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Trismegisto e il segreto delle Tavole di smeraldo: dagli egizi agli alchimisti sulle tracce di una conoscenza antica

C’è chi lo ritiene l’identificazione di Hermes, dio greco, con Thot, dio egizio delle lettere e portatore di grande sapienza. Le sue enigmatiche tavole conterrebbero i principi fondamentali che governano l’universo, la vera storia del mondo e il segreto della pietra filosofale. La stanza segreta di Giza e la ricerca che continua

Ignazio Dessi'di Ignazio Dessi'   

Quanti segreti e misteri si nascondono nei meandri del tempo? Quante leggende possono celare preziose informazioni su eventi e personaggi trasfigurati nel mito dallo scorrere dei secoli? Cosa c'è davvero dietro i racconti che li riguardano? Una delle figure più enigmatiche dell’antichità è sicuramente quella di Ermete Trismegisto, Il tre volte grande, a cui si attribuisce la Tavola di smeraldo, misterioso testo dal contenuto esoterico. Un documento leggendario, scrigno di conoscenze fondamentali e addirittura – per alcuni - dei segreti dell’alchimia e della pietra filosofale. Ma chi era davvero il Trismegisto, e cosa sono le Tavole a lui attribuite?

Del mitico testo sapienziale - chiamato anche Tavola smeraldina, Tavola smaragdina o, in latino, Tabula Smaragdina - non si ha un oggetto fisico che permetta di leggerlo in originale. Si conoscono però una serie di interpretazioni e traduzioni che ne hanno tramandato la storia e i pretesi contenuti.

La figura del Trismegisto

Quanto a Ermete Trismegisto, chi era davvero? Dirlo con certezza non è semplice, anche perché in lui sembrano confluire misteri, tradizioni e culture diverse. Una delle conclusioni più frequenti è che si cerchi di fondere nella sua figura Hermes, il dio greco della parola, con Thot, il dio egizio della scrittura, portatore di grande conoscenza. Ma non manca chi crede si tratti semplicemente della stessa entità o persona, rappresentata con nomi diversi. Fatto sta che la tradizione misterica dell’antico Egitto lo esalta e lo raffigura iconograficamente in forma umana, con la testa dell’uccello acquatico ibis, definendolo dio della Luna, della sapienza, della scrittura, della magia, della misura del tempo, dei numeri, della matematica e della geometria. Più di rado il Trismegisto assume le sembianze del babbuino.

Il dio Thot-Ermes, colui che donò la scrittura agli uomini, avrebbe inciso le sue incredibili conoscenze su alcune lastre di smeraldo, registrando in forma criptica i principi fondamentali che governano l’universo. Le avrebbe poi nascoste accuratamente affinché solo i più degni, nel futuro, potessero trovarle. Secondo una teoria molto suggestiva le tavole sarebbero celate in Egitto, in una camera segreta, forse la cosiddetta Stanza dei registri.

La camera segreta

In effetti un antico documento, il Papiro Westcar, conservato al museo di Berlino, parla di una camera segreta nella necropoli di Giza. Proprio in quel luogo – pensano taluni studiosi – sarebbero conservati i Libri di Thot. Esiste inoltre un altro scritto, il Testo del Sarcofago, contenente riferimenti a una cosa, o a un luogo, sigillato nell’oscurità e circondato dal fuoco, che custodirebbe le rivelazioni di Osiride. E diventa inevitabile, a questo punto, pensare alle tante affermazioni di ricercatori, scienziati e studiosi che dichiarano di aver trovato, per esempio sotto la Sfinge o nella Grande piramide, misteriosi spazi vuoti ancora da esplorare.

Ma le leggende nate intorno alle mitiche tavole sono tante. I libri di Thot, sostengono taluni ricercatori, non sarebbero altro che una parte degli Archivi di Atlantide, di cui gli ispiratori della civiltà egizia (e non solo di quella) sarebbero i superstiti. E le tavole, in realtà, sarebbero scritte nell’antica lingua del Continente scomparso.

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La tradizione vuole che le 12 tavole siano fissate insieme con cerchi d’oro e fatte di smeraldo. In realtà – sussurrano alcuni - si tratterebbe di una sostanza ottenuta tramite trasmutazione alchemica: indistruttibile e resistente a tutti gli elementi e sostanze conosciute, tanto da rendere le tavole inattaccabili dal trascorrere del tempo.

