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Notre-Dame, come la mitica fenice, risorge dalle sue ceneri. Le reliquie salvate dall'incendio del 2019

A cinque anni dall’incendio che devastò la cattedrale di Parigi si parla finalmente di riapertura. Le prime avvisaglie di fumo si manifestarono il 15 aprile, proprio durante la Settimana Santa, durante la messa serale

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
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"Tutti potranno venire a visitarla. Sarà ricostruita", così il premier Emmanuel Macron ha comunicato al mondo. La Cattedrale di Notre-Dame de Paris, chiesa simbolo dello stile gotico e monumento tra i più amati della capitale francese, sarà riaperta al pubblico l’8 dicembre 2024 dopo cinque anni di lavori di restauro a seguito del devastante incendio che la colpì il 15 aprile 2019.

Cosa è successo

Le prime avvisaglie di fumo si manifestarono il 15 aprile, proprio durante la Settimana Santa, durante la messa serale. Poco dopo le fiamme, divampate probabilmente da un ponteggio sistemato nel sottotetto, si manifestarono ma non furono individuate dai controlli di sicurezza per un’anomalia del computer. Fatti rientrar ei fedeli che erano stati evacuati per precauzione un addetto alla sicurezza scorge il fuoco sul telaio del tetto e da l’allarme. I vigili del fuoco accorrono ma non riescono a domare l’incendio. Si diffonde il panico. Le manovre per fermare l’incendio senza creare ulteriori danni alla struttura sembrano disperate: l’acqua a bassa quota rischierebbe col suo peso di far crollare buona parte dell’edificio e quindi si procede da terra con lance e automezzi. Solo alle 9:50 del mattino successivo l'incendio è stato totalmente spento e si può ispezionare la chiesa per capire l’entità dei danni, subito apparsi ingenti, e come metterla in sicurezza per salvarla. Per fortuna nessuna vittima, solo qualche ferito tra i vigli del fuoco coinvolti nelle operazioni.

Simbolo di fede e non solo

Già dall’ora successiva allo scoppio dell’incendio grazie alle immagini trasmesse da televisioni e social tutti assistono alla terribile lotta che la cattedrale ingaggia con le fiamme. E così come davanti ai talebani che fecero saltare in aria le meravigliose sculture di Petra, ci si commuove e si resta col fiato sospeso. Le torri avvolte dal fuoco ricordano i temi di certi cupi quadri del Romanticismo ma questa è la realtà la devastazione è palpabile e non colpisce solo i fedeli ma tutte le persone amanti dell’arte, della storia e della bellezza. L’incendio spezza il cuore dei francesi e di tutto il mondo perché Notre Dame non è solo Francia e non è solo Parigi, è un simbolo di cultura internazionale, dell’ingegno e della raffinata creatività di quanti progettarono e realizzarono questa meraviglia architettonica. Tutti sono uniti nella tragedia e anche le autorità di fede musulmana esprimono il loro cordoglio, così come tutti i capi di stato stranieri.

Le polemiche

I danni riportati alla struttura, soprattutto alle guglie e al tetto, non hanno intaccato i tanti tesori d’arte e di fede contenuti al suo interno che sono stati spostati in attesa di essere ricollocati nella chiesa. Le indagini subito avviate dalla polizia furono affiancate da altre indipendenti. Sotto accusa il presidente Macron per aver sottovalutato i danni che il piombo, contenuto nella copertura del tetto, evaporato, ha diffuso in tutto l’ambiente. Si trattava di circa 460 tonnellate di materiale altamente tossico che si è diffuso in modo incontrollato. Per l’incendio non si esclude alcuna pista ma i risultati dei sopralluoghi e dei test fanno propendere per un incidente.

Ricostruzione e futuro

L’8 dicembre è la data della riapertura ufficiale al pubblico di Notre Dame ma i lavori al suo interno e sulle facciate continueranno per diverso tempo. Finanziamenti e donazioni sono arrivati da ogni parte del mondo, a confermare l’importanza di questo monumento per l’Occidente e non solo. Le visite alla cattedrale saranno necessariamente contingentate, per proteggere questo straordinario esempio di cultura partorito dalla mente dell'abate Suberio, considerato il "padre" del gotico, e costruita tra il 1163 e il 1345, di poco successiva alla celebre abbazia di Saint-Denis, altro monumento simbolo della magnificenza dello stile gotico.

Per salutare il futuro di Notre Dame l’architetto Philippe Villeneuve ha progettato una scultura a forma di gallo, animale simbolo della cattedrale e più in generale del ritorno alla luce poiché annuncia l’alba, da collocare nella guglia più alta della chiesa. Al suo interno le reliquie salvate dall'incendio del 2019, le ossa di Saint-Denis del III secolo, primo vescovo di Parigi, e di Sainte-Geneviève, patrona della capitale e un frammento della corona di spine di Gesù Cristo. C’è spazio anche per l’amore terreno in questa scultura, al suo interno infatti un documento ricorda i nomi delle quasi duemila persone che hanno contribuito alla rinascita di Notre Dame de Paris.

 

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
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