Eccezionale scoperta in Amazzonia: 15 siti sconosciuti sotto la foresta pluviale, rilevati con la tecnologia Lidar
Le strutture sarebbero state realizzate circa 2500 anni fa dalle culture Kilamope e Upano in quello che è l’attuale Ecuador. In pratica 15 siti, 6mila piattaforme di terra, piazze, strade e sentieri di collegamento, tumuli, oltre a ambienti agricoli e canali

L’ostinata passione di alcuni ricercatori e le nuove tecnologie hanno consentito di fare una scoperta archeologica rivoluzionaria, di grande importanza, nella foresta Amazzonica. Dopo vent’anni di ricerche e un’accurata mappatura Lidar del terreno sono stati individuati, sotto il folto manto verde, una serie di insediamenti precolombiani sconosciuti con i relativi collegamenti stradali.
La tecnologia Lidar
Ma cos'è la tecnologia Lidar? L’acronimo LiDAR (Light Detection And Ranging) è riferito ad una tecnologia che misura la distanza da un oggetto illuminandolo con una luce laser e, al contempo, consente di trarre informazioni tridimensionali ad alta risoluzione sull’ambiente circostante. In questo caso gli impulsi laser a infrarossi hanno consentito, insomma, di mappare le strutture celate sotto l’intricata vegetazione della foresta. I risultati di questa scoperta sono stati pubblicati a gennaio di quest'anno da Science.
Le strutture scoperte
Le strutture rilevate sarebbero state realizzate circa 2500 anni fa dalle culture Kilamope e Upano a est delle Ande, nell’attuale Ecuador. Si tratta - si legge sulla rivista scientifica - di centri urbani molto estesi e simili a quelli attribuiti ai Maya nell’America centrale. Questo ritrovamento rappresenterebbe il primo e più significativo esempio del genere in Sud America.
Artefici delle ricerche i componenti di un team internazionale guidato dal Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica francese (CNRS).

L'eccezionale scoperta – fanno notare gli autori dello studio – è "un altro vivido esempio della sottovalutazione del duplice patrimonio dell’Amazzonia: ambientale ma anche culturale, e quindi indigeno”. Un motivo in più per “rivedere a fondo i nostri preconcetti sul mondo amazzonico e, così facendo, reinterpretare contesti e concetti alla luce necessaria di una scienza inclusiva e partecipativa”.
Individuati 15 siti sconosciuti
L’indagine – come ha spiegato Stéphen Rostain, archeologo e direttore di ricerca presso il Centro nazionale francese per la ricerca scientifica (CNRS) e principale artefice dello studio - ha riguardato 300 chilometri quadrati di foresta pluviale consentendo di individuare circa 6mila piattaforme di terra regolari, piazze, strade e sentieri di collegamento, tumuli, oltre a ambienti agricoli e canali. Complessivamente sono stati registrati 15 siti di svariate dimensioni. A destare la maggior meraviglia sono state però le complesse e incredibili reti stradali realizzate per collegare gli insediamenti urbani e le zone vicine.
Gli archeologici ritengono, sulla base degli scavi effettuati, che tali centri siano stati realizzati e abitati dalle culture Kilamope e Upano tra il 500 a.C. circa e il 300-600 d.C. In seguito, dopo un periodo di abbandono da parte di queste società agricole, alcuni insediamenti furono occupati dalla cultura Huapula.
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