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Ercolano, “Il legno che non bruciò” nell’eruzione del Vesuvio diventa una mostra permanente: le foto uniche

Dai tavolini ai letti, dai gioielli ai resti di imbarcazioni e strumenti legati alla marineria dell'antica Herculaneum. Il patrimonio di grande pregio artistico e culturale sopravvissuto all'eruzione del 79 d.C. trova ospitalità in forma permanente nell'Antiquarium del Parco archeologico

di Tiscali Cultura   

Tavolini ad ornamento delle domus, letti, preziosi. Ma anche resti di imbarcazioni e strumenti legati alla marineria dell'antica HerculaneumDopo essere stato in mostra per oltre un anno alla Reggia di Portici, il patrimonio ligneo di grande pregio artistico e culturale sopravvissuto all'eruzione del 79 d.C. da oggi trova ospitalità in forma permanente nell'Antiquarium del Parco archeologico di Ercolano.

"Il legno che non bruciò a Ercolano": una raccolta di arredi in legno carbonizzato che risale agli scavi condotti da Amedeo Maiuri a partire dagli anni Venti del Novecento, particolarmente significativa per la tecnica del recupero adottata, basata sul consolidamento grazie alla paraffina. Gli scavi di allora portarono alla luce frammenti di prezioso mobilio in legno e avorio, oltre a resti di un tetto e di un controsoffitto ligneo policromo, appartenenti al salone dei marmi della Casa del Rilievo di Telefo.

A inaugurare la nuova esposizione il Direttore generale Musei. ” Il Parco Archeologico di Ercolano - ha detto  il professor Massimo Osanna - rappresenta oggi un modello emblematico di collaborazione internazionale nel campo del patrimonio culturale. Il lavoro congiunto tra il Parco e il Packard Humanities Institute ha permesso di compiere passi significativi nella tutela, valorizzazione e accessibilità del sito, restituendo a questo luogo una nuova centralità, scientifica e culturale".

Ercolano, alcuni dei preziosi reperti in mostra (Ansa)

Le parole di Osanna

Inoltre, ha aggiunto Osanna, "i risultati ottenuti dimostrano quanto la cooperazione tra pubblico e privato possa generare interventi efficaci e sostenibili, capaci di coniugare rigore scientifico e visione progettuale". Ogni avanzamento a Ercolano non è solo un successo per la ricerca archeologica, ma anche un contributo concreto alla crescita della comunità e del turismo culturale. "L’esposizione dei reperti lignei carbonizzati costituisce un’occasione straordinaria per mostrare come la fragilità dei materiali antichi possa ispirare nuove soluzioni di conservazione e valorizzazione. L’utilizzo di tecnologie innovative e il contributo congiunto di competenze specialistiche hanno reso possibile una presentazione rigorosa e accessibile, che restituisce agli oggetti la loro funzione e il loro significato originario. Una narrazione che, attraverso le tracce materiali, continua a ripristinare la voce della città antica”.

Il direttore del Parco, Francesco Sirano

Per il direttore del Parco Francesco Sirano, "dopo la mostra alla Reggia di Portici, per la loro unicità, era necessario dedicare ai legni uno spazio espositivo e così oggi l’Antiquarium diventa non solo luogo di ricovero per questi arredi in legno carbonizzato, ma anche una finestra su una categoria di materiali archeologici che rende Ercolano unica al mondo". Il legno mirabilmente lavorato, decorato e persino intarsiato non rappresenta solo un vero e proprio miracolo salvatosi dall’eruzione, ma anche un filo rosso che dall’antichità ci accompagna ancora oggi nella nostra esperienza quotidiana. "Tutto ci parla ad Ercolano, ogni reperto non è solo un frammento del passato, ma un testimone della vita vissuta, oggi possiamo offrire al pubblico un’esperienza che va oltre la semplice visita: un viaggio emozionale attraverso gli oggetti, le architetture e le storie degli antichi ercolanesi Abbiamo voluto che ogni tappa della visita al Parco fosse un momento di scoperta e riflessione. Dal Padiglione della barca, che ci racconta il dramma dell’ultimo istante, agli straordinari manufatti che rivelano le attività quotidiane, ogni reperto è un tassello di una narrazione più ampia, che parla di vita, di speranze e di resilienza”.

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