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Choreos, tutta la musica che gira intorno: per ritrovare un messaggio di pace, uguaglianza e fratellanza

Necessitiamo anche di spazi  che siano catalizzatori di anime in cammino, di menti aperte in cerca di illuminazione, dove ci si scopra diversi ma allo stesso tempo affini, si riprenda a conoscere l'altro

Fabio Marceddudi Fabio Marceddu   
Choreus (Foto Ufficio stampa)
Choreus (Foto Ufficio stampa)

Mai come in questo periodo abbiamo bisogno di unità e di unicità. Ritrovare il senso di comunità che lasci meno spazio agli individualismi emersi in modo prepotente e  violento all'indomani del biennio pandemico.

Abbiamo bisogno di ritrovare luoghi dove ognuno di noi possa esprimere all'interno di una coralità la sua voce, e il suo canto possa essere messaggio di pace, di uguaglianza e di ritrovata fratellanza.

Necessitiamo anche di spazi

Ma non solo, possiamo essere noi Luoghi, ma necessitiamo anche di spazi  che siano catalizzatori di anime in cammino, di menti aperte in cerca di illuminazione, dove ci si scopra diversi ma allo stesso tempo affini, si riprenda a conoscere l'altro, gli altri, l3 altr3; luoghi che ormai sembrano Oasi, nel deserto delle idee, dove si possa discutere di bene comune, rivendicare le proprie istanze, e semplicemente essere per la gioia di esistere all'interno di un TUTTO che ci sottragga alla routine del mondo portata di mano (di telefono sarebbe meglio dire)  che ci “schiodi” dal divano e ci riporti ad un livello di umanità reale, dove il confronto diventa sensoriale e magari anche uno scontro è formativo e non formale.

Il Circolo 25 aprile di Firenze

I giorni della tempesta, quando Firenze con tutta la Toscana, in un'ora, è ripiombata nell'incubo dell'alluvione, mi sono ritrovato “per caso” al Circolo 25 aprile di Firenze, un luogo dove le arti sono al servizio della comunità, e dove la liberazione ho avuto come la sensazione si riconquisti ogni giorno.

E all'interno di questo condominio agisce anche Choreos a.p.s.  un’associazione che si occupa di musica e canto Corale, secondo dei parametri non nuovi, infatti ho scoperto che esiste un circuito di cori, sia a livello nazionale che europeo, che sposano con gli intenti artistici quelli legati alla cultura arcobaleno lgqbt ( e tutte le altre sigle che si vanno aggiungendo).

Choreos, come racconta  il suo Presidente David Speranzi  è una associazione laica, apartitica, antifascista, antirazzista, multiculturale e senza scopo di lucro, che persegue finalità culturali, civiche, solidaristiche e di utilità sociale.

Attraverso la pratica del canto corale ha lo scopo di promuovere il rispetto di tutte le culture e le soggettività, contrastando le discriminazioni di genere, di orientamento sessuale, la transfobia, la misoginia e qualsiasi forma di pregiudizio.

Quel che mi ha colpito ed emozionato è che, intrecciando canto corale e teatralità, pongono al loro centro il tema dei diritti, del racconto delle esperienze individuali e collettive di discriminazione e di riscatto, siano esse autobiografiche, dei soci e socie, o recuperate attraverso letteratura e storia.

Ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo dove più di 50 persone divise, fra bassi, soprani, mezzi soprani e tenori, si lasciano guidare dal direttore Simone Faraoni che come un direttore d'altri tempi porta i suoi allievi a superare i propri limiti vocali e a creare nuove armonie collettive.

Insieme si può tutto sembra essere il motto di Choreos.

Le prove di Choreos, in cui sono stato accolto, costituiscono un momento di musica,  socializzazione, rispetto, inclusione, col sogno di dar vita a un mondo più gentile.

La musica di Choreos è il canto di tutti, il canto naturale, il canto che a volte confonde il riso col pianto, la musica colta, e la musica popolare, ed alla fine non sono solo canzonette: è vita, pura vita.

E mentre fuori infuriava la tempesta, quel canto, era già di per se Salvezza.

Fabio Marceddudi Fabio Marceddu   
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Scavi nel sito di Tel Motza (Foto: Natritmeyer, CC BY-SA 4.0, tramite Wikimedia Commons)
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