Dieci pietre nascoste tra le fondamenta di una casa: ritrovata la lettera perduta di Caracalla
Le dieci lastre con iscrizioni si trovavano sotto una costruzione di un villaggio turco. Chi costruì la casa utilizzò, senza saperlo, delle pietre provenienti dalle rovine dell’antica città di Takina. Le iscrizioni rimangono straordinariamente intatte, rappresentando un ponte tra l'antica Roma e l'odierna Anatolia
Per più di 1800 anni le iscrizioni dell’imperatore Caracalla sono rimaste sepolte sotto una casa di campagna nel villaggio di Yarışlı, vicino all'antica città di Takina, nella provincia di Bardur in Turchia. Nessuno poteva immaginare che in quella dimora modesta si trovasse una delle più rare testimonianze della storia romana. Gli archeologi sono rimasti a bocca aperta quando hanno scoperto che tra le pietre delle fondamenta di quella costruzione rurale ve ne erano alcune con iscrizioni tratte da una lettera di Caracalla (186-217 d.C.).
Probabilmente chi costruì la casa negli anni ’50 utilizzò, senza saperlo, delle pietre provenienti dalle rovine dell’antica città di Takina, occultando involontariamente (o forse proteggendo) un vero tesoro archeologico.
Una lettera dell'imperatore sotto le mura
Alcuni anni fa gli studiosi si sono resi conto che le dieci pietre erano state incise con iscrizioni in latino e riportavano un decreto imperiale o a una lettera emessa dall'imperatore Caracalla, uno dei sovrani più potenti e controversi di Roma. Gli esperti del Museo di Burdur le hanno poi analizzate, identificandole come frammenti di una corrispondenza ufficiale risalente all'inizio del III secolo d.C.
Dopo l’accertamento il Museo ha ha registrato le pietre come beni culturali sottoponendole a tutela. Sebbene l'edificio sia da allora caduto in rovina, le pietre con le iscrizioni rimangono straordinariamente intatte, rappresentando un ponte tra l'antica Roma e l'odierna Anatolia.
L'antica città
Situata vicino al lago Salda, l'antica città di Takina fu un fiorente insediamento durante l'epoca ellenistica e romana. La città svolse un ruolo chiave nella regione della Pisidia, nota per i suoi templi, gli edifici amministrativi e le necropoli. I ritrovamenti archeologici suggeriscono che Takina prosperò come centro locale sotto il dominio romano. A confermarlo le numerose iscrizioni pubbliche, i monumenti onorifici e i templi dedicati a varie divinità.
Gli esperti ritengono che le pietre utilizzate nella casa di Yarışlı potessero originariamente appartenere a una di queste strutture pubbliche. Iscrizioni come queste venivano spesso scolpite su lastre di marmo e collocate in spazi pubblici per esporre messaggi, decisioni legali o dediche dell'imperatore.
Chi era l'imperatore Caracalla?
Marco Aurelio Severo Antonino, Caracalla governò l'Impero Romano dal 198 d.C. fino al suo assassinio nel 217. Il suo regno fu caratterizzato da ambizione, brutalità e riforme. È ricordato soprattutto per aver emanato l'Editto di Caracalla (Constitutio Antoniniana), che concesse la cittadinanza romana a quasi tutti gli abitanti liberi dell'Impero – una decisione storica che rimodellò le fondamenta sociali e giuridiche di Roma.
Caracalla fu anche un prolifico costruttore, commissionando grandiose strutture come le Terme di Caracalla a Roma, uno dei più grandi e lussuosi complessi termali pubblici mai costruiti. Nonostante i suoi successi, la sua eredità è offuscata dalle sue azioni spietate, tra cui il massacro di Alessandria e l'assassinio del fratello Geta. Tuttavia, scoperte come la lettera di Yarışlı offrono uno sguardo più amministrativo sul suo governo, sottolineando la portata della comunicazione imperiale anche in province lontane.
Una vera capsula del tempo
La storia della casa di Yarışlı è un vivido esempio di come la storia possa sopravvivere nei modi più inaspettati. Per decenni, gli abitanti del villaggio hanno camminato accanto alle iscrizioni senza rendersi conto della loro importanza globale.