La saggezza degli antichi atlantidei

Nella prima parte di esse un passaggio risulterebbe particolarmente accattivante. “Io, Thot l’Atlantideo, Signore dei Misteri, detentore degli archivi, grande Re e mago, vivente generazione dopo generazione, essendo in procinto di passare nelle Camere dell’Amenti, ho preparato questo per coloro che devono venire in futuro, così che possano sapere della grande Saggezza degli Antichi Atlantidei – si leggerebbe all’inizio del primo libro -  Nella grande città di KEOR sull’isola di UNDAL in un tempo molto remoto, ho iniziato questa incarnazione. I grandi uomini di Atlantide non vivevano e morivano come i piccoli uomini di oggi, ma piuttosto di era in era, rinnovavano la loro vita nelle Camere di Amenti, dove scorre sempre il fiume della vita eterna”.

Materiale prezioso per esoteristi ed occultisti

Molte storie aleggiano attorno alle Tavole smeraldine di Thoth, figlio di Ra, e risultano legate di sovente all’ermetismo. Del resto queste erano tenute in grande considerazione in epoca medievale e rappresentavano un testo imprescindibile per esoteristi ed occultisti. Ai giorni nostri restano grandi aloni di mistero intorno all’argomento, e prima di tutto sul vero autore del testo, ma sicuramente quelle mitiche Tavole continuano ad emanare enorme fascino.

Fu Clemente di Alessandria ad attribuire l’opera, nel 150-215 d.c., a Ermete Trismegisto, ritenuto autore del Corpus Hermeticum, a cui si fa risalire la fondazione della scuola ermetica.

La definizione di tris-megisto, tre volte grande, deriverebbe dall’essere - tradizionalmente - ritenuto come venuto al mondo per tre volte: come Thoth in Egitto, come Hermes in Grecia e successivamente come Ermete. Oppure – come dichiarerebbe lui stesso nelle tavole – perché possiedo le tre parti della filosofia del Mondo.

L'enigmatica figura del Trismegisto

Altre versioni e leggende

Se la teoria legata ad Atlantide affascina, non mancano altre versioni non meno intriganti. Una vorrebbe, per esempio, che a scrivere i misteri sulle Tavole smeraldine sia stato il terzo figlio di Adamo ed Eva, Seth. Circolano anche leggende che le vorrebbero custodite nell’Arca dell’Alleanza. C’è chi  ritiene il prezioso reperto passato per le mani di Alessandro Magno, e chi afferma che il testo originale sia perito nel disastroso incendio della Biblioteca di Alessandria costruita durante il regno di Tolomeo II Filadelfo.

Come è giunta fino a noi la leggenda? La più antica fonte scritta è dell’ 825 dopo Cristo e sarebbe  contenuta nel Sirr al-khaliqa wa-san ‘at al-tabi’a (o Kitab al-‘ilal), opera enciclopedica in arabo poi tradotta in latino tra il 1140 e il 1250 con il nome Liber de secretis naturae (Libro dei segreti della natura) nel XII secolo da Ugo di Santalla. Viene poi ripresa nel XIII secolo nel Secretum Secretorum, noto anche come Kitab Sirr al-Asrar. Nel periodo del Rinascimento la tavola fu studiata e tradotta da Marsilio Ficino, famoso filosofo, umanista, astrologo ed ermetista.

Le interpretazioni ermetico-alchemiche

Ma la passione per le Tavole smeraldine non scompare col mondo antico. Le enigmatiche tavolette verdi furono oggetto di approfonditi studi perfino nel novecento, quando alcuni ermetisti italiani fornirono le loro interpretazioni sotto il profilo ermetico-alchemico. Da citare a tale proposito – come ricordano le fonti - il conte Luciano Galleani (Prefetto del Regno), autore di uno scritto sulla rivista Commentarium nel 1910, e Hahajah (Mario Parascandolo), intervenuto su Ibis nel 1950. Titus Burckhardt (1908-1984) se ne occupò invece nel libro Alchimia, significato e visione del mondo. Mentre lo scrittore tedesco Thorwald Dethlefsen (1946-2010) riservò un capitolo alla Tavola di smeraldo nel suo trattato Schicksal als Chance. Titolo dell’edizione italiana Il destino come scelta. La Tavola di smeraldo è stata anche inserita nel saggio Finis Gloriæ Mundi, del 1999, pubblicato con lo pseudonimo di Fulcanelli, giù utilizzato per indicare l'autore (o gli autori) de Il mistero delle cattedrali e Le dimore filosofali.

