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Uno strano idolo di oltre due millenni fa emerge da un sito dell’antico regno di Urartu

Durante gli scavi gli archeologi riportano alla luce un cimitero, un ripostiglio con grandi pithoi e poi fanno l’intrigante scoperta. Alta circa mezzo metro, la figura presenta sopracciglia prominenti, labbra strette, un naso lungo e occhi ravvicinati.

di Tiscali Cultura   

Intrigante scoperta in Armenia dove gli archeologi hanno dissotterrato un misterioso idolo databile ad oltre 2500 anni fa, scolpito nel tufo vulcanico dentro la fortezza di Argishtikhinili, antica roccaforte del Regno di Urartu nel Caucaso meridionale.

La scoperta getta nuova luce sulla vita spirituale e domestica degli abitanti della regione tra la fine del VII e il VI secolo a.C. Gli esperti hanno inoltre individuato un grande cimitero con campo di urne, eccellentemente conservato.

Gli scavi

Gli scavi hanno avuto luogo sul Surb Davti Blur (Collina di San Davide), uno dei due tumuli che compongono l'insediamento fortificato. Il lavoro è stato portato avanti dal Centro polacco di archeologia mediterranea dell'Università di Varsavia (PCMA UW) e dall'Istituto di archeologia ed etnografia dell'Accademia nazionale delle scienze dell'Armenia, in collaborazione con il Servizio per la protezione dell'ambiente storico e delle riserve museali culturali della Repubblica armena.

Lo strano idolo

Dentro uno dei due complessi riportati alla luce, gli archeologi hanno poi scoperto un ripostiglio con grandi pithoi, recipienti di stoccaggio in ceramica ancora incastonati nel pavimento, esattamente dove si trovavano più di due millenni fa. Ma il ritrovamento più affascinante li attendeva nella stanza adiacente: una pietra di tufo vulcanico scolpita a forma di volto umano, appoggiata accanto a una scatola rettangolare di pietra. Alta circa mezzo metro, la figura presenta sopracciglia prominenti, labbra strette, un naso lungo e occhi ravvicinati.

L'idolo armeno (Foto Centro Polacco di Archeologia Mediterranea, Università di Varsavia - PCMA UW - P. Okrajek)

La strana statuetta, trovata nella sua posizione originale, rivestiva con buona probabilità una funzione rituale o protettiva all'interno della casa. Considerate altre figure analoghe provenienti da siti armeni si ritiene che l'idolo possa essere legato alla venerazione degli antenati o a culti della fertilità, suggerendo che gli abitanti di Argishtikhinili coltivavano profonde tradizioni spirituali radicate sia nella vita domestica che in quella comunitaria.

Future analisi chimiche potrebbero rivelare residui organici, forse offerte o materiali rituali, che potrebbero chiarire ulteriormente il ruolo della insolita scultura.

Argishtikhinili, nodo di scambi commerciali e culturali

La posizione unica di Argishtikhinili, al crocevia tra l'Anatolia e il Caucaso, ne fece un vivace nodo di scambi commerciali e culturali. L'architettura del sito riflette sia la precisione militare che la raffinatezza urbana, con terrazze attentamente progettate e grandi edifici pubblici. Il suo declino coincise con il crollo dello stato urartiano intorno all'inizio del VI secolo a.C., probabilmente a causa di crisi interne e dell'avanzata dei Medi.

 

di Tiscali Cultura   
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