liverpool. Pare, per altro, che la ricerca sia stata completata appena in tempo, visto che il prezioso sito è stato distrutto subito dopo da implacabili attività minerarie.

Ma cos’ha rivelato lo studio in soldoni?

In precedenza la più antica prova di presenza umana nelle foreste pluviali africane era ritenuta risalente a 18mila anni or sono. Mentre la prova più antica in assoluto di insediamento umano in tali foreste - trovata nel Sud-Est asiatico - portava a 70mila anni fa. Lo studio svolto in Costa d’Avorio e le prove raccolte spostano quindi la presenza di umani nelle foreste pluviali “di oltre il doppio della datazione precedente”, come fa notare il dottor Eslem Ben Arous, ricercatore presso il National Centre for Human Evolution Research (CENIEH) e coautore principale dello studio. La nuova data documentata è infatti quella di circa 150.000 anni.

Gli esperti hanno raggiunto tale consapevolezza utilizzando nuovissimi metodi di datazione, tra cui la luminescenza otticamente stimolata e la risonanza di spin elettronico. Contestualmente sono stati analizzati campioni di sedimenti per polline, resti vegetali silicificati (fitoliti) e isotopi di cera fogliare.

Per il professor Guédé si tratta di una “scoperta particolarmente entusiasmante”, e sarebbe con buona probabilità solo l'inizio perché esisterebbe “una lunga lista di siti ivoriani inesplorati che potrebbero fornire ulteriori prove della presenza umana nelle incredibili foreste pluviali".

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   
I più recenti
Gli italiani si informano su Internet (Ansa)
Gli italiani si informano su Internet (Ansa)
La Setta degli assassini in azione (Foto AI)
La Setta degli assassini in azione (Foto AI)
Le Rubriche

Daniela Amenta

Sono giornalista. E ho scritto anche tre libri diversissimi tra loro: un giallo...

Fabio Marceddu

1993 - Diploma triennale come attore dell'Accademia d'arte drammatica della...

Ignazio Dessi'

Giornalista professionista, laureato in Legge, con trascorsi politico...

Cinzia Marongiu

Direttrice responsabile di Milleunadonna e di Tiscali Spettacoli, Cultura...

Stefano Miliani

Giornalista professionista dal 1991, fiorentino del 1959, si occupa di cultura e...

Francesca Mulas

Giornalista professionista, archeologa e archivista, è nata a Cagliari nel 1976...

Giacomo Pisano

Giornalista pubblicista, laureato in archeologia medievale e docente di...

Cristiano Sanna Martini

In passato ha scritto per L’Unione Sarda, Il Sole 24 Ore, Cineforum, Rockstar...

Claudia Sarritzu

Giornalista, per 10 anni anni ha scritto di politica nazionale e internazionale...

Camilla Soru

Cagliaritana, studi classici, giornalista pubblicista, ha intrapreso la carriera...

Cronache Letterarie

Ho fondato Cronache Letterarie nel 2011 con un’attenzione a tutte le forme di...