Un'artista fa mappare la paura delle donne in città: ecco dove si sentono meno al sicuro
L’obbiettivo è indagare lo spazio urbano ed esplorare la percezione del pericolo provata dalle donne. La performance artistica si terrà a Cagliari venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 marzo, tra le ore 20.45 e le 22.45

Se sei una donna hai una paura che ti accompagnerà tutta la vita. Non importa se il pericolo sia reale o i timori siano solo indotti dall'educazione ricevuta. Le donne, praticamente in tutto il mondo, hanno paura di camminare sole la notte. Paura di aggressioni di ogni tipo ma soprattutto il terrore di uno stupro.
Questa paura sorge dal fatto che la nostre società, anche quella occidentale più emancipata, è ancora fortemente patriarcale. Ci hanno inculcato, volontariamento o non, che una persona di sesso femminile che esce la sera sul tardi da sola non è del tutto normale. "Una donna perbene e sana di mente non lo fa", "Se lo fa vuol dire che se la sta andando a cercare" (cercare lo stupro, si intende).
In sostanza le donne anche nelle parti del globo in cui godono di maggiore parità col sesso maschile devono ancora giustificare la loro presenza negli spazi. Dove vanno, con chi vanno, perché vanno. Come se nella testa della maggior parte degli individui (delle stesse donne) resista la convinzione che se sei femmina per uscire (soprattutto a un certo orario) devi avere un valido motivo, se no sei una strana, una facile, una che se la va a cercare, una irresponsabile nella migliore delle ipotesi. Un po' come se uscire a un orario in cui non c'è più il sole, magari in una zona della città poco illuminata e trafficata, sia una sorta di dichiarazione di assenso a qualsiasi richiesta di approccio da parte di un maschio.
Un'altro comportamento che viene insegnato già alle bambine è quello di mantenere lo sguardo basso e tenere un'andatura veloce. Questo per non incrociare sguardi di malintenzionati e non incoraggiare alcun contatto. Questo nel caso si è costrette a fare quel pezzo di strada e non lo si possa proprio evitare.
Questa paura limita le donne per molte ore del giorno. Spesso le porta a rinunciare delle proposte di lavoro. Ma anche quando si decide di accettare, si è condannate a provare quel senso di insicurezza e anche la paura che nel caso accadesse qualcosa di spiacevole si fosse colpevolizzate per quella scelta di libertà considerata ancora da tantissimi e tantissime appunto irresponsabile. Un po' come se si decidessi di camminare sui binari della metro.
Da un paio di anni esistono anche call center e app che aiutano le donne a trascorrere più serene quei momenti, parlando o chattando con un operatore mentre compiono il tragitto. La maggior parte chiama il fidanzato o un'amica per sentirsi meno sole e più al sicuro.
La paura di camminare per strada, da sola, in un quartiere poco illuminato. Il terrore di essere seguita, la speranza di tornare a casa il più presto possibile, sono tutte le sensazioni che il progetto Cities by Night ideato dall'artista Valentina Medda, indaga. La sua performance analizza la percezione del pericolo nello spazio urbano, da una prospettiva femminile. Il progetto parla a tutte le donne anche a quelle trans.
Il progetto è realizzato in collaborazione con il Centro Antiviolenza dell’Associazione Donne al Traguardo Onlus, Sardegna Teatro (nell’ambito della rassegna Sardegna Contemporanea) e si svolge a Cagliari nel quartiere di Is Mirrionis-San Michele. Le giornate saranno venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 marzo, tra le ore 20.45 e le 22.45.
Il progetto è stato finora realizzato a Parigi, Amsterdam, Bologna e Imola, Bergamo, Trondheim, Pristina, Milano.
Le donne che partecipano al progetto in qualsiasi città sono scelte tra gruppi differenti per estrazione sociale, in questo caso alcune sono cagliaritane, altre straniere, studentesse, impiegate, docenti. Prospettive diverse per comprendere se la mappa creata da ciascusa assomiglia o meno alle altre. Se le paure cambiano o sono simili.
Valentina Medda è un'artista interdisciplinare che vive e lavora a Bologna: "La mia pratica artistica si snoda tra immagine, performance e interventi site specific, indagando la relazione tra pubblico e privato, corpo e architettura, città e appartenenza sociale". I suoi lavori sono stati in mostra a Bologna, Milano, Cagliari, Parigi, New York, Beirut, Bruxelles, Amsterdam, al Festival di Santarcangelo, L'Auawirleben di Berna, L'Openbare Werken di Gent, Danza Urbana a Bologna.