Si parla di una stanza segreta sotto la Sfinge o nella Grande piramide (Ansa)

Ma cosa ci sarebbe scritto su queste misteriose tavolette?

Dieci sono, riassuntivamente, le proposizioni criptiche rilevanti. Le riportiamo di seguito.

1) E’ vero, è vero senza errore, è certo e verissimo.

2) Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola.

3) Come tutte le cose sono sempre state e venute dall’Uno, così tutte le cose sono nate per adattamento di questa cosa unica.

4) Il Sole ne è il Padre, la Luna è la Madre, il Vento l’ha portato nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice. Il Padre di tutto, il Telesma di tutto il Mondo è qui; la sua potenza è illimitata se viene convertita in Terra.

5) Tu separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso, dolcemente, con grande industria. E rimonta dalla Terra al Cielo, subito ridiscende in Terra, e raccoglie la forza delle cose superiori ed inferiori.

6) Tu avrai con questo mezzo tutta la Gloria del Mondo, epperciò ogni oscurità andrà lungi da te. E’ la forza forte di ogni forza, perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida.

7) E’ in questo modo che il Mondo fu creato.

8) Da questa sorgente usciranno innumerevoli adattamenti, il cui mezzo si trova qui indicato. 

9) E’ per questo motivo che io venni chiamato Ermete Trismegisto, perché possiedo le tre parti della filosofia del Mondo.

10) Ciò che ho detto dell’operazione del Sole è perfetto e completo.

I segreti dell’alchimia

Attorno a questo decalogo sono nate le più svariate interpretazioni e ipotesi. Tra quelle righe si celerebbe infatti - secondo un certo orientamento - la formula segreta della pietra filosofale, la conoscenza per curare le malattie, prolungare la vita e perfino giungere all’immortalità. Vi sarebbe nascosto inoltre il mistero per effettuare le sette fasi della trasformazione alchemica: calcinazione, dissoluzione, separazione, congiunzione, fermentazione, distillazione e coagulazione. Procedimenti che, se percorsi, consentirebbero di raggiungere l’immortalità e trasformare il metallo in oro.

Conterrebbero inoltre informazioni fondamentali sulla vera storia del mondo. Dovrebbe esserci scritto, per esempio, chi ha costruito le piramidi di Giza, che, stando ad una certa interpretazione delle tavole, sarebbero molto più antiche di quanto l'archeologia ufficiale sostiene: risalirebbero ad oltre il 50mila Avanti Cristo.

Quando se ne occupò Newton

Certo si tratta di contenuti opinabili e frutto di interpretazione. Di sicuro in tanti, nel corso della storia, si sono misurati con le criptiche parole delle Tavole di Thot. Perfino il famoso scienziato Isaac Newton, notoriamente vicino alle pratiche alchemiche, si immerse nello studio della Tavola di Smeraldo, passando decenni alla ricerca della Pietra filosofale. Una ricerca che secondo alcuni avrebbe perfino prodotto dei frutti: c’è chi crede, infatti, che quanto contenuto nella Tavola sia servito al grande scienziato per elaborare i suoi principi della fisica moderna, comprese le leggi del movimento e la teoria della gravità universale.

Sarà davvero così? Effettivamente la Tavola di smeraldo potrebbe contenere misteriose conoscenze sulle leggi dell’universo? Rappresentare un coacervo di conoscenze celato dietro l’enigma delle oscure parole? I passaggi che si leggono nelle copie giunte fino a noi attraverso interpreti e traduttori, in effetti, sono criptici, come quando il testo si riferisce al fatto che la forza è soprattutto forza, e che penetra ogni cosa solida. Difficile tuttavia stabilire quali siano davvero le indicazioni sulle verità dell’universo che attendono solo di essere interpretate. Una sola cosa si può dire: il mistero resta, ma è indubbiamente un mistero affascinante.

 

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