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Il party esclusivo di Madonna tra le rovine di Pompei, è polemica sull'uso privato del patrimonio archeologico

La star americana ha festeggiato con una cena riservata a trenta ospiti nel Teatro Grande. E' mistero sul canone pagato per l'uso privato

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
Madonna a Pompei, foto di Ricardo Gomes da pompeiisites.org
Madonna a Pompei, foto di Ricardo Gomes da pompeiisites.org

Una visita privata seguita da cena a lume di candela in uno dei siti archeologici più incredibili al mondo. Chi non vorrebbe una festa di compleanno tanto speciale? Se vi chiamate Louise Veronica Ciccone le porte di Pompei, uno dei siti più conosciuti e visitati in Italia (dopo Colosseo, Pantheon e Galleria degli Uffizi) e tra i più amati al mondo con i suoi 4 milioni di turisti all'anno, potrebbero aprirsi facilmente, basta chiedere. Ma siamo sicuri che la valorizzazione del nostro patrimonio culturale debba passare per eventi esclusivi riservati a chi può pagare? Ce lo domandiamo a pochi giorni dal compleanno di Madonna, rockstar americana che il 16 agosto ha scelto di festeggiare i suoi 66 anni con una serata nel parco archeologico campano.

Nulla di illegale, sia chiaro: il Codice dei Beni culturali che disciplina l'uso del nostro patrimonio prevede, all'articolo 106, che "Lo Stato, le regioni e gli altri enti pubblici territoriali possono concedere l'uso dei beni culturali che abbiano in consegna, per finalità compatibili con la loro destinazione culturale, a singoli richiedenti", il Ministero stesso determina il canone d'uso. Per il compleanno di Madonna, però, abbiamo dubbi sulla effettiva "finalità compatibile con la sua destinazione culturale", e non sappiamo se sia stato efffettivamente versato un affitto per l'utilizzo temporaneo dato che il 12 agosto scorso l'ufficio stampa del Parco archeologico di Pompei lo smentiva categoricamente con un comunicato: "In merito alle voci che circolano sulla stampa di questi giorni circa un 'mega-party' di una celebrità internazionale con 500 ospiti negli scavi di Pompei, nonché su un canone presunto di 30mila euro per il teatro grande, il Parco Archeologico precisa che si tratta di notizie prive di fondamento”.

Sarà, ma il party c'è stato davvero. Non per 500 persone ma per i 30 invitati della star tra famiglia, figli e amici, che hanno cenato proprio dentro il Teatro Grande con un banchetto romanticamente illuminato dalle candele, dopo essere arrivati intorno alle 22 di sera con sei van dai vetri oscurati mentre i fan attendevano la star all'ingresso. L'Ufficio stampa di Pompei non ha comunicato il programma della serata, che però conosciamo grazie al racconto sui social network di chi c'era: Madonna ha postato su Instagram alcune immagini accompagnate dalla didascalia 'La dolce vita', con gli invitati accomodati al tavolo allestito con stoviglie total black e il teatro a fare da scenografia; anche truccatori e ballerini hanno pubblicato le immagini della serata.

Conosciamo pure il menu della cena: gli chef del ristorante stellato Quattro passi della famiglia Mellino, a Nerano, vicino a Napoli, hanno preparato "Verza saltata, scarole, zucchine alla scapece, melanzane a funghetto, pizze rustiche, focacce, pomodori e mozzarella, olive condite, alici di Menaica, pane fatto in casa, bruschette con pomodoro di Sorrento", riporta il Corriere della Sera, oltre a pesce e carne e in chiusura i dolci tipici campani babà, sfogliatelle, tartine al limone di Sorrento, panna cotta alla vaniglia.

Nonostante la smentita sul mega party, due giorni fa lo stesso ufficio stampa del Parco archeologico ha diffuso una nuova nota firmata dal Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel per ringraziare "il Prefetto di Napoli e le forze di Polizia per il supporto garantito, oltre a tutte le forze dell'ordine del Comune di Pompei", e i "colleghi e colleghe del Parco archeologico per la consueta professionalità nella gestione e vigilanza del sito" per l'organizzazione dell'evento.

Nello stesso giorno da Pompei è partito un altro comunicato stampa per annunciare che Madonna "ha incontrato un gruppo di adolescenti e bambini che partecipano al progetto 'Sogno di Volare' promosso dal Parco Archeologico con l’obiettivo di coinvolgere la comunità locale nella vita culturale del sito Unesco". La star, prosegue la nota, ha firmato una donazione di 250 mila euro per sostenere il progetto con la sua fondazione Ray of Light. "Quello che poche settimane fa ha avuto inizio come un’ipotesi di una visita serale, si è così trasformato in una partnership che mette al centro il futuro del sito archeologico e della sua 'heritage community'", sottolineano ancora dall'ufficio stampa. Durante la visita, raccontano ancora dal Parco, Madonna ha potuto ammirare una prova dei ragazzi di 'Sogno di Volare' all'uscita della casa del Menandro e altre performance artistiche al Teatro Grande, dove la serata si è conclusa con il banchetto. Da Pompei dunque sminuiscono l'impatto della serata: una visita privata e non un mega party, accompagnata da cena e spettacoli riservati all'entourage della cantante americana e per di più conclusa con una donazione. 

Che una celebrità chieda e ottenga l'uso esclusivo di un sito culturale non è una novità, come ha ricordato la giornalista e archeologa Valentina Porcheddu nel suo libro "Notizie dal passato, Cronache archeologiche del XXI secolo" pubblicato pochi mesi fa; oltre alle polemiche per l'affitto del nostro patrimonio a privati, che siano imprenditori o artisti, sollevate da realtà che si occupano di cultura come Italia Nostra e Mi riconosci, restano però tante domande: davvero Madonna non ha pagato nessun canone per il suo party a Pompei? E' sufficiente una donazione a un progetto culturale, per quanto meritevole di sostegno, per usare uno dei siti più straordinari al mondo come sfondo per una festa privata?

E perché il Parco archeologico di Pompei, da sempre prodigo di informazioni e notizie, ha prima smentito l'evento e poi ne ha reso noti solo alcuni dettagli senza informare sul programma della serata e l'impatto che un evento simile ha avuto su un sito Unesco patrimonio dell'Umanità? Vogliamo davvero che i beni culturali italiani diventino scenografia per pochi che possono pagare? 

 

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
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