Incatenati davanti agli affreschi di Giotto: la disobbedienza è l'unico modo per farci sentire
Incatenati davanti agli affreschi di Giotto: la disobbedienza è l'unico modo per farci sentire
Gli Uffizi, i Musei Vaticani, ora la Cappella degli Scrovegni, con gli affreschi di Giotto. Non si fermano i blitz degli attivisti per il clima di 'Ultima Generazione', che anche a Padova hanno messo in scena l'ennesima provocazione in un altro luogo simbolo dell'arte nel mondo.
Il museo padovano, divenuto nel 2021 patrimonio Unesco, custodisce il ciclo giottesco più importante, quello dedicato alla vita di Gesù e di Maria. Proprio qui, tra le tante invenzioni del maestro toscano del '300, si può ammirare il più antico bacio della storia dell'arte: quello tra Anna e Gioacchino, nel riquadro che rappresenta "L'incontro alla Porta d'Oro".
Senza che nessuno potesse capire cosa stava accadendo, tre attivisti si sono presentati con un normale biglietto all'ingresso del museo, confusi tra i turisti, nel turno delle 10.20. Sono entrati nella meravigliosa navata col soffitto a stelle dorate e blu lapislazzulo, ed hanno iniziato la loro performance. Mentre uno dei tre srotolava uno striscione con gli slogan anti-Co2, gli altri due si sono agganciati con catene in acciaio al corrimano che delimita l'area di visita. E prima dell'arrivo della polizia hanno letto un 'appello alle istituzioni culturali'.
"Permetteteci di ammirare ancora a lungo cieli stellati e le splendide opere d'arte e dell'ingegno umano come la Cappella degli Scrovegni - hanno scandito - Consentite a noi e alle prossime generazioni di essere testimoni della nostra storia. Ai lavoratori del settore della cultura chiediamo di assumere una posizione netta contro il continuo utilizzo delle energie fossili, scioperando o anche chiudendo i musei".
In quel momento dagli Scrovegni era già scattato l'allarme alle forze dell'ordine. I tre ragazzi hanno avuto poco più di una ventina di minuti per proseguire il loro flash-mob, mentre i turisti, un po'in soggezione, continuavano la visita alla Cappella. "Non c'è niente di più importante in questi momento storico - hanno proseguito - se non agire per salvarsi la pelle. Quando manca il cibo, manca l'acqua, le persone diventano violente. La disobbedienza civile è l'unico modo per farsi sentire".
I poliziotti delle volanti e della Digos, supportati dalla polizia municipale, hanno dapprima tentato di convincere gli attivisti a fermarsi, liberandosi da soli dalle catene. Al loro rifiuto, sono state fatte arrivare delle cesoie, e rotti lucchetti il blitz è finito. Tutto senza nessun uso della forza. Un'attenta verifica svolta nell'immediatezza dal personale degli Scrovegni ha permesso di accertare che nessun danno è stato causato al museo. Portati a braccia alle volanti e trasferiti in Questura, i tre ragazzi sono stati denunciati per interruzione di ufficio o pubblico servizio, e per non aver preavvisato le autorità della manifestazione. E' probabile che, come avvenuto nelle altre proteste, siano raggiunti anche da fogli di via.
Il gruppo ambientalista era apparso la prima volta, anche se in forma meno clamorosa, al Festival Pucciniano di Torre del Lago, il 16 luglio, quando, nell'intervallo dell'opera Madama Butterfly, tre di loro si erano incatenati con un lucchetto ad una balaustra ed avevano esposto uno striscione con lo slogan "No gas. No carbone". Ben più eclatante era stato il blitz del 22 luglio, quando erano penetrati nella Galleria degli Uffizi a Firenze, attaccandosi con le mani al vetro che protegge un capolavoro assoluto, la Primavera di Botticelli. Infine l'ultima azione da prima pagina, giovedì scorso, 18 agosto, ai Musei Vaticani, quando due di loro si sono 'incollati' alla base della statua di Laocoonte, esponendo ancora uno striscione contro l'uso di gas e carbone, tra gli scatti dei telefonini e lo stupore di turisti e visitatori.