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Cinema, sarà un 2025 spaventoso: sul grande schermo tornano i grandi classici Nosferatu, Frankenstein e l'Uomo Lupo

Dal 1 gennaio il vampiro firmato da Robert Eggers, dal 16 vedremo Wolfman di Leigh Whannel. In autunno arriva Frankenstein di Guillermo de Toro

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
Una scena da 'Frankenstein' di Guillermo de Toro
Una scena da "Frankenstein" di Guillermo de Toro

Mostri spaventosi, creature della notte, esseri soprannaturali dai poteri malefici: il cinema e la letteratura da secoli ci regalano storie paurose che tormentano i nostri sogni. Eppure non possiamo farne a meno: l'horror ci incuriosisce e ci affascina da sempre. Per gli amanti del genere arrivano nelle sale cinematografiche nuovi titoli che promettono visioni da brividi. E soprattutto il 2025 sarà l'anno del ritorno dei grandi classici: "Nosferatu", "Frankenstein" e "Wolfman" porteranno sul grande schermo tre storie amatissime raccontate da scrittori e scrittrici, registi, sceneggiatori e interpreti che danno voce e corpo alle nostre paure più ancestrali.

da "Nosferatu"

"Nosferatu", al cinema dal 1 gennaio, è il remake della pellicola firmata ben 102 anni fa da Friedrich Wilhelm Murnau e considerata uno dei capolavori del cinema espressionista. La proiezione fu accompagnata da una vicenda giudiziaria rocambolesca: nonostante avessero cambiato nomi e personaggi, il regista e lo sceneggiatore vennero accusati di violazione del diritto d'autore dagli eredi di Bram Stoker, che nel 1897 aveva pubblicato il romanzo "Dracula" a cui il film si ispirò; il tribunale diede ragione agli Stoker e ordinò la distruzione di tutte le pellicole, tuttavia Murnau riuscì a salvarne una copia che permise al film di sopravvivere e arrivare fino ai giorni nostri. La storia narrata oltre un secolo fa da Murnau e oggi da Robert Eggers (con decine di titoli in mezzo, tra cui l'acclamata versione di Francis Ford Coppola con Gary Oldman e Winona Rider) racconta la figura spaventosa del conte Orlok, vecchissimo nobile rumeno che vive in un castello diroccato in Transilvania e acquista un rudere a Wisborg, in Germania, per avvicinarsi alla bella e giovane Ellen. Difficile comparare i due film nati e prodotti a 102 anni di distanza: muto il primo, ricchissimo di dialoghi e accompagnato da una suggestiva colonna sonora originale il secondo; il Nosferatu odierno, con Nicholas Hoult, Willem Dafoe, Bill Skarsgard e Lily-Rose Depp, si discosta dall'originale per alcune variazioni alla storia e per alcune licenze non sempre felicissime, ma rispetta sempre lo stile gotico dei luoghi, degli ambienti, delle atmosfere plumbee che caratterizzano le storie horror, e soprattutto il fascino inquieto per la figura del vampiro che se pure mostruoso, crudele e foriero di mali e sventure riesce sempre a catturarci. 

Da "Wolfman"

Arriva nelle sale il 16 gennaio "Wolf man", firmato dal regista Leigh Whannel con Julia Garner, Christopher Abbott, Sam Jaeger e Matilda Firth: anche qui la storia arriva da lontano, dal 1933 precisamente, quando lo scrittore americano Guy Endore pubblicò "The Werewolf of Paris", una storia di finzione ispirata a una figura storica realmente esistita, un militare che partecipò alla guerra franco prussiana del 1870-71. Il protagonista del romanzo, e della serie di licantropi approdati sul grande schermo con decine di titoli a partire dal 1935, tra cui quello del 1941 interpretato da Lon Chaney jr, si trasforma in lupo in seguito a una terribile maledizione. Nel film che vedremo prossimamente il protagonista è Blake, che si trasferisce per una vacanza insieme alla moglie e alla figlia nella casa che ha appena ereditato nell'Oregon; la quiete della famiglia viene sconvolta quando l'uomo viene attaccato da un animale e inizia a comportarsi in modo strano.

E' Guillelmo de Toro a dirigere un altro remake attesissimo, "Frankestein", in arrivo per l'autunno. "Sogno di fare un film su Frankenstein da quando ero bambino", ha rivelato il regista che negli anni ha collezionato una serie di cimeli di Boris Karloff, storico Frankestein del cinema degli anni Quaranta. La pellicola, interpretata da Oscar Isaac, Jacob Elordi, Christoph Waltz, Mia Goth e Charles Dance, è la trasposizione di un classico della letteratura dell'orrore pubblicato da una giovanissima Mary Shelley nel 1918: lo scienziato Victor Frankestein raggiunge finalmente il suo sogno di ridare vita ai morti animando una creatura che getterà la città nel terrore. Anche il mostro di Mary Shelley ha popolato il cinema con tante pellicole, dalla prima del 1910 firmata da Searle Dawley fino al film di Kenneth Branagh del 1994.

Il vampiro, l'uomo lupo e il mostro creato da uno scienziato folle hanno alimentato più di un secolo di cinema con produzioni diversissime, dall'horror classico degli anni Quaranta, Cinquanta e Sessanta fino ai titoli più recenti arricchiti da effetti speciali visivi e sonori potentissimi e immersivi fino ai cartoni animati e alle serie tv. Creature immaginate come respingenti e malvage, che pure continuano a catturare la nostra curiosità: sarà perché vederle e ascoltarle in situazioni tranquille e di comfort crea una paura controllata che stimola adrenalina e sensazioni rassicuranti, o perché le storie orrorifiche ci permettono di misurarci con i nostri timori, o ancora per la nostra innata curiosità verso il misterioso. Lo psicanalista austriaco Sigmund Freud ha esplorato un secolo fa il concetto di "unheimliche", tradotto nella letteratura italiana come perturbante, ciò che ci crea inquietudine perché inconsueto, non familiare ma non del tutto estraneo. Sarà per questo che andiamo al cinema per vedere e rivedere storie dal finale non sempre lieto che conosciamo benissimo e continuano a conquistarci e ammaliarci ancora dopo un secolo? 

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
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