Benjamin Dean: la famiglia è tutto il mondo intorno. Un viaggio Fino alla fine dell'arcobaleno
E' la storia di Archie: “Suo padre si comporta in modo strano, sua madre pure. Lui vorrebbe solo che tutto tornasse come prima, quando i suoi genitori erano felici e vivevano ancora insieme. Quando vede cadere dalla tasca di papà un volantino colorato con la scritta “Pride”

Il clima che si respira al festival Tuttestorie, è il clima delle feste, e come non potrebbe essere La Festa per uno dei Festival Letterari più importanti d'Italia che compie i diciotto anni. Tuttestorie è diventato maggiorenne, e tutti noi siamo cresciuti con LUI/LEI/LU, con le sue meravigliose Storie, i racconti, gli autori, gli attori, le sue magiche Inventrici Libraie, e la direzione artistica di Manuela Fiori, e il suo Pater Familiae Bruno Tognolini, di quelle famiglie che oggi sono di tutt3 e rappresentano tutt3, perché il mondo è cambiato e sta cambiando e quel che appariva avveniristico 18 anni fa, appartiene al sentire comune attuale.
E' in questo gioco dove la colonna sonora delle canzoni composte e arrangiate da Antonello Murgia con le Rime poetiche di Bruno Tognolini (che ormai sono una coppia di fatto del festival), fanno da colonna sonora e danzante, alla calda mattina di Ottobre, (quest'anno è più che mai un irresistibile inno alla gioia e al movimento che ho incontrato uno degli scrittori più glamour, (citazione non casuale, essendosi Benjamin occupato di star in Inghilterra nelle riviste patinate), al suo debutto nella narrativa col suo pluripremiato Io, Papà e la fine dell'arcobaleno, che come recita la sua sinossi racconta la storia di Archie, un adolescente che sente che qualcosa non va: “Suo padre si comporta in modo strano, sua madre pure, Archie vorrebbe solo che tutto tornasse come prima, quando i suoi genitori erano felici e vivevano ancora insieme. Quando vede cadere dalla tasca di papà un volantino colorato con la scritta “Pride”, pensa di aver trovato una risposta alle sue domande. E allora dovrà partire, insieme ai suoi amici Belle e Seb, per una avventura piena di colpi di scena FINO ALLA FINE DELL'ARCOBALENO!
E' in questo clima meraviglioso, festoso, e inclusivo, che ci siamo fatti una chiacchierata con DEAN, che aveva per oggetto il suo libro ma anche tutto il mondo che gira intorno a delle tematiche che sono ancora solo sfiorate, che fanno arrossire e storcere il naso ai tutori dell'ordine costituito, in un momento in cui “l'ordine in tutte le sue declinazioni” si è già dato forma da se al di la delle leggi.
La mia prima domanda è un po' una introduzione tematica. Benjamin, tu sai che in Italia, la più famosa “One woman show” è stata Raffaella Carrà, la conosci?
(sorride, alza gli occhi incuriosito al cielo)
"No, non la conosco".
Ebbene, dico io, è stata definita dal Guardian come colei che ha insegnato all'Europa la gioia del sesso. Ma la cosa importante e che ha un punto in comune con te, molto importante. Dean, mi guarda e dice? Really. Si, dico io lei potremo definirla una figlia di una famiglia, proto-queer, almeno dichiaratamente, perché ha sempre affermato di essere stata cresciuta da due donne, sua mamma e sua nonna, e di esser venuta comunque su proprio bene.
"Si è vero, anche io sono venuto su in un ambiente prevalentemente femminile, cresciuto da mia mamma e mia nonna (di origine irlandesi) e papà (di origine giamaicana). La mia famiglia è sempre stata ed è il mio punto di riferimento, e non ho mai avvertito differenze con le altre famiglie, il percorso di normalizzazione non è necessario quando quel che si vive è percepito come “naturale” e condivisibile senza accenti o differenziazioni".
Nel tuo libro l'argomento trattato è spesso oggetto di riflessioni, polemiche, e allarmismi, qual'è stata la relazione con il tuo editore?
"Una relazione di assoluta libertà, non c'è stata nessuna intromissione nel processo creativo, e la naturalezza con cui venivano descritti i temi, è stata accolta senza nessun tipo di interrogativo o richiesta di cambi, il libro è stato accolto e pubblicato nella sua integrità e totalità".
Sandhya Prabhat ha curato le illustrazioni, che ricordano le “grechine” di un tempo che alle elementari ci facevano fare le nostre maestre, avete lavorato insieme?
"Ho seguito personalmente il lavoro dell'illustratrice e sono molto soddisfatto di questa cornice che di tanto in tanto diventa quadro, arricchisce con grazia e leggerezza il percorso dei personaggi che si snoda fra le pagine del libro".
Tu vieni dalla carta stampata, dal mondo glamour delle testate dello starsystem, qual'è stata la molla che ti ha portato a scrivere questo libro?
"Non c'è stata una vera e propria molla, ma una urgenza che si è rivelata necessaria, per un non più adolescente come me che avrebbe voluto avere tra le mani un libro come questo quando aveva l'età di questo personaggio. Manca nella letteratura così detta ragazzi una sezione a riguardo, e come sento io l'assenza, credo che la sentano anche tutti quei ragazzi che ancora non hanno trovato risposta alle loro domande".
Al di là delle definizioni, io credo esista una buona letteratura e una “meno buona”, spesso il termine letteratura per ragazzi sembra una sezione minore, io non credo, tu cosa ne pensi?
"Non esistono differenze spesso ci sono libri cosiddetti per ragazzi, che vanno benissimo per gli adulti, anzi gli adulti possono trovare chiavi di comprensione per capire quei mondi adolescenziali a volte cosi criptici".
C'è una domanda che ti piacerebbe ti facessero e che oggi ancora non ti ho ancora fatto?
"Mi piace quando mi interrogano sul libro, sulla storia di Archie, e i suoi amici Bell e Seb".
Allora io sono in difetto, per causa di forza maggiore, ho potuto leggere solo il primo capitolo, ma ne ho apprezzato l'impianto quasi “giallesco”. (Benjamin in tutta la sua imponenza sfodera un sorriso gentile, e mi da un colpetto di libro sulla testa).
Poi dice, "è un libro un viaggio che inizia con la scoperta di qualcosa che non va, che piano piano, capitolo per capitolo prende forma".
N.d.A
Dean è di una dolcezza disarmante, si è sottoposto gentilmente ad un tiro incrociato di domande, con la benevolenza e pazienza dei traduttori (Silvia Nono e Davide Madeddu) che si sono lasciati travolgere da tanta ilarità, ma anche da un argomento così importante, che pone le Famiglie, tutte le famiglie, che come dice la dedica all'interno del libro di Benjamin, sono fatte di tanti amici, dei suoi amici, e aggiungo io di tante forme, che spesso non sono neanche contemplate. Nel frattempo mi sono lasciato trascinare dalle pagine di questo racconto e sono arrivato alla fine, ma non anticipo niente, altrimenti svelerei in anticipo ...”dove finisce l'arcobaleno”.